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 2023  marzo 05 Domenica calendario

Pioggia e nevicate hanno solo scalfito la siccità al Nord

In Italia – La vigorosa depressione mediterranea battezzata “Juliette” dall’agenzia meteorologica spagnola, alimentata dall’aria fredda giunta da Nord-Est domenica 26 febbraio, ha influenzato il tempo per gran parte della settimana con nubi e precipitazioni che, poco o tanto, hanno bagnato quasi tutte le regioni disertando solo le Alpi centro-orientali e il Triveneto. Nelle due fasi perturbate del 26-28 febbraio e 1-2 marzo a ricevere più acqua sono state soprattutto Romagna, Marche, Toscana, Umbria, alto Lazio (talora più di 50 mm nella sola giornata di domenica), nonché il Piemonte sud-occidentale, dove – sulle Alpi Liguri e Marittime – si sono finalmente viste nevicate anche prossime al metro, e a mezzo metro a quota 600 m sulle Langhe; spruzzata di neve pure a Bologna tra mercoledì 1 e giovedì 2. Localmente c’è stato un bel sollievo, tuttavia la siccità che da oltre un anno domina sul Settentrione è stata solo scalfita: secondo Arpa Piemonte, anche dopo le recenti precipitazioni il volume di neve immagazzinato nel bacino del Po a monte di Pavia resta sotto norma del 55 per cento. Tra i fenomeni degli ultimi giorni, degni di nota sono anche i temporali con grandine al Sud, con chicchi come uova lunedì 27 nel Reggino. Arrivano i primi dati sull’inverno meteorologico 2022-23 (trimestre dicembre-febbraio), che è stato il secondo più tiepido a Piacenza in una serie di dati iniziata nel 1871, terzo dal 1878 a Parma, dove peraltro in tutta la stagione non si è vista la neve, come accaduto solo altre quattro volte in un secolo e mezzo (inverni 1974-75, 1982-83, 2006-07 e 2016-17), e quarto più caldo dal 1753 a Torino.
Nel mondo – Insolite nevicate hanno ancora coinvolto la California a fine febbraio, imbiancando anche le colline presso Los Angeles a quote di 400 metri come non era più accaduto dal 1989, e seppellendo la Sierra con apporti di tre metri e mezzo di neve fresca in una settimana come al comprensorio sciistico di Palisades Tahoe al confine con il Nevada, zone tuttavia non nuove a “nevoni” di questa entità. Notevoli burrasche invernali anche in Corsica e sulle Baleari sotto le spire nuvolose di “Juliette”, perfino un metro e mezzo di neve a 800 m sui rilievi di Maiorca. Ma nel resto del mondo prevalgono le ondate di caldo estremo, come quella tardiva che ha di nuovo soffocato l’Argentina (38,0 °C a Buenos Aires, record per marzo nella serie di dati iniziata nel 1906), o quelle precoci su parte degli Usa (in Texas, i 40 °C più anticipati mai registrati nella federazione), Nord Africa ed Eurasia (30 °C in Turchia, 34 °C in Israele). Nei giorni scorsi il senatore Lucio Malan ha ripreso un tweet in cui il negazionista australiano Peter Clack – particolarmente prodigo nel diffondere bufale e disinformazione sui cambiamenti climatici – commentando una carta del sito scientifico tedesco www.meereisportal.de segnalava che nel gennaio 2023 la banchisa artica sarebbe stata più estesa rispetto al gennaio 2003, smentendone dunque la riduzione causata dal riscaldamento globale. Al di là del fatto che concentrarsi sul confronto tra la situazione di due mesi a caso è statisticamente poco significativo e può portare a risultati fuorvianti rispetto alle reali tendenze climatiche di lungo periodo, ciò che lascia sbalorditi è che la carta (forse intenzionalmente) è stata interpretata da Clack al contrario! Infatti i dati scaricabili dallo stesso sito confermano che la banchisa è in pessima salute, e a inizio 2023 era di oltre 1 milione di km2 più ridotta che nel gennaio 2003, in linea con la nota tendenza alla sua contrazione. Suggerisco dunque al senatore di fare più attenzione nei suoi retweet, meglio sarebbe riferirsi all’autorevole servizio di monitoraggio satellitare europeo Copernicus invece che a fonti cialtrone, perché non solo si fanno figuracce, ma si danneggia la corretta informazione in campi cruciali per il nostro domani.