La Stampa, 2 marzo 2023
Troppo sesso nelle serie tv
«Le scene di sesso? Se sono necessarie le faccio, ma a volte non servono a niente. Tra gli sceneggiatori talvolta prevale l’"effetto Boris”, del tipo: che gli facciamo fare? Famoli scopà, così, de botto!». Ecco il «vizietto» degli sceneggiatori italiani secondo Carolina Crescentini, ospite martedì sera da Belve di Francesca Fagnani. Ma Boris era Boris (e lei «la cagna maledetta» che non sapeva recitare), parodia che i vizi li esasperava: a colpire è che il trucchetto di usare il sesso per tirarla per le lunghe sia stato usato anche in Mare Fuori, la serie che parla di ragazzi dietro le sbarre, che di comico non ha proprio nulla. Mi faccia un esempio, incalza Fagnani. Crescentini: «Nella seconda stagione di Mare fuori ci sono due latitanti. Io e il comandante li perdiamo e pensiamo bene di dargli ancora più tempo andando a letto insieme».
Il fatto è che, tramontata l’era della trasgressione sessuale – nessuno si stupisce più di nulla –, nelle serie tv le scene hot si sono trasformate in passepartout narrativo: stanno bene ovunque, con chiunque, in qualsiasi momento della storia. Crescentini non si fa scrupoli a girarle: come ha spiegato a Belve, sul set c’è il «soldato Carolina», non lei. Il regista ordina e lei esegue. La sceneggiatrice di Mare Fuori Cristiana Farina preferisce non rilasciare commenti. Ma il tema sollevato ha echi, molto più ampi e profondi, negli Stati Uniti. Un esempio su tutti: le critiche degli attori di Game of thrones, costretti a scene di sesso molto spinte e, a loro avviso, gratuite. «Il caso del Trono di spade solleva una doppia questione – precisa Armando Fumagalli, direttore del Master di International Screenwriting e Production all’Università Cattolica di Milano – in quelle scene, il sesso non è espressione d’amore ma un atto di violenza perpetrato o subito dal partner. A volte le scene di sesso sono gratuite anche nelle fiction italiane: si cerca la trasgressione o l’effetto shock. Quando invece si racconta l’intimità come coronamento di un rapporto affettivo, allora non si cade mai nella scorciatoia: affinché funzioni, devi prima costruire e raccontare quell’amore. Non a caso una delle regole base è posticipare, il più possibile, il bacio tra i due innamorati».
A difendere la categoria degli sceneggiatori, Francesco Arlanch, penna delle serie tv Doc e Blanca. «Nelle fiction italiane la linea romantica è praticamente obbligatoria, pertanto una delle sfide principali è proprio riuscire a estenderla su tutto l’arco degli episodi. Nel momento in cui i due protagonisti consumano, la tensione romantica cala. Quindi mandarli a letto non è certo un riempitivo, ma un punto di non ritorno. Sarebbe una scorciatoia autolesionista e non credo proprio che firme talentuose come quelle di Mare Fuori commetterebbero un errore del genere». Semmai c’è un cambio nell’immaginario collettivo: «Se una volta ci si baciava, adesso si fa sesso. Questo è ancora più eclatante nelle serie teen dove all’immaginario adolescenziale viene applicato un modello sentimentale e relazionale tipico più di una vita adulta». Quanto invece a Game of thrones, «bisogna distinguere i prodotti streaming e cable, come questi, da quelli più generalisti, come Csi, dove l’aspetto sessuale è avvicinato con più delicatezza. Sicuramente nelle scene di Game of thrones c’è una ipersessualizzazione della donna, rispetto alla quale è giusto chiedersi se sia o meno lecita».