Il Messaggero, 5 marzo 2023
Biografia di Alma Mahler
Con perfetto tempismo possiamo apprestarci a festeggiare la giornata delle donne con questo classico del femminismo intelligente, frutto dell’incontro tra una famosa giornalista, ministro degli Affari Femminili all’epoca di Valéry Giscard d’Estaing, già fondatrice di Elle e del settimanale l’Express, amante appassionata e tradita dal suo collega e complice Jean-Jacques Servan-Schreiber, una delle figure leggendarie nella cultura del Novecento, incarnazione dell’agognata emancipazione, fallita, deviata o mai del tutto realizzata per colpa dei grandi uomini di genio che caddero ai suoi piedi come le mosche sulla carta moschicida.L’ESISTENZAE perciò niente di casuale nella scelta di Françoise Giroud di scrivere la biografia di Alma Schindler, meglio nota come Alma Mahler e conosciuta come la Vedova delle arti, visto che nelle sua lunga esistenza, vissuta tra Vienna, Berlino, Parigi, Sanary sur Mer, e alla fine New York e Los Angeles, questa donna dotata di fascino magnetico, figlia di un paesaggista stimato e di una cantante senza gloria, educata all’arte nella Vienna d’inizio Novecento, divenne a vent’anni la moglie del compositore Gustav Mahler, vedova a trentadue, sposò Walter Gropius, fondatore del Bauhuas, salvo poi tradirlo col pittore espressionista Oskar Kokoschka, e a quaranta finì per ritrovarsi vedova dello scrittore Franz Werfel, lasciando dietro di sé una leggendaria scia di scandali e di ammirazione.Come fece nell’arco di trent’anni a sedurre, irretire, conquistare e seppellire tanti uomini di tale talento è presto detto. Era un’originale, un’inquieta, una ragazza magnetica, aspirante artista in proprio e dotata di un’energia superiore, e di una singolare capacità di stimolare nelle sue prede un senso di dominio psicologico potente alimentandolo col fuoco sacro della creatività. Per esempio Malher che la conobbe già quarantenne, quando era già un compositore affermato, direttore dell’Opera di Corte dell’Imperatore d’Austria, ne rimase immediatamente stregato. E nel giro di 24 ore le si consegnò senza riserve, proiettando su di lei l’esaltazione romantica della fusione delle anime, e la necessità di averla a fianco per realizzare la sua opera. Mal gliene incolse. La ventenne cedette, essendo già scafata nell’arte di dominare spasimanti asserviti, come Zemlinski il suo professore di musica.LE PENEMa patì le pene dell’inferno nel rinunciare a sé stessa, per assecondare il genio imperioso di Mahler che chiedendole di diventare sua moglie l’aveva avvertita : «Non è facile sposare un uomo come me, completamente libero e costretto a continuare ad esserlo, senza che nulla di materiale debba condizionarmi», e finì per convincerla con un argomento dirimente: «D’ora in poi il tuo compito è uno solo: rendermi felice».Ma il giorno in cui, esasperata dalla solitudine, dai silenzi, dalla perdita di se stessa, Alma lo tradì con Gropius, ventisettenne architetto in ascesa, di quattro anno più giovane di lei, non ebbe remore a rovesciare il rapporto di forza. Tant’è che il Mahler, appreso l’adulterio dallo stesso Gropius, ferito a morte, cercò di riconquistarla, riconoscendone le doti di compositrice, e aggiogandosi alla sua perversione fino a morirne.LO SCHEMALo stesso schema, seduzione-asservimento-ribellione-perversione, Alma Mahler lo ripeterà ai danni dello stesso Gropius prima con Kokoschka, che pazzo sonato metterà addirittura in scena la decapitazione simbolica di una bambola di pezza, per tentare di liberarsi dalla morsa della passione per lei, e poi con Franz Werfel, altro talento ignaro di esserlo e pronto a lasciarsi soggiogare con la promessa di rivelarsi a se stesso. «Mi concederò a te solo quando avrai realizzato un capolavoro», gli annunciava la vedova Mahler. E Werfel cedette alla sua mantide, come e più di Gropius, nonostante le stesse censure della madre, e lo scandalo di una differenza di età ancora più grande. Ma per un uomo e un artista nessun altra promessa era tanto irresistibile.