il Giornale, 3 marzo 2023
Processo al sale
Colpevole. Il reato dell’imputato – il sale – è quello di provocare danni alla salute a carico di diversi organi vitali. In primis, al cuore, innescando ipertensione e rischio di malattie cerebrovascolari come ictus e infarto. A condannarlo un tribunale vero, presieduto dal presidente del tribunale ordinario di Milano, Fabio Roia, che ha simulato un processo al condimento numero uno della nostra tavola. Senza particolari attenuanti. Il giudice ha concluso un processo di 4 ore di dibattimento con il pubblico ministero Nunzia Gatto (avvocato generale presso la corte d’appello di Milano) che ha esposto i reati compiuti dal sale in molti secoli di storia, mentre gli avvocati Ilaria Li Vigni e Giorgia Andreis hanno difeso l’imputato (rappresentato in sala dallo chef Federico Trobbiani). Nel mezzo gli interventi di esperti di parte, periti tecnici, medici di diverse specialità (cardiovascolare, nefrologica, nutrizionisti, internisti), giornalisti. Tutto come in un processo reale. Nonostante il sodio, in piccole quantità sia stato chiaramente indicato come «vitale» per gli esseri umani, la sentenza ha tenuto conto soprattutto degli elementi di pericolo per la salute. Crollata anche la tesi della difesa fondata in prevalenza sulle proprietà antisettiche e di conservazione del sale. «È passata la tesi dell’accusa ha commentato Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici e degli Odontoiatri di Milano in parte inaspettata. Se da un lato, come medici, ci attendevano una sentenza più buonista, dall’altro il giudizio è pienamente giustificato da prove secondo cui il sodio assunto in quantità abbondanti non faccia bene. Tuttavia il sale è irrinunciabile; anche da esso dipende la buona funzionalità di diversi organi. Dunque la vera condanna riguarda l’uso smodato del sale». L’accusa ha snocciolato fatti che risalgono al 2017, come nel più articolato dei processi, e ci mancava solo che chiamasse in aula testimoni veri. «Secondo gli ultimi dati riferiti al 2017 ha dichiarato Giuseppe De Leo un consumo eccessivo di sale, che supera cioè il normale fabbisogno di 5 grammi al giorno è causa di 3 milioni di decessi e di una moltitudine di malattie con un effetto domino. Il sale è innanzitutto responsabile di ipertensione, sintomo di guai per nefrologi, cardiologi e angiologi, neurologi e psichiatri, oculisti otorinolaringoiatri e oncologi. In funzione di tali dati, che non sono affabulazioni o suggestioni il corretto ritenere il sale colpevole». «L’abuso di sale nella dieta ha concordato Evelina Flachi, nutrizionista della Società Italiana di Nutrizione Umana – impatta anche su osteoporosi, calcolosi renale, cancro gastrico e potenziali alterazioni delle difese immunitarie. Per questo a livello individuale dobbiamo contenere l’apporto di sale in cucina, preferendo il sale iodato, fare attenzione all’etichetta nutrizionale e scegliere cibi meno salati. Mentre a livello collettivo, l’industria dovrebbe produrre e proporre prodotti a minor contenuto di sale. Ed i vantaggi sono molteplici: meno sale, significa più salute e più sapore, grazie al miglioramento della sensibilità gustativa».