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 2023  marzo 02 Giovedì calendario

L’acqua e la Bibbia

Uno degli argomenti che non mancano nelle notizie giornaliere sullo stato dell’economia è quello della quotazione del petrolio o del gas, considerati strumento essenziale per garantire la vita. In questi ultimi tempi è stato scoperto il tema dell’acqua e quanto questa sia preziosa, anche se nessuno parla della sua quotazione sul mercato. Proviamo a prendere le mosse dalla Bibbia, un testo condiviso un po’ da tutti, vediamo cosa ci suggerisce e mettiamolo in relazione con quanto la scienza ha elaborato negli ultimi decenni.

L’acqua è il fondamento della creazione: essa appare ancor prima della creazione della luce (che rappresenta l’energia): «Lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque» (Genesi 1, 2).
Che l’acqua sia ovunque l’elemento fondamentale per la conservazione e lo sviluppo della vita è opinione condivisa da tutti. Il Maharal di Praga, creatore del Golem, scrive: l’uomo è caratterizzato dall’essere Forma ed è il contrario dell’acqua che invece assume la sua Forma a seconda del recipiente in cui viene inserita o addirittura non assume alcuna forma, ma può spazzare via tutto ciò che ha forma. Il Diluvio universale elimina l’uomo perché aveva tradito la sua Forma, cioè il senso che doveva dare alla sua esistenza: viene restituito all’uomo il ruolo di custode del Creato.
La Bibbia conferisce un ruolo importante all’uomo – «Tu lo hai fatto poco meno che Dio», Salmo 8– ma quando l’essere umano perde la sua Forma, si allontana dalla sua funzione e non esprime il suo legame con la fonte della vita, le acque lo travolgono. L’acqua rimane fedele al proprio scopo “primitivo”, riportare il mondo alla sua natura: «Questa dimora era stata costruita sull’acqua ed a quello stato primordiale essa deve ritornare» (Genesì Rabbà5: 5).
Possiamo analizzare e interpretare in questa luce, il comportamento di Mosè salvato dalle acque, ma che poi perde il diritto di entrare nella Terra Promessa perché parla alla rupe con violenza e la percuote, contravvenendo a quanto Dio gli aveva detto. Come direbbe Masaru Emoto, grande scienziato giapponese, Mosè avrebbe dovuto parlare con dolcezza alla rupe e lei avrebbe fatto sgorgare la sua acqua.
Il ruolo della parola è evidente nella storia del profeta Giona, gettato nel mare e travolto dalle acque, prega nel ventre di una balena, che lo rigetta sulla spiaggia perché torni a svolgere la sua missione.
L’immersione in acqua sorgiva o in mare o in una vasca specialeriempita con acqua piovana, svolge una funzione di purificazione o di conversione in ambito ebraico e di battesimo in ambito cristiano.
Paradossalmente, dal punto di vista della crescita morale e spirituale, la risorsa dell’acqua piovana è preferibile a quella che scorre sulla terra o può essere estratta dalla falda acquifera, e questo perché la Bibbia non è interessata solo a un raccolto abbondante, ma anche allo sviluppo di una persona completa al servizio di Dio e della società. Un luogo ricco naturalmente di acqua provoca un sentimento di orgoglio, e il controllo delle fonti idriche crea un senso di potere e potenza, che può diventare pericoloso per una società. Così le piogge che provengono dall’alto creano un uomo “vivo” che sa che non è il padrone del Mondo e non è in grado di controllare tutto.
La Bibbia associa spesso la parola maim (acqua) con la parolachaim (vita): circa il 71 per cento della superficie terrestre è occupato dall’acqua. L’uomo stesso è fatto d’acqua, quasi nella stessa percentuale della Terra.
Masaru Emoto ha ideato una tecnica per esaminare al microscopio quella che lui chiama “memoria dell’acqua” o “coscienza dell’acqua”, e per fotografare i cristalli che prendono vita da differenti tipi d’acqua quando questa passa allo stato solido, a una temperatura di – 4° centigradi. L’acqua possiede una memoria, in grado di rilevare la vibrazione di una energia quasi impercettibile, che la cultura giapponese definisce “Hado” (cresta dell’onda).
Emoto illustra come l’acqua a contatto con le energie positive crea dei cristalli armoniosi ed eleganti: l’acqua è fondamentale per il benessere del pianeta e delle persone che lo abitano anche da un punto di vista relazionale: 350 persone raccolte in preghiera di fronte al lago Biwa inquinato riescono a vitalizzare le acque del lago creando numerosi cristalli.
La musica, la parola e perfino il silenzio (Salmo 65 :«A Te si addice il silenzio») trasmettono all’acqua i loro messaggi: l’uomo invece ha la tendenza ad alzare i toni e quindi a distruggere il suo rapporto con l’ambiente e con l’acqua contaminandoli in mille modi. La Bibbia usa il termine parola per indicare l’atto creativo: l’espressione «L’uomo divenne un essere vivente» viene resa dall’antica traduzione aramaica con «essere parlante».
La parola è vita e la parola dà vita all’uomo, ma anche all’acqua e all’ambiente: affinché non produca morte, bisogna saperla usare in modo appropriato e non violento.


(L’autore è rabbino e fisico)