Corriere della Sera, 5 marzo 2023
Darsi del tu o del lei? Il caso di Agnelli e Romiti
Caro Aldo,
gradirei conoscere il suo parere su chi ha ragione tra Umberto Eco, che ha affermato che «darsi sempre del tu è una finta familiarità che rischia di trasformarsi in insulto», e il vezzo di alcune presentatrici di dare il tu ai loro interlocutori senza curarsi, a non dir d’altro, della differenza di età, dell’incarico pubblico ricoperto e della posizione sociale.
Giuseppe Costarella
Caro Giuseppe,
François Mitterrand, leader socialista, consentiva il tu solo ai commilitoni con cui aveva diviso la prigionia al tempo della seconda guerra mondiale. Jacques Chirac, suo successore all’Eliseo, dava del voi alla moglie Bernadette. Gianni Agnelli e Cesare Romiti si sono dati del lei per tutta la vita.
La sua mail, gentile signor Costarella, ha fatto riaffiorare un ricordo della mia infanzia: la nonna che bacia sulle guance una sua coetanea, mentre si dicono in piemontese «dumse du ti», diamoci del tu; credo si conoscessero da sempre, ma solo in quel momento ruppero la formalità che aveva segnato il loro rapporto (e comunque nel Piemonte di cinquant’anni fa mai due uomini si sarebbero baciati sulle guance, neanche fossero stati fratelli).
In realtà, si può avere un rapporto di familiarità e financo di complicità con una persona cui si dà del lei, e avere un rapporto freddo e distante con una persona cui si dà del tu. È abbastanza normale che ci si dia del tu tra colleghi e in genere tra persone della stessa generazione. È scortese che una persona più giovane dia del tu a una persona più anziana, o che un cliente dia del tu a un cameriere, o dare del tu a una persona che ci dà del lei. La confidenza non concessa è una forma di maleducazione. Diciamo che se tornassimo a considerare il «lei» come la forma base della conversazione, apprezzeremmo di più il «tu».