Corriere della Sera, 1 marzo 2023
Le sanzioni a Putin fanno salire i prezzi russi
Mai più senza la vodka Z, il superalcolico per «veri uomini russi» che sull’etichetta riporta anche la scritta «Non molliamo i nostri», intesi come militari. In alternativa, c’è la vodka V, che riporta invece una scritta cara a Vladimir Putin: «La forza è nella verità».
Siamo tornati al Blisnetsy di Medvedkovo, estrema periferia nordest della capitale, una catena di grande distribuzione dai prezzi accessibili, ben diversa dalle concorrenti del centro, ancora molto occidentalizzate nell’offerta di beni resi più cari dalle triangolazioni con altri Paesi, necessarie per farle arrivare ai consumatori più facoltosi. Non manca quasi nulla. Ma è tutto più autarchico. Adesso c’è la «buona» Cola, con lattine uguali in tutto e per tutto a quelle della nota bevanda. La confezione, i caratteri della scritta e la forma del gelato con biscotto MaxiBon sono quelle di sempre, solo che ora si chiama MaxiDuo. Entro la fine dell’anno apriranno a Mosca dieci negozi di arredamento della compagnia bielorussa Swed House, dal marchio e dal catalogo di librerie e tavolini componibili che ricorda molto da vicino una celebre azienda svedese.
Nel suo discorso di una settimana fa all’Assemblea federale, il presidente ha deriso il tentativo collettivo dell’Occidente di soffocare la Russia con le sanzioni. «Erano un mezzo per far soffrire i nostri cittadini, destabilizzando la società dall’interno. Il loro gioco non è riuscito». Per dimostrarlo, ha citato dati macroeconomici come il mancato crollo del Pil. Ma l’impatto sui cittadini si misura anche in altri modi. E non consiste tanto in una crescita della povertà, come dimostra la sostanziale tenuta dei redditi reali, solo leggermente diminuiti, quanto piuttosto nel calo dei consumi. In un abbassamento qualitativo e quantitativo del proprio livello di vita. Il fatturato del commercio al minuto continua a diminuire. Nel 2022 è sceso del 6,7% (oltre ventuno mila rubli a testa, quasi trecento euro) e nell’ultimo mese dell’anno è crollato del 10,5%.
La gente tende a spendere di meno, perché teme che la situazione peggiori e perché il calo delle importazioni ha fatto aumentare i prezzi. Facendo il confronto con gli appunti presi alla fine dello scorso ottobre nello stesso negozio, i rincari sono innegabili, e corrono più veloci dell’inflazione, che pure è al 12 per cento. Colpisce la sorte di un bene primario come il latte, con annessi tutti i latticini, che in soli cinque mesi sono aumentati del trenta per cento. Un chilo di formaggio in media sale da 600 a 900 rubli. Il formaggio fuso Hochland in confezione da 400 grammi costa 326 rubli invece dei 260 di questo autunno, la tavoletta di cioccolata Rossiya passa da 80 a 102 rubli.
L’apparenza del singolo negozio questa volta non inganna. Anche Rosstat, il comitato statale per la statistica, ha dovuto ammettere che le conseguenze delle sanzioni si fanno sentire anche nel carrello della spesa. Nel 2022 le merci che hanno subito i maggiori rincari sono la tintura di iodio, il disinfettante più usato in Russia, salito del 55,2%, i fiammiferi (+50,6%), le saponette (+44,2%), gli assorbenti per donna (+43,5%), le nuove auto di marca straniera (+39,1%). Seguono deodoranti, shampoo e dentifrici, intorno al +38%. Tra le singole categorie di merci, i detersivi sono aumentati in media del 30%, gli elettrodomestici del 15%. Una vacanza in Egitto e in Turchia, le mete estere più accessibili tra quelle in testa alle preferenze dei russi, costa in media 2,5 volte in più di prima.
Il progetto Pricing.day, che fa capo alla rete di Aleksey Navalny, monitora i prezzi dei generi alimentari a Mosca e in altre dieci grandi città russe. Cambia qualche dato a seconda delle località, ma il rincaro di frutta e verdura fa segnare una progressione costante. Un anno fa, un chilo di cetrioli costava in media 178 rubli. Ora invece 292 rubli, più 64%. Anche i pomodori sono più cari, da 175 a 209 rubli.
Nella capitale, il costo delle banane sale del 41%, quello delle mele del 28%, i mandarini del 29%. A Krasnodar i limoni sono aumentati del 69%, in Siberia del 61%. I prodotti di esportazione sono sempre meno, e costano sempre di più. Se un cliente del Blisnetsy di Medvedkovo vuole una bottiglia di vino italiano o spagnolo, deve pagare una media di 800 rubli (dieci euro) in più a bottiglia. E così fioriscono nuove marche autoctone. Sulla qualità della vodka Z, manca la competenza per giudicare. Ma per quel che riguarda la copia della nota bevanda, a nostro parere la Coca-Cola può dormire sonni tranquilli.