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 2023  marzo 06 Lunedì calendario

Marisa Laurito non si sente anziana

Il 19 aprile compirà 72 anni. Ma che nessuno pensi di chiamarla «anziana». Marisa Laurito è la più giovane (le altre sono Sandra Milo e Mara Maionchi) di Quelle brave ragazze che nel programma di Sky viaggiano attraversando la Francia e condividendo avventure e notti.
Che cosa ha che non va la parola «anziano»?
«È un termine che trovo orribile. Per me orribile è tutto ciò che è schermatico, che ti vuole incasellare in una piccola etichetta, mentre ognuno è un mondo a parte. Quindi, io non sono l’anziana Marisa, ma semplicemente Marisa, con tutto il mio mondo».
E com’è questo mondo visto dai quasi 72 anni?
«Per me oggi la vita è bella, e forse lo sarà anche a 95 anni. L’età è un’idea che ognuno di noi ha del tempo, ma la mia idea è che il tempo non esiste: sì, ti corrode il fisico. Però per la mente, il cuore, l’anima il tempo non esiste. Io mi sento una 28enne».
Condivide con qualcuno questa vita da ragazza?
«Convivo da 22 anni con l’imprenditore Giampiero Pedrini. Andiamo molto d’accordo, ma certo abbiamo anche la fortuna di godere di grandi spazi. Gli spazi individuali sono importanti. Poi, lui ogni tanto va a casa sua a Brescia, io vado a Roma, abbiamo anche conservato momenti separati: è fondamentale portare avanti i propri sogni, che non sempre sono comuni».
Se non vivesse solo con il suo compagno, come vedrebbe una convivenza con altri over 65, un co-housing?
«Non vedo il problema. L’importante è che si vada d’accordo. E questo vale per gli amori come per gli amici. Bisogna trovare persone con lo stesso feeling e mood, altrimenti rischia di diventare un inferno».
Con Sandra Milo e Mara Maionchi, nelle due settimane in cui siete state sempre insieme com’è andata?
«Ci siamo molto divertite e c’era una grande curiosità dell’una per l’altra, perché veniamo da tre mondi completamente diversi. Però avevamo una cosa fondamentale in comune: la voglia di vivere».
Alla presentazione del programma parlavate anche di progetti comuni. Ma mi perdoni con l’età non diventa più difficile fare programmi in là nel tempo?
«In realtà, io progetto moltissimo. Anche se vivo alla giornata, come tutti noi napoletani: siamo nati sotto il Vesuvio, sappiamo che il vulcano può esplodere da un momento all’altro, e quindi abbiamo una modalità alla giornata».
Abbiamo parlato molto di età "over". Con i più giovani, invece, che rapporto ha?
«Mi piace moltissimo stare con loro. Adoro frequentare i giovani "belli", quelli che hanno voglia di portare avanti idee, situazioni. Come Tommaso Primo, che al Trianon, il teatro che dirigo a Napoli, ha appena fatto un concerto straordinario. Ma mi ripeto: l’età è una variabile individuale. Pensi a Mario Monicelli, c’è chi diventa presto vecchio e ci sono persone come lui, che a 92 anni è andato a girare un film in Marocco».