la Repubblica, 2 marzo 2023
Biografia di Michael B. Jordan
La parabola di Michael B. Jordan è racchiusa nei pochi minuti di intervista sul tappeto rosso per la première losangelina di Creed III,il suo primo film da regista (da oggi in sala con Warner). La conduttrice di un podcast gli ricorda che erano nella scuola a Newark, in New Jersey e lui, gelido, risponde: «Sì, e io ero quello corny (“banale”, ndr ),no?». Lei nega: «Sono stata fraintesa» ma lui, inesorabile: «L’ho sentito con queste orecchie».
Si scopre che il giovane Jordan era bullizzato da un gruppo di compagni, tra cui l’intervistatrice, che aveva anche raccontato: «Ridevamo di lui, se ti c hiami Michael Jordan e beh, non ci somigli proprio... Andava anche in giro con il cappuccio calato sul viso». L’essere sottovalutato è stata un tempo una costante di Michael Bakari, così lo chiamano genitori e fratelli, in swahili significa nobile promessa. Il mondo non aveva subito creduto in lui come da 36 anni fa la sua famiglia, punto di riferimento della comunità a Newark. Inizia a lavorare a 12 anni, «la segretaria del dottore suggerisce a mia madre di farmi fare il modello. Il giorno dopo faccio un’audizione. Trovo un agente leggendo un annuncio su un giornale». Serie tv, tanti film, ma la svolta arriva nel 2013 con Ultima fermata Fruitvale Station sulla storia vera di Oscar Grant, un «ruolo che ha cambiato la mia vita. Ero arrabbiato, frustrato quando fu ucciso da chi era chiamato a proteggerlo». Il regista è Ryan Coogler, che lo chiama per il cattivo diBlack Panther.Negli incontri per quel film, per Il diritto di opporsi e per Creed IIribadisce: «Creed è la mia saga, il progetto a cui tengo di più, quello più personale». Adonis è il figlio illegittimo di Apollo, adottato dalla sua vedova, con l’aiuto di Stallone/ Balboa, investe la sua rabbia nei combattimenti, diventando campione.
Il terzo capitolo è il primo senza Sylvester Stallone: «Sono uscito dal progetto in modo pacato – ha detto l’attore – sapevo che non c’era spazio per me, gli auguro il meglio». Jordan spiegato che «questo è il franchise di Creed, volevamo concentrarci sulla sua evoluzione». Ritroviamo Adonis in ritiro, manager della carriera di altri pugili, tra cui l’ex nemico Viktor Drago, al suo fianco la moglie manager musicale (Tessa Thompson) e la figlia non udente. Dal suo passato burrascoso emerge l’ex amico Jonathan Majors, la cui promettente carriera nella boxe è stata interrotta in una serata sbagliata per entrambi.Quello che convince di Creed IIIè che la vicenda umana non è mai in secondo piano rispetto al ring, la scelta di un “villain” ricco di sfumature che non si riesce a odiare davvero (Majors è uno dei talenti puri di Hollywood). Il pugilato più di altri sport intrattiene un rapporto molto stretto con il cinema. Ma «soprattutto – ci racconta Jordan – più che mai la boxe è metafora della lotta che gli individui ai margini della società portano avanti ogni giorno. Il pugilato è primordiale. Ci sono due individui sul ring che combattono per vedere chi è il migliore. È uno sport di strategia, intelligenza. Il pubblico è dalla parte del perdente, del ragazzo che affronterà tutte le avversità e ne uscirà vincitore. Sul ring c’è qualcosa di viscerale, umano: uomini che mettono la loro via in pericolo, spesso per le loro famiglie, per guadagnarsi il rispetto. È uno sport da guerrieri». Jordan sa che significa sentirsi perdenti: «Certo, sono un maschio nero. Sono afroamericano, mi sono sempre considerato il perdente». Da regista ha filmato la boxe con un approccio diverso.
Nessuno sguardo ai classici come Toro scatenato o Lassù qualcuno mi ama. «La sfida era essere creativo, pensare fuori dagli schemi. Così ho preso spunto dall’animazione giapponese e da altri film d’azione». A dargli consigli c’era l’amico Ryan Coogler: «È mio fratello, vorrei girare sempre con lui. Speriamo di fare Wrong Answer», basato sulla vera storia di insegnanti che falsificarono i test scolastici ad Atlanta.
Attivista di Black lives matter con il padre, Jordan è radicato nella comunità black: tra i suoi mentori Denzel Washington, che lo ha diretto in Journal of Jordan. Con la sua casa di produzione è impegnato a cambiare dall’interno il sistema hollywoodiano ed è stato tra i primi ad applicare criteri di diversificazione di cast e troupe (ha anche prodotto e interpretatoSenza rimorso di Stefano Sollima). Nel 2020 è stato eletto uomo più sexy da People. Creed III,che rischia di essere il suo più grande successo, nasce dalle ombre del passato: «Ci sono esperienze dell’infanzia che ti scavano dentro. Non ne parli per tanto tempo, poi capisci che devi affrontarle».