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 2023  marzo 04 Sabato calendario

Il suicidio di Bruno Astorre

Marina De Ghantuz Cubbe per la Repubblica
Le bandiere del Senato a mezz’asta, le lacrime sui volti della moglie Francesca Sbardella e dei suoi amici e colleghi accorsi a Palazzo Cenci dove ieri è stato ritrovato il corpo senza vita del senatore e segretario del Pd Lazio Bruno Astorre. Sulla sua morte la Procura di Roma ha aperto un fascicolo e l’ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella di un gesto volontario: si indaga per istigazione al suicidio, un atto dovuto e necessario a svolgere gli accertamenti del caso, compresa l’autopsia. La notizia che il senatore non ci sia più e che si sarebbe tolto la vita ha gettato nel dolore e nello sconcerto un’intera comunità politica, da destra a sinistra.
Astorre, nato a Colonna nel 1963,avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 11 marzo. Giovane militante della Dc ha iniziato il suo lungo percorso istituzionale nel 1995 come consigliere proprio nel piccolo Comune dei Castelli Romani per poi approdare nel 2003 in Regione Lazio dove è rimasto fino al 2012. Nel 2007 ha contribuito alla nascita del Pd, una casa che non lascerà mai più.
Nel 2013 la carriera politica di Astorre si sposta a livello nazionale e per tre volte, l’ultima lo scorso settembre, viene eletto senatore. Sempre nella circoscrizione Lazio, un territorio che non ha mai abbandonato, tanto più che dal 2018 era segretario del Pd regionale. Strenuo difensore del campo largo con Pd, M5S ma anche Azione e Italia Viva al governo della Regione, si è battuto per l’elezione del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per la campagna elettorale di Alessio D’Amato alla presidenza del Lazio, in ultimo per la segreteria di Elly Schlein che ieri si è detta «sconvolta e addolorata».
Come tutta la comunità del Pd che si stringe accanto alla famiglia e alla moglie, sindaca dem di Frascati. «Ciao Bruno, amico di una vita. Ci hai insegnato cosa vuol dire amare la politica, amare la propria terra, voler bene alle persone», le parole del suo riferimento politico, Dario Franceschini che ha ricordato i sorrisi di Astorre. C’erano però anche «le ferite dell’anima», ha detto il dem Goffredo Bettini. Dal commissario Ue Paolo Gentiloni, al presidente del M5S Giuseppe Conte in tanti sottolineano il suo instancabile lavoro per il territorio. Un uomo «appassionato e leale», ha detto la premier Meloni che lo ha conosciuto come avversario politico.


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Antonio Bravetti per La Stampa
Bruno Astorre si è tolto la vita. Il senatore e segretario regionale del Pd Lazio è stato trovato morto ieri nella chiostrina di palazzo Cenci, dove aveva l’ufficio al quarto piano. «Avvertiva una forma di depressione nascosta», rivela Goffredo Bettini. Già venti giorni fa aveva provato a uccidersi. Tra una settimana, l’11 marzo, avrebbe compiuto sessant’anni. Era alla terza legislatura a palazzo Madama. Lascia una moglie, la sindaca di Frascati Francesca Sbardella, sposata in seconde nozze nel 2021 e un figlio adulto. «Siamo sconvolti», dice la segretaria del Pd Elly Schlein. Commozione anche tra gli avversari politici, soprattutto quelli che lo hanno incrociato e conosciuto per il suo incessante impegno sul territorio.
Ieri mattina era stato ospite della rassegna stampa di una testata locale, poi doveva pranzare con alcuni amici. Prima dell’appuntamento ha deciso di passare dal suo ufficio in Senato. A trovare il corpo e dare l’allarme intorno alle 12.30 è stato un infermiere dell’ambulatorio del Senato che affaccia sul cortile di palazzo Cenci. La procura di Roma ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio, un atto dovuto.
Tra i primi ad arrivare nel palazzo l’ex presidente del Lazio Nicola Zingaretti. Fuori dal portone, in piazza, abbracci e lacrime. Matteo Renzi lo definisce «un professionista della politica», ma con un rammarico: «Mi spiace non aver capito prima della tragedia». Per il presidente del Senato Ignazio La Russa è«una notizia terribile»; mentre Giorgia Meloni saluta» un avversario appassionato e leale».
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ricorda «una persona intelligente e generosa». Di «perdita dolorosa» parla il presidente del M5S Giuseppe Conte. «Ci hai insegnato cosa vuol dire amare la vita», scrive sui social Dario Franceschini. «Amico e politico di grande impegno» per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Gli rende omaggio anche un avversario politico storico come Francesco Storace: «Siamo stati amici anche se da sponde opposte, ma a uno come te non si poteva non volere bene. Addio "compagno"».