La Stampa, 6 marzo 2023
Guerra al fumo
Il bando totale per i fumatori pensato dal ministro della Salute Orazio Schillaci trova un’accoglienza tiepida, quando non proprio fredda, dentro il Parlamento. L’idea di vietare anche all’aperto le sigarette, comprese quelle elettroniche, incontra parecchie perplessità nella stessa maggioranza e tutto lascia pensare che sulla norma ci sarà da discutere durante l’iter nelle due Camere. Il primo a farsi sentire è Matteo Salvini, ma anche da Fi si chiede «buonsenso» e il commento più positivo arriva da Sandra Zampa, Pd, ex sottosegretaria alla Salute.
La proposta, anticipata ieri da La Stampa, dovrebbe appunto prevedere uno stop totale anche all’aperto: niente più sigarette ai tavoli esterni dei ristoranti, a meno che non ci siano aree riservate esclusivamente ai fumatori, ma nemmeno alle fermate all’aperto di metro, bus, treni e traghetti. Il divieto verrebbe applicato anche nei parchi, nel caso in cui ci siano donne incinte o bambini nel raggio di due metri. E il blocco, appunto, riguarderebbe anche le sigarette elettroniche, che non potranno neanche più essere pubblicizzate, come già accade per le sigarette vere e proprie.
Il leader della Lega scrive su Twitter per protestare contro lo stop alle sigarette elettroniche e, come sua abitudine, chiede anche l’opinione dei suoi follower, probabilmente immaginando che misure drastiche di questo tipo di solito sono poco apprezzate: «Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che dite?». Le reazioni in realtà sono variegate: alcuni approvano la linea-Salvini («È da regime, come ai tempi del Covid, detesto il fumo ma amo la libertà»), ma altri sposano la linea del ministro («Faccia due chiacchiere con i tecnici del ministero per farsi spiegare i danni provocati dal fumo della sigaretta elettronica»).
Ma anche dentro Fi la proposta viene presa con un certo scetticismo. Giorgio Mulè, vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia, invita a usare il buonsenso: «Basta non essere talebani. Perché vietare il fumo anche a chi è all’aria aperta e non dà fastidio a nessuno? Se non c’è nessuno nelle immediate vicinanze non c’è motivo di mettere un divieto. Piuttosto mi preoccuperei di vietare al più presto la vendita online delle sigarette elettroniche, che i ragazzi acquistano e fumano pur non avendo l’età». Ma, insiste, «non bisogna oltrepassare, ripeto, la soglia del buonsenso. Se stai a dieci centimetri da qualcuno non gli fumi addosso, ma altrimenti perché no?».
Fdi cerca di evitare polemiche. Giovanni Donzelli invita tutti ad aspettare «la proposta completa, non commentiamo le indiscrezioni. Il ministro ha sempre dimostrato ottimo buonsenso, ci confronteremo con serenità. Credo e sia utile intervenire anche sulla droga leggera, peraltro, altrimenti avremmo il paradosso che si vietano le sigarette ma proliferano i negozi che vendono canapa a basso Thc...».
Poco convinta è anche Silvia Fregolent, di Italia viva: «Io non credo mai che i divieti assoluti siano la strada migliore. Serve raziocinio: il divieto nei luoghi pubblici introdotto da Sirchia è necessario per tutelare la salute di chi sarebbe stato esposto al fumo passivo, all’aperto è più complicato. Forse si può discutere sui dehors, chi mangia all’aperto d’estate non vuole respirare il fumo di chi è seduto vicino. Per il resto direi che si deve agire con la sensibilizzazione, campagne informative, anche sulle sigarette elettroniche».
Chi sposa l’idea è appunto l’ex sottosegretaria alla Salute Zampa, Pd: «Comprendo la severità del ministro Schillaci, molte malattie sono legate al fumo e anche le sigarette elettroniche sono meno pericolose ma non innocue. E comunque non abbiamo dati sufficienti per dire che non fanno male. È singolare la posizione di Salvini, che è ministro nello stesso governo. Ma del resto lui non ha mai assunto posizioni a tutela della salute pubblica, sembra che segua le opinione del bar...». —