Corriere della Sera, 5 marzo 2023
Ceccarelli jet d’oro agli Europei
«Ringrazio l’aspirina». Piccoli Jacobs crescono, sono passati «solo» 580 giorni dall’oro a Tokyo del re di Olimpia e l’allievo supera di nuovo il maestro, addirittura con la febbre per l’emozione: un meraviglioso eroe (non) per caso, Samuele Ceccarelli da Massa, 23 anni, fresco campione italiano battendo Marcell Jacobs di un centesimo agli Assoluti di Ancona, si ripete su un palcoscenico allargato; sono sempre i 60 metri dello sprint al chiuso, ma questa volta è la vecchia, enorme, spaventevole Europa.
L’oro resta in casa Italia, 6”48 Samuele capace di volare in semifinale in 6”47 (quinto crono di sempre a soli sei centesimi dal record europeo del compagno di squadra), sbucato sul rettilineo per il titolo stralunato, con gli occhi lucidi per l’influenza e il pettorale blu di leader stagionale («Il campionato europeo, l’attesa eterna in call room, la presentazione: tutte cose a cui non sono abituato... È una bella soddisfazione, forse realizzerò quello che ho fatto tra un mese»), 6”50 Marcell ancora incerottato e alla fine claudicante, in imperfette condizioni fisiche come ad Ancona («Un doloretto che avevo già prima della semifinale, ho sentito il polpaccio chiudersi, ho corso senza sapere se sarei arrivato in fondo») e a questo punto bisognerà capire una volta per tutte perché, se la preparazione, le scarpe (le vecchie, rispetto alle nuove, non sembrano aver scavato una differenza sostanziale), un malanno fisico o psicosomatico. Quel che è certo, guardando dall’alto in basso un’Europa di cui dominiamo il medagliere (due ori dopo quello di Zane Weir nel peso e due argenti: ieri Daryia Derkach, 29 anni, ucraina che vive in Campania dal 2002, naturalizzata dalla Federatletica come il gigante sudafricano Weir, ha conquistato un brillante secondo posto nel triplo con un salto da 14,20 metri), è che senza Jacobs non sarebbe esistito Ceccarelli, bravissimo a sfruttare l’occasione non una, ma due volte, uscito dai blocchi con in testa l’impresa della vita a dispetto di certi pensieri confusi e felici («Io... boh... non so cosa dire... non me l’aspettavo... non so come ho fatto...») mentre Jacobs lottava con i suoi fantasmi, scivolava indietro e riprendeva di pura classe lo svedese Larsson, terzo (6”53): «Sono scontento di me però ho dato tutto quello che avevo nelle gambe. Samuele è la dimostrazione che il movimento dell’atletica italiana è in crescita, adesso tornerà utile in staffetta: con due ori e due argenti è un onore essere il capitano di questa spedizione».
Ceccarelli jet nostrano, assediato dai microfoni delle televisioni internazionali che – proprio come con Jacobs a Tokyo – si chiedono da dove sia spuntato il carneade dello sprint, allenato a Pietrasanta (Lucca) da coach Marco Del Medico, ha un sorriso per tutti, stringe mani, incassa pacche sulle spalle, prova a coprire quei capelli pieni di buchi, scuoiati dalla collega sprinter Anna Bongiorni nel rito d’iniziazione che tocca a ogni matricola in azzurro. «Il livello è altissimo, gli avversari al top, il neofita sono io» ghigna con la faccia da impunito, sapendo di averla combinata grossa. Come cambia, in vista della stagione all’aperto, il mondo del Cecca, aspirante avvocato (o magistrato) come papà, ispirato dai modelli di riferimento Falcone e Borsellino, arrivato tardi all’atletica dopo il karate? Sui 100 metri Samuele riparte da un personale alto, 10”45, ma con una velocità inedita nei garretti. «Rimango con i piedi per terra» promette. Non troppo, però. Peter Pan sa volare.