Corriere della Sera, 4 marzo 2023
Biografia di Bruno Astorre
Fu Colonna, cittadina dei Castelli Romani, la palestra politica di Bruno Astorre che, dopo la laurea in Economia alla Luiss, mollò la carriera in banca per militare nella Dc di Severino Lavagnini, suo mentore. Consigliere comunale a metà degli anni Novanta, grazie al forte legame con il territorio si costruisce una solida base di consenso che lo vede in costante ascesa: consigliere provinciale con la Margherita, poi eletto con l’Ulivo alla Regione Lazio dove, nel 2005, è assessore ai Lavori pubblici e alla Casa nella giunta di Piero Marrazzo: «Sentiva il peso della responsabilità – ricorda uno dei suoi parenti più stretti che, domenica, ha pranzato con lui prima di votare alle primarie del Pd –, voleva essere all’altezza di un compito così gravoso». Il più votato tra i dem alle Regionali del 2010, nel 2013 viene eletto senatore, ruolo che ricopre per tre mandati (alle Politiche del 25 settembre scorso era capolista nel collegio plurinominale Lazio 2). Dopo il primo matrimonio e l’adozione di un figlio, oggi 25enne, due anni e mezzo fa sposa in seconde nozze Francesca Sbardella, 42 anni, sindaca di Frascati. Sui social, lo scorso 14 febbraio, la prima cittadina aveva pubblicato una foto del coniuge assieme al loro gatto Pietro, docile esemplare dal pelo fulvo, con la dedica: «Buon San Valentino ai miei amori». I familiari confermano la solidità della loro unione: «Si amavano molto, tra loro c’era grande sintonia».
Tra gli amici più cari Augusto Cappellini, ex sindaco di Colonna dal 2009 al 2019, racconta di aver cenato con Astorre la sera prima della tragedia: «Negli ultimi tempi era un po’ sottotono, ma non avrei mai pensato a nulla del genere. Quando l’ho saputo sono rimasto basito. Il rimorso più grande è che lui era sempre disponibile con tutti, noi invece non abbiamo saputo aiutarlo». Cresciuti insieme nella Dc, da ragazzi avevano fondato un giornalino, Il nuovo gonfalone, che distribuivano tra i vicoli di Colonna: «Nel periodo natalizio ci riunivamo sempre per giocare a carte. Organizzavamo lunghe tavolate – ricorda Cappellini – che duravano dall’8 dicembre, festa dell’Immacolata, fino alla Befana. Ci conosciamo da trent’anni, non doveva farmi questo...». Renzo Carella, ex deputato dem, ha condiviso con Astorre un lungo percorso: «Io comunista, lui seguace di Lavagnini, dopo esserci spesso scontrati in modo leale ci siamo ritrovati nello stesso partito. Quando ho appreso la notizia mi tremavano le gambe. Bruno era una persona generosa, credo che quanto è accaduto sia l’epilogo del grande impegno che avvertiva sulle sue spalle. Lo sentivo provato, inappagato per come stavano procedendo le cose. Ieri mattina (giovedì, ndr) l’ho chiamato per chiedergli come stava, sapevo che aveva avuto degli sbalzi di pressione e gli ho detto: “Mi raccomando, la salute al primo posto”». Rimpiange il «rapporto fraterno» e l’amicizia di lungo corso nonostante la divergenza di vedute anche Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, ex vicepresidente della Regione ai tempi di Marrazzo: «Bruno era concreto, risolutivo, trasparente, scherzoso. Una persona piacevole non soltanto sul lavoro, ma anche nei momenti di convivialità. Il suo tratto più bello era che si metteva sempre a disposizione per risolvere i problemi». L’ex senatore Luigi Zanda è invece tra quanti, come Daniele Leodori, ex vice di Zingaretti molto vicino ad Astorre, non se la sentono di parlare: «Una notizia terribile...».