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 2023  marzo 07 Martedì calendario

Protestare in Israele


Manifestare a Gerusalemme è la cosa più impegnativa. Manifestare a Gerusalemme è la cosa più importante. Questa settimana è la seconda volta che torno qui, nella città in cui sono nato. La prima volta è stato per la manifestazione dei 300 mila. Con la mia famiglia sono salito sul muretto di pietra nel giardino vicino al Parlamento e ho guardato la folla di manifestanti arrivati da tutta Israele, giovani e anziani, donne e uomini, religiosi e laici, abitanti del centro del Paese e abitanti del Nord e del Sud, tutti a sventolare la bandiera israeliana. Quanto è semplice, quanto giusto, il simbolo di questa protesta. La bandiera di Israele. Bianco e blu. Due strisce e la stella di Davide in mezzo.Sono rimasto a guardare i manifestanti con le bandiere e improvvisamente ho notato uno scintillio. All’inizio non capivo: cos’era? Cosa brillava in quel modo, dappertutto? Poi ho afferrato, erano gli occhi dei manifestanti, i nostri occhi, a brillare. Gli occhi brillano di preoccupazione. Di sofferenza. Di rabbia. Ma anche di fierezza. La fierezza di far parte del movimento di protesta più grande, più significativo, più determinato e più amante di Israele che sia mai esistito in questo Paese.Sì, coloro che amano Israele lunedì si sono riuniti intorno alla Knesset. L’Israele democratica. L’Israele della visione di Herzl. L’Israele della Dichiarazione di indipendenza. Coloro che amano Israele si trovano anche qui oggi. Vicino alla residenza del Presidente. Che cos’altro ci avrebbe spinto fuori dalle nostre case, settimana dopo settimana, nelle gelide sere d’inverno, se non il grande coinvolgimento, il grande amore per questo posto? È l’amore a muoverci, amici, e vincerà.Sono venuto alla residenza del Presidente, anche per dire al Presidente di Israele, Yizhak Herzog: ha fatto bene a invocare il confronto. Nella mia vita non ho mai visto un conflitto – familiare, professionale o politico – risolto senza un confronto. E c’è di più, la società israeliana è un mosaico delicato e fragile in cui non si può vivere senza accettare rinunce e compromessi e senza portare rispetto al prossimo da mane a sera. Se vogliamo mantenere la nostra casa comune, dobbiamo confrontarci anche con chi ci irrita. Soprattutto con chi ci irrita.Ma in questo momento, Signor Presidente, è importante anche che lei sappia su cosa noi non siamo in nessun modo disposti a confrontarci. Cosa non è negoziabile.La democrazia. Un sistema giudiziario indipendente. La libertà di espressione. L’uguaglianza dei diritti.Tutte cose che NON fanno parte del gioco politico.Queste cose sono l’essenza di Israele. Sono ciò che rende questo Paese ciò che è. E chi cercherà di comprometterle incontrerà l’opposizione del movimento di protesta più grande, più significativo, più determinato che sia mai esistito in questo Paese. O, con le parole di suo padre, Chaim Herzog, sesto Presidente dello Stato di Israele: «Chi ha un obiettivo elevato, non può mostrare comportamento più nobile della disponibilità a combattere per quell’obiettivo».Amici, sono venuto qui anche per dirvi: testa alta! Dopo sette settimane di protesta lo possiamo dire con certezza: siamo la maggioranza. Vero, questo governo è stato eletto con un’elezione democratica. Ma nel suo approccio e nelle azioni che compie è a tutti gli effetti un governo di minoranza. La maggioranza degli israeliani si oppone al colpo di stato e ai cambiamenti estremi nel sistema giudiziario senza un confronto. La maggioranza degli israeliani vuole che lo stato abbia un carattere ebraico, ma non vuole coercizione religiosa. La maggioranza degli israeliani si oppone all’inserimento dei contenuti oscurantisti proposti da Avi Maoz nei programmi scolastici. E si oppone alla pena detentiva come punizione per chi si avvicina in maniche corte al Muro del Pianto.La maggioranza degli israeliani e israeliane avversa la discriminazione delle donne nell’esercito, sugli autobus o dallo spazio pubblico. Vergogna. La maggioranza degli israeliani non immagina che in un ospedale ci possa essere discriminazione fra un paziente e l’altro. La maggioranza degli israeliani anela alla sicurezza, ma non a prezzo di istituire delle milizie private. La maggior parte degli israeliani non crede che sionismo significhi razzismo. La maggior parte degli israeliani non ritiene che un uomo incriminato due volte e che ha scontato il carcere, la cui nomina è stata bocciata dalla Corte Suprema, possa essere ministro. La maggior parte degli israeliani pensa che accusare la Presidente della Corte Suprema, Esther Hayut, di un attentato, sia una vergogna. La maggior parte degli israeliani vuole che questo sia uno Stato di dritto, dove il tribunale protegge i deboli, e non un Paese oscurantista dove il potere può infierire sui suoi cittadini senza interferenze.Non conta se siamo di destra o di sinistra. Al momento è una distinzione irrilevante.Perché questo non è un governo di destra piena, è un governo anti-israeliano che non rappresenta il volere del popolo, che non rappresenta i valori del paese che amiamo. Dobbiamo continuare a opporci, nelle strade, nelle piazze, con tutte le parole che abbiamo, con tutti gli strumenti che possediamo, fino a che vinceremo. È l’amore a muoverci, e vincerà. Grazie. —Traduzione di Raffaella Scardi