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 2023  marzo 01 Mercoledì calendario

COSA NON HA FUNZIONATO NELLA CATENA DI SOCCORSI? NEL NAUFRAGIO DI MIGRANTI SULLE COSTE CALABRESI SI INDAGA PER L’ORDINE DI SALVATAGGIO MAI PARTITO - FRONTEX NON HA SEGNALATO CRITICITÀ ALLA GUARDIA COSTIERA (“LA NAVIGAZIONE DELL’IMBARCAZIONE E’ REGOLARE”). PER DI PIU’ NESSUNO DALLA BARCA HA CHIESTO AIUTO. QUINDI NON E' STATO ATTIVATO IL SOCCORSO IN MARE. QUESTO HA FATTO SI' CHE USCISSERO I MEZZI DELLA FINANZA MA NON LE MOTOVEDETTE DEL SALVATAGGIO… -

Ma sappiamo com’è andata a finire, quindi è quantomeno probabile che qualcosa non abbia funzionato nella catena dei soccorsi. Non fosse altro per la sottovalutazione dei rischi che quella bagnarola correva mentre navigava ancora al largo delle coste calabresi. Oppure, come sta emergendo, il punto debole è forse stato tentare di raggiungerla come se si trattasse di una operazione di polizia piuttosto che di soccorso. Più un controllo per traffico di migranti che una corsa per aiutarli a raggiungere la riva.

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Il «caicco», come lo descrivono i migranti nei verbali, sta navigando ormai da tre giorni quando un velivolo Frontex — alle 22.30 di sabato 25 febbraio — lo intercetta 40 miglia al largo della costa calabrese. Frontex è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Le sue rilevazioni termiche confermano che a bordo ci sono tante persone, i suoi strumenti di indagine dicono che sul barcone è attivo un telefono cellulare turco. È praticamente certo che si tratti di traffico di migranti. E infatti è con questa ipotesi che dal velivolo parte una segnalazione.

Gli operatori Frontex la mandano all’Icc, l’International coordination centre, cioè le autorità che si occupano della cosiddetta law enforcement, in pratica le operazioni di polizia (contrabbandieri, traffico di migranti, ecc), di cui fa parte anche la Guardia di finanza. Per conoscenza Frontex gira la segnalazione anche alle Centrale operativa della Guardia costiera di Roma. Il punto è che quella segnalazione, secondo la ricostruzione della Guardia costiera, parla di una «unità che naviga regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con una persona sola visibile sulla coperta».



La Guardia costiera (che non è nell’Icc) si tiene fuori dall’intervento. Anche perché la Finanza le comunica di aver inviato i suoi mezzi. Per di più dalla barca nessuno chiede aiuto. Quindi niente allarmi. Non viene attivato il «Sar», il soccorso in mare che avrebbe fatto partire le Classi 300 della Guardia costiera, motovedette specializzate proprio nel recupero di persone in difficoltà e capaci di affrontare mare forza 7-8. Le Classi 300 a Crotone sono e a Crotone restano. Sabato sera, dunque, il destino dei 180 (o forse più) migranti sulla Summer Love è nelle parole della segnalazione Frontex: «Naviga regolarmente, in buone condizioni di galleggiabilità».

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La Guardia di finanza «dispone l’intercetto» — per dirla con la sua stessa espressione — della barca. Salpa con la Vedetta V5006 da Crotone e con il Pattugliatore veloce PV6 Barbarisi da Taranto. Si va a intercettare, appunto, non a soccorrere, «l’imbarcazione presumibilmente coinvolta nel traffico di migranti». I due mezzi partono, a quel punto, «nonostante le proibitive condizioni del mare» ma quelle condizioni non fanno scattare il «Sar». Il pattugliatore e la vedetta non riescono a raggiungere «il target», come dicono, e tornano indietro attivando «il dispositivo di ricerca a terra, lungo le direttrici di probabile sbarco». A metà notte sono tutti in attesa, diciamo così, che il barcone si spiaggi da qualche parte.

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