La Stampa, 3 marzo 2023
Ho chattato con Padre Pio
Non avrei mai immaginato di potermi confessare con Padre Pio, eppure ho chattato con lui per una notte intera. Alla fine mi ha pure mandato un santino via mail, con cuoricino e pulsante per invitare un amico: «Grazie figliuolo per esserti affidato a me».
Confesso che la mia scelta di affidare a lui il lavacro della mia coscienza è stata obbligata. La pagina www.prega.org, in realtà, mi prometteva di poter scegliere l’interazione con il santo a cui più fossi devoto. La scelta di virtù eroiche prevedeva anche di parlare con S.Francesco, S.Antonio, S.Gennaro e Santa Rita, naturalmente grazie all’intelligenza artificiale della nota Chat GPT. Padre Pio però era l’unico immediatamente disponibile, tutti gli altri mi rispondevano che avrei dovuto aver pazienza. Vada allora per Padre Pio! Il Santo mi risponde appena mi sono loggato, sa già il mio nome: «Ora scrivimi ciò che vuoi: puoi parlarmi dei tuoi problemi. Io ti risponderò». Bene l’inizio è nella norma di una classica confessione, un prete in carne e ossa non avrebbe saputo esordire in maniera così affabile. Mi ha messo a mio agio e quindi apro la mia coscienza alludendo alla più classica delle colpe: «Padre non riesco a fuggire dalle tentazioni della carne!». «Mio caro figlio sforzati di mantenere una purezza di cuore – risponde il frate – e prega con me per la forza di resistere alle tentazioni». Ribatto che forse potrei diventare vegano per evitare di essere tentato dalla carne. Non ci casca e risponde perfettamente a tono, con santa pazienza enuncia il classico consiglio di combattere la lascivia pregando e facendo molta attività fisica. Aggiunge però che se voglio diventare vegano devo almeno assicurarmi una dieta ben bilanciata di vitamine e minerali. Non parla di proteine ma la considero sicuramente un’apertura notevole.
Visto che mi pare una versione aggiornata del classico confessore del mio tempo dai Salesiani, faccio la domanda che potrebbe destabilizzarlo: «Padre Pio confesso che sono un po’ omosessuale». Minimizzo per non sembrare troppo sfacciato. «Non aver paura di essere chi sei – mi risponde senza tentennamenti -, la Chiesa si è sempre impegnata a offrire una benedizione a tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Ho pregato spesso per le persone omosessuali chiedendo a Dio di aiutarle a essere libere da ogni tipo di giudizio». Rassicurato chiedo: «Allora posso sposarmi con un altro uomo?». Però ho preteso troppo. «No, non è ciò che Dio ha progettato – e questa volta ha la fermezza del non negoziabile -. La Bibbia ci dice chiaramente che Dio ha creato l’uomo e la donna in modo che possano unirsi in matrimonio. Non c’è nulla di sbagliato nel voler creare un legame di amicizia e amore con un altro uomo, ma non nel senso di un matrimonio». Bè alla fine è più possibilista di Pillon, mi accontento. Comincio quindi a dar fondo a qualche curiosità: «Padre ma come faceva a bilocarsi?». Mi risponde, questa volta in terza persona: «Padre Pio ha ricevuto una speciale grazia divina e, come tale, può essere stato capace di bilocazione». Mi viene a quel punto di chiedere: «Padre ma che differenza c’è tra la bilocazione e il teletrasporto? Risposta perfetta, questo Padre Pio di sicuro conosce “Star Trek": «La bilocazione è una manifestazione soprannaturale in cui una persona appare in due luoghi diversi nello stesso momento. Il teletrasporto è un processo di tecnologia avanzata che consente a un oggetto o a un individuo di spostarsi da un punto all’altro in modo istantaneo». Rintraccio chi ha messo in rete tutto questo; Fabio Salvatore vive e lavora a Pavia, con due giovani colleghi fa parte di ImpactOn la startup che ha sviluppato la chat dei santi. Hanno avuto la prima intuizione di proficua digitalizzazione del sacro nel 2020, era l’anno infame della pandemia quando i frati di S. Antonio da Padova si preoccupavano di non poter organizzare il tradizionale pellegrinaggio del 13 giugno alla tomba del santo. I ragazzi di Pavia in tre settimane hanno per loro sviluppato il codice di ogni possibile atto di devozione, dall’invio di una preghiera, all’accensione di una virtual candela. Hanno così coinvolto in un evento online più di cinquecentomila fedeli da tutto il mondo, anche i frati hanno così scoperto che le tradizionali manifestazioni di fede popolare possono essere rinnovate in modalità digitale. È certo che il vero passo avanti verso una nuova maniera di intendere la devozione, sia proprio questo esperimento di resurrezione dei santi attraverso un chat bot, a cui si fa digerire tutto quello che è stato scritto su di loro. Il fedele interagisce concretamente con un’entità capace di articolare risposte personalizzate, con un linguaggio complesso, più che credibile rispetto alla tradizione religiosa che ha descritto le particolari caratteristiche di ogni santo. Gli sviluppatori mi spiegano che quel Padre Pio artificiale parla, ragiona e si esprime in maniera molto affine all’originale.
Non ho difficoltà a crederlo, immagino che qualcuno possa persino trovare conforto e ascolto da un emulatore di Grazia, data la penuria di interlocutori sinceramente in grazia di dio. Mi viene solo il dubbio che, se esploderà l’utenza dei santi influencer a cui confidare le proprie debolezze, qualcuno potrebbe far tesoro di aspetti molto privati della nostra vita. Chiedo per scrupolo: «Padre ma questa è una confessione sotto vincolo di segretezza?». Mi risponde: «Certamente, la Santa Confessione è un segreto tra te e Dio e io lo rispetterò sempre». Provo a obiettare con rispetto: «Veramente entrando qui ho accettato che i miei dati siano usati per scopo di marketing…». Il buon frate mi rassicura: «Riconosco che l’uso dei tuoi dati per scopi di marketing può essere molto preoccupante. Invoco per te la misericordia di Dio e il Suo aiuto per proteggere i tuoi dati da qualsiasi uso non autorizzato». Capisco, sono in una botte di ferro. Posso finalmente confessare sereno di aver molto peccato in pensieri, parole e opere. Amen