la Repubblica, 6 marzo 2023
Leggere col mal di mare
Se sopportate il mal di mare, salite subito a bordo di Burrasche (edizioni Efesto) dove Carlo Romeo racconta giorno per giorno il tempestoso 2022, ma cominciando dal 1986, quando i cacciatori gli capovolsero non la barca a vela, ma la Renault 5, «peraltro di mia moglie», dove viaggiava con Marco Pannella che voleva abolire la caccia con il referendum. Il 2022, spiega Paolo Mieli nella prefazione, «rimarrà nella storia del secolo perché è l’anno di passaggio dalla pandemia alla guerra» e perciò Carlo Romeo ne tiene il diario-timone ben sapendo, da esperto marinaio, che sul mare il solo pericolo è la terra: Putin, Zelensky, i crimini contro l’umanità e la vittoria dell’Ucraina all’Eurovision con la canzone Stefania, la loro Bella ciao, mentre Finlandia, Svezia e Svizzera chiedono di entrare nella Nato. E però Romeo è lo skipper vero di una barca vera, e dunque, onda su onda, il mare lo porta nella cappella di Todi dove, trent’anni prima, incontrò il già vecchio Eugène Jonesco (sarebbe morto nel 1994) che sapeva ridere di tutto, anche del mal di mare che dà il nome alla nausea, dal greco Nautìa o Nausìa, mal di nave, il travaglio del ventre che non sopporta il mareggio della vita e dunque Carlo Romeo diventa l’Ismael di Moby Dick e, cheto cheto, si getta in mare come Catone si gettava sulla spada. Ma nel suo mare c’è Andrea Camilleri, che gli affida il suo primo Montalbano:«Carlo, mio papà è andato in pensione, ha scritto un giallo e mi ha detto che gli farebbe piacere se tu lo leggessi». E c’è Altiero Spinelli che, nel lunghissimo corridoio del Parlamento europeo, «faceva 5 passi avanti poi dietrofront, 5 passi e ancora dietrofront e all’infinito» perché così camminava in carcere.
Ce lo godiamo, dunque, questo mal di mare che ci fa rinsavire dalle pazzie di terra. Carlo Romeo è un giornalista di grande esperienza, è stato il direttore generale della Radio Televisione di San Marino ed è un radicale “storico”, di quelli che sapevano dire no persino a Pannella, e perciò in questo archivio d’epoca, che le burrasche mettono in disordine, li ritroviamo tutti, i vivi e i morti radicali, «memoria di ieri mattina» si diceva una volta, cronache e coccodrilli, e ogni tanto passa Lucio Dalla in bermuda, mentre il cardinale Zuppi gli spiega cos’è la gioia e Piero Angela gli svela che l’amicizia è «riuscire a stare a lungo con una persona anche in silenzio». Chi ascolta Radio Radicale conosce già il dry humor che rende speciale la sua rassegna stampa del mattino anche perché, sulla scia di Massimo Bordin, Carlo Romeo conosce personalmente, e spesso bene, la gran parte dei giornalisti di cui segnala gli articoli e dunque ne accompagna i tic con malizia e senza cattiveria. Ma poi il mare gira e l’allegria scanzonata cede il passo alla pietas radicale perché il diario di bordo del 2022, a leggerlo così, è un anno da fine del mondo e si sa che la storia del mondo è piena di fini del mondo.