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 2023  marzo 06 Lunedì calendario

Intervista a Gerry Scotti

Dopo i record, a Gerry Scotti mancavano giusto i miracoli. Presidiare (bene) la domenica sera non è infatti una sfida alla portata di tutti: vuol dire tenere testa alla fiction Rai, al calcio, nonché all’attualità di Che tempo che fa, Non è l’arena, Zona bianca. Eppure, anche quest’anno, Scotti ha accettato di portare Lo show dei record in tv, su Canale 5, per l’appunto ogni domenica alle 21,20.
Ha provato a chiedere una serata meno complicata?
«No, perché il senso de Lo Show dei record assegnato a Gerry Scotti è proprio questo, ossia “vediamo se sopravvive anche alla domenica sera».
Diciamo la verità: agli investitori pubblicitari basta avere il suo nome alla conduzione per investire, indipendentemente dagli ascolti?
«Intanto mi piace ricordare che Mediaset è l’unica tv che non chiede un euro ai telespettatori. Io sono un po’ un “bond” che ha conquistato negli anni la fiducia degli investitori: abbiamo centri di acquisto e grandi aziende che mettono i soldi quando sentono il mio nome. Quindi mi posso permettere di sposare progetti un po’ più rischiosi».
Però ha dichiarato che i programmi nuovi un po’ non glieli danno, un po’ non se li va a cercare.
«Come vede, sono stato onesto...».
Sta dicendo che lei, l’uomo “bond” degli investitori, ha paura di sbagliare?
«Il fatto è che ciascuno di noi (Carlo Conti, Amadeus, io…) sa fare bene una cosa sola che poi ripropone sotto forme diverse. Quando infatti la tua persona diventa un format, alla fine è quello l’ingrediente che la gente apprezza, se pur sotto vesti diverse. Personalmente io ho un debole per i quiz: li iniziai a fare, 30 anni fa, quando era un genere snobbato dai colleghi. Li bollavano come giochini svilenti. Solo adesso si è capito che i game e il preserale sono il granaio d’Europa: per capirci, è da lì che si pagano gli stipendi».
Su La Stampa Michielin ha sollevato il problema della gerontocrazia ed anche in tv gli show di punta sono in mano a volti senior. Non crede che lei e i suoi colleghi dovreste fare una riflessione?
«Noi non facciamo nessuna riflessione perché non è il nostro compito. La tv comunque è un mondo diverso dalla musica: gli spettatori vogliono volti affidabili e riconoscibili. E soprattutto capaci. Ecco, le posso garantire che tutti noi presentatori a 60 anni siamo molto più capaci di quando ne avevamo 20».
Chi potrebbero essere i suoi eredi?
«Savino e Cattelan. Hanno un grande stile e una forte personalità».
A proposito di pensione, so che voleva restituire quella parlamentare: ci è riuscito?
«Macché. Li devolvo ogni anno in beneficenza. Se un giorno incontrerò la Meloni magari la fermo e le dico: “Senta possiamo provare a fare con lei una cosa che non sono riuscito a ottenere né con la destra, né con la sinistra, e nemmeno con i 5 Stelle che sembravano i più adatti allo scopo?».
Le piace la Meloni?
«Mi ha inorgoglito che fosse una persona giovane, prima ancora che donna, a diventare premier. Per ora mi sembra che stia facendo anche cose egregie. Mi preoccupa semmai il risultato elettorale delle consultazioni in Lazio e in Lombardia: l’affluenza è stata bassissima. Chi dirà ai nostri nipoti che devono andare a votare? A questo punto, non lo so mica...».
Pur non essendo berlusconiano, lei lavora a Mediaset: lo consideriamo come un suo Guiness dei primati o ha colleghi non berlusconiani?
«Ho molta stima e affetto per Berlusconi: mi fa sempre gli auguri, a Natale e a Pasqua. Il nostro rapporto è di grande stima e chiarezza: non mi ha mai coinvolto in operazioni di carattere politico, né mi sono mai arrivate delle veline da leggere nei miei show. È una forma di libertà che pochi imprenditori lasciano».
Forse nemmeno in Rai si trova…
«Tanto meno lì, dove il flusso è dettato dall’andamento delle elezioni».
Mediaset ha fatto bene a contro programmare Sanremo?
«Doveva farlo già vent’anni fa. Fosse stato per me, non avrei mai fatto prigionieri».
Striscia la notizia sostiene che il comune di Sanremo avrebbe una proposta extra Rai: dovrebbero accettare?
«Non conosco i conti del comune, né della Rai, ma per come sono andati gli ultimi anni, perché cambiare?».
Lei ha letto il testo della preghiera degli artisti al funerale di Maurizio Costanzo, che ricordi serba di lui?
«Ricordo ancora le prime ospitate al Maurizio Costanzo Show: per chi fa il mio mestiere era come entrare in Champions. Tra l’altro è stato Costanzo a scommettere su di me: quando diresse Canale 5, ha fortemente voluto la mia presenza nella fascia preserale, con Passaparola. È lì che sono diventato il Gerry Scotti “per tutta la famiglia” che conoscete adesso». —