Domenicale, 5 marzo 2023
Biografia di Florence Nightingale
«Infinitamente comprensiva, immensamente affascinante, assolutamente altruista/…/ si sacrificava ogni giorno /.../ in breve, era così costituita che non aveva mai un pensiero suo ma preferiva simpatizzare sempre con i pensieri e i desideri degli altri». Con arguta levità Virginia Woolf sintetizza così le virtù dell’“angelo del focolare” ossia l’ideale vittoriano di donna, moglie e madre. Florence Nightingale (1820-1910) – di cui il giornalista e saggista Bruno Cianci ricostruisce la biografia in questo volume – pur appartenendo all’élite borghese britannica, disattese questo ideale.
Fu assolutamente altruista, comprensiva e affascinante al di fuori della sfera domestica, dedicandosi alla cura di una più vasta umanità sofferente.
La rivoluzione industriale è stata un’epoca di grandiosa trasformazione della civiltà occidentale, ma è stata realizzata – come nei romanzi a sfondo sociale di Dickens – anche con la fatica, le privazioni, le malattie di coloro che prestavano la propria forza lavoro al grande cambiamento innescato dal capitalismo. Le prime ferrovie che, a metà Ottocento, attraversavano l’Inghilterra, consentirono a Florence di essere testimone diretta di tali sofferenze.
Durante un viaggio in Egitto, riflettendo cristianamente sul male e sul bene, Florence era giunta a una sua personale cognizione del perpetuo rapporto circolare fra queste due forze. Cominciò a interrogarsi su quante vite si sarebbe potuto salvare in giro per il mondo con un po’ di volontà, compassione e competenza. La rete di relazioni sociali dei Nightingale fu cruciale per orientare la sua ricerca di un ruolo attivo nella vita. Dalla conoscenza di Lord Palmerston, simbolo del nazionalismo imperiale britannico, a quella dell’ambasciatore prussiano Christian von Bunsen, che aveva fondato a Roma un ospedale per la cura di pazienti protestanti. Florence fu colpita, in particolare, dalle diaconesse di Kaiserswerth, suore-infermiere che conducevano le attività dell’ospedale con «cristiana devozione e teutonica disciplina».
Un impulso a seguire la sua vocazione venne anche da una coppia di americani liberal ospiti della famiglia Nightingale. Come racconta Cianci, «si trattava del chirurgo Samuel Gridley Howe, fondatore di una scuola per bambini ciechi nel Massachusetts (istituto che è tuttora esistente), e della moglie Julia Ward, futura attivista nonché paladina dell’antischiavismo e del femminismo a stelle e strisce». Florence chiese al dottor Howe se fosse «inadatto e sconveniente per una giovane donna inglese dedicarsi a opere di carità negli ospedali e altrove». Il giudizio di Howe fu che «sarebbe insolito, e in Inghilterra qualunque cosa insolita può essere considerata inadatta» ma la spronò a seguire la sua vocazione. Florence era ben consapevole che, nella società britannica del tempo, l’attività infermieristica era considerata «appena un gradino più onorevole rispetto alla prostituzione».
Il conflitto scoppiato in Crimea, nel 1853, in seguito alla disputa sulla protezione dei luoghi santi fra la Russia zarista e la Turchia, che aveva concesso la tutela alla Francia, determinò Florence nella sua decisione. Contro l’Impero russo si erano alleate Parigi, Londra e Regno di Sardegna. Le cronache della guerra, pubblicate sul «Times», descrivevano le drammatiche condizioni di sofferenza dei militari a Scutari, dove si trovava il principale ospedale militare inglese in Oriente, a causa delle inefficienze, della disorganizzazione e della incompetenza degli ufficiali medici responsabili. Florence gettò il cuore oltre l’ostacolo e organizzò la sua missione di volontariato partendo per la Crimea con una squadra di infermiere.
Seguirono, fra le tante iniziative, la creazione di una scuola per la formazione delle infermiere e gli interventi per far fronte alle tragedie che si consumavano in India, la “perla” dell’Impero britannico, fra la popolazione autoctona. Nel 1863 lo svizzero Henry Dunant, ispirandosi a Florence, fondò con quattro connazionali il cosiddetto “Comitato dei Cinque” antesignano del Comitato internazionale della Croce Rossa.
Eppure, Florence fu fredda di fronte alla iniziativa di Dunant. La sua preoccupazione era che, con una simile organizzazione di volontari in essere, i governanti avrebbero preso i conflitti ancora più a cuor leggero di come già avveniva. Il punto è che, a metà Ottocento, pressoché tutti i Paesi fra Europa ed Asia erano coinvolti in guerra. Mentre negli Stati Uniti si combatteva una sanguinosa guerra civile di secessione.