Il Messaggero, 2 marzo 2023
Gli strani edifici di Vienna
LA METASferica, ad assecondare le linee del paesaggio. E con un diametro di circa otto metri per la precisione 7,68 per un totale di sessanta metri quadri, articolati su due livelli, che custodiscono come un museo la sua storia. La micronazione di Kugelmugel, proclamata indipendente nel 1976 ma mai riconosciuta tale è uno dei tesori di Vienna. E una delle tante storie per le quali vale mettersi in viaggio, andando alla scoperta dei segreti della città, tra zoo di vetro, biblioteche sospese e altri misteri, lontani dai grandi circuiti turistici. È sufficiente un’ora e mezzo di volo da Roma poco meno da Milano per andare alla scoperta dell’anima, anche ribelle, della capitale austriaca, a partire, appunto, dalla piccola nazione che si trova nel suo cuore e che potrebbe essere perfino frutto di suggestioni italiane.IL RICONOSCIMENTOLa casa-sfera fu edificata nel 1971 dall’artista Edwin Lipburger a Katzelsdorf. Soltanto qualche anno prima, nel 1968, al largo della costa di Rimini, ad essere dichiarata nazione indipendente era stata la Repubblica delle Rose, piattaforma artificiale ideata da Giorgio Rosa, demolita l’anno dopo per decisione dello Stato italiano. Sorte decisamente migliore è toccata alla struttura austriaca che, nel 1982, è stata trasferita all’interno del Prater, venendo riconosciuta quantomeno come attrazione e ottenendo un indirizzo: Antifaschismusplatz 1, ossia piazza dell’Antifascismo. Ovviamente, anche questa intitolazione è stata decisa dall’artista ma è stata sposata dalla città, che vanta più di un monumento sul tema, da quello contro Guerra e Fascismo di Alfred Hrdlicka, nell’Albertinaplatz, a quello ai “perseguitati dalla giustizia militare” nazionalsocialista, ossia i disertori di Hitler, eseguito da Olaf Nicolai.I CONTRASTIKugelmugel è un’architettura avveniristica, nata come manifesto di una riconnessione con la natura, che ben si sposa con la cultura viennese della dimensione urbana, spesso ripensata, anche in chiave sperimentale. Così, possono essere gli edifici stessi, nella particolarità di talune forme e volumi, a farsi spunto e tema per una visita inusuale, ferma restando questa sì, turistica, ma sarebbe un peccato rinunciarvi una pausa al Sacher Cafè, per una fetta di Sacher Torte. Ecco allora, l’Haas-Haus, edificio postmodernista realizzato a metà Ottanta da Hans Hollein, di fronte al Duomo di Santo Stefano: il contrasto tra stili ed epoche fu oggetto di forti polemiche, ma oggi l’architettura è tra le più amate di Vienna.ARCHISTARAll’incirca dello stesso periodo la Hundertwasserhaus, complesso di case popolari dai colori accessi e dalle linee inusitatamente morbide opera di Friedensreich Hundertwasser nel quartiere di Landstrasse. Lo stesso artista, che si diceva “medico dell’architettura”, aveva già realizzato l’inceneritore di Spittelau, nel distretto di Alsergrund, donandogli l’aspetto di una monumentale scultura. E così via, dai gazometri della città trasformati in strutture residenziali a lavori di Zaha Hadid (inclusa la cosiddetta “Biblioteca sospesa” nel campus della facoltà di Economia, che ricorda le linee del Maxxi a Roma), Jean Nouvel, Massimiliano Fuksas, Dominique Perrault, che ha firmato la Dc Tower, il grattacielo più alto della città, e molti ancora. Basta seguire l’orizzonte, dunque, per scoprire le tante anime di Vienna e il suo slancio verso il domani. E così si fa anche un viaggio nel tempo.IL MEDIOEVOLa storia, infatti, non è stata dimenticata, né celata. E se è immancabile la visita al palazzo della Secessione Viennese, che vanta Il fregio di Beethoven di Gustav Klimt, meno frequentata dal grande pubblico, ma non poco interessante è la collezione Blaschka dell’Università, con circa centocinquanta modelli di specie marine realizzati in vetro nella seconda metà dell’Ottocento. E si può andare oltre, risalendo fino al medioevo, le cui tracce si possono vedere nello Steyrerhof, che ingloba quattro case d’epoca. I cultori del cinema non rinunceranno a visitare, nel quartiere di Simmering, il cimitero dei senza nome, tra i set del film Prima dell’alba di Richard Linklater (1995), con Ethan Hawke e Julie Delpy, una storia d’amore tra due sconosciuti nata proprio durante un viaggio a Vienna.
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