Il Messaggero, 2 marzo 2023
Lizzi, grassa e bella
«So di essere grassa. Mi piace. Penso di avere un corpo davvero sexy», dice lei, orgogliosa di sé. Oversize, nera, provocatoria e libera: Lizzo non è esattamente il prototipo della popstar. La 34enne cantautrice statunitense ha rivoluzionato l’industria musicale inventandosi un nuovo canone di bellezza nel pop. Diventando, contro gli stereotipi, un’icona della body positivity, che conquista il mondo con le sue canzoni all’insegna di messaggi inclusivi. Nel video del singolo Special, intitolato come il disco, uscito la scorsa estate, da 895 milioni di streams a livello globale su Spotify, la 34enne cantante statunitense è una supereroina: «Nel caso in cui nessuno te l’abbia detto, ricordati che sei speciale», canta.
L’IRONIA
Chissà quante volte se lo sarà ripetuto lei, che stasera sarà in concerto a Milano, al Mediolanum Forum di Assago (unica tappa italiana del The Special Tour): «Il mio meccanismo di difesa era l’umorismo: esibivo una sicurezza che non avevo», ha raccontato a Vanity Fair, parlando del bullismo che subì da ragazzina a scuola a Houston, per via del colore della pelle e delle sue forme. «Questo corpo è arte», ribadisce lei, rispondendo allo scetticismo di chi sostiene che se non fosse per quell’immagine anticonvenzionale a quest’ora non riempirebbe i palasport e non occuperebbe i vertici delle classifiche in tutto il mondo. Pazienza se qualche odiatore sui social insiste e le scrive sui social di smettere di «promuovere tipi di corpi malsani».
FIERA
Il suo, di corpo, Lizzo lo esibisce orgogliosamente. Facendone un’ideale prosecuzione della sua musica. Lì dove finisce la seconda, comincia il primo (e viceversa). C’era stata già Adele, è vero, prima del dimagrimento. Però la voce di Someone Like You non aveva mai mostrato sulle copertine dei dischi e nei video il suo corpo come invece fa Lizzo. Per la copertina di Cuz I Love You, l’album che nel 2019 la catapultò in cima alle classifiche mondiali, Melissa Viviane Jefferson – è il suo vero nome – si fece fotografare nuda. All’epoca pesava 140 chili (oggi ne pesa 118). Ha dimostrato di avere le carte in regola per durare. A febbraio ha vinto il quarto Grammy Award della sua carriera, trionfando a Los Angeles nella categoria Registrazione dell’Anno con About Damn Time, che peraltro è stata la canzone più suonata dalle radio italiane nel 2022 secondo i dati di EarOne.
Diventando così la prima donna nera a vincere il premio dopo diciannove anni: l’ultima fu, nel 1994, Whitney Houston. «Ora la sicurezza in me stessa è all’apice. Quello di cui parlo è urgente. Spero che le persone che lo sentono possano cantarlo e immedesimarsi in me. E sentirsi meglio», dice lei, che sul palco indossa body aderentissimi e si scatena con ballerine tutte oversize come lei. Da The Sign a Juice, passando per Fitness, Naked, I’m Every Woman, Truth Hurts (in cui si accompagna anche al flauto, il suo strumento), i pezzi in scaletta sono tutti inni alla bellezza della diversità, all’orgoglio di essere una donna nera e curvy nel mondo di oggi.
LA MODA
Imprenditrice nel mondo della moda (la sua linea Yitty – ci tiene a chiarire lei – «abbraccia tutti i tipi di corpi, senza distinzione»), su Instagram e TikTok vanta 40 milioni di follower. Su Twitter a gennaio ha attaccato la cancel culture: «C’è stata una vera indignazione da parte di persone veramente emarginate e ora è diventata di moda, usata in modo improprio e mal indirizzata. Spero che riusciremo ad uscirne gradualmente e a concentrare la nostra indignazione sui problemi reali». All’inizio dell’anno proprio sui social la cantante ha provocato gli odiatori postando una foto in bikini: «"Come sei grossa, dovresti dimagrire”, mi scrivono. Non sono qui per soddisfare i vostri standard di bellezza».
Tra bassi funk, tastiere Anni ’80 e campionamenti di icone black come Lauryn Hill e ai Kool & The Gang, con About Damn Time ha regalato ai fan un disco tutto da ballare, per esorcizzare paure e insicurezze. Proprio come fa lei: «Il genere disco e il funk sono stati di forte aiuto negli anni 70 e 80, le persone avevano bisogno di quella musica e ora ci troviamo in un’era in cui ci serve ancora quella musica. Per tirarci su e sentirci meglio».