il Giornale, 28 febbraio 2023
Il Pantheon di Elly
Analizzare i riferimenti politici e culturali di un leader di partito è il modo migliore per comprendere il suo operato, come si muoverà e quali linee programmatiche adotterà sui principali temi del dibattito pubblico. Per provare a tratteggiare il pantheon del nuovo segretario del Partito Democratico Elly Schlein, bisogna avventurarsi in parte nel mondo della sinistra radicale e in parte in quello della sinistra radical chic.
In tal senso uno strumento utile è il suo libro La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme in cui la Schlein tocca gli argomenti che le stanno più a cuore a partire dalle lotte per la giustizia sociale e ambientale «nel segno dell’intersezionalità, attorno a una visione condivisa: ecologista, progressista e femminista insieme». Da qui la necessità di «redistribuire ricchezze, sapere, potere e accompagnare la conversione ecologica, restituire dignità al lavoro e superare il patriarcato, realizzando una società inclusiva».
Più che idee originali, si tratta di temi presi in prestito da altri illustri maestri a partire dal suo idolo Barack Obama, non a caso la Schlein nel 2008 partecipò come volontaria nell’ultimo periodo della campagna elettorale di Obama.
In queste ore è in voga un altro paragone con la pasionaria del Partito Democratico americano Alexandria Ocasio-Cortez, il 14 settembre 2021 la Schlein condivideva un articolo sul suo profilo Twitter con la foto della Ocasio-Cortez vestita con l’abito «Tax the rich». La didascalia non lasciava spazio a interpretazioni: «Più chiaro di così», corredata dagli hashtag «#TaxTheRich #Progressività #Redistribuzione», quasi un programma economico in poche righe.
Da un lato all’altro dell’Oceano Atlantico, sono numerosi i paragoni con il già leader dei laburisti inglesi Jeremy Corbyn la cui esperienza alla guida della sinistra in Gran Bretagna è stata piuttosto disastrosa. La Schlein il 23 febbraio 2018 condivideva un tweet di Liberi e Uguali con scritto: «Spero che la foto di Grasso con Corbyn non sia un momento elettorale, ma l’inizio di una collaborazione per un lavoro comune delle forze di sinistra in Europa». Riferimento del nuovo segretario del Pd è stato anche l’idolo della sinistra radicale europea, il greco Alexis Tsipras, nel 2015 la Schlein da europarlamentare lodava il «bell’intervento in plenaria» di Tsipras.
Il pantheon della Schlein non si limita al mondo politico ma anche alla società civile tra i paladini (o le paladine) dei suoi cavalli di battaglia come l’immigrazione e l’ambiente.
È del 3 ottobre 2019 il suo endorsement a Carola Rackete sull’immigrazione: «Ha ragione Carola Rackete. Serve subito la riforma di Dublino e l’apertura di vie legali e sicure in tutti i Paesi UE». La Schlein ha elogiato in varie occasioni anche Greta Thunberg, non ultima la dichiarazione secondo cui Greta con le sue proteste: «Ha permesso di far entrare il tema dell’emergenza climatica nelle agende politiche europee».
Pochi giorni fa è arrivata la sua apertura anche agli eco-vandali di Ultima Generazione affermando che «il dialogo è possibile con loro e con tutte le mobilitazioni ecologiste», mentre nel 2020 definiva «le piazze come nuovo place to be paragonando i ragazzi di Black Lives Matter» con quelli «ancor più giovani di quelli dei Fridays for Future».
Immancabile la vicinanza con la paladina delle femministe, la scrittrice Michela Murgia che ieri le ha dedicato un lungo post sottolineando le difficoltà a cui andrà incontro la Schlein nel nuovo ruolo di segretario del Pd sottolineando «siamo entrambe gramsciane».
Tra i giornalisti spesso citati dalla Schlein c’è anche Roberto Saviano, nel 2017 definiva «perfetto» un suo articolo su La Repubblica sull’immigrazione mentre di recente, nella querelle tra il giornalista e Giorgia Meloni, ha preso le sue difese. Il quadro è completo.