ItaliaOggi, 28 febbraio 2023
Periscopio
Ho visto bambini senza vita arrivare con le onde, Li ho visti mentre li infilavano nelle sacche, nudi, perché il mare li aveva spogliati. Non scorderò mai più la fine del mondo che c’era su quella spiaggia. Antonio Ceraso, sindaco di Cutro (Giusi Fasano, Corriere della Sera).
A ogni barcone che arriva in Italia ho detto, dico e dirò NO! Matteo Salvini (30 gennaio 2019).
Negli ultimi mesi a Qom, una delle principali città religiose dell’Iran, centro per eccellenza di studi sciiti, si è consumato un dramma che ha coinvolto centinaia di bambine, avvelenate nelle loro scuole in «modo intenzionale», come ammette il viceministro della salute. L’obiettivo era quello di chiudere le scuole femminili. (…) Oltre a Qom, anche la città di Borujerd, nel centro del paese, è stata teatro di episodi simili. Nelle ultime 48 ore, riporta Bbc Persian, oltre 90 studentesse delle scuole superiori si sono recate in ospedale con sintomi di avvelenamento. Diana Alfieri, il Giornale.
Mitra tira fuori un dubbio che non riesce a risolvere. Perché storie come Lolita e Madame Bovary – così tristi, così tragiche – ci trasmettono una specie di felicità? Se scrivessimo della nostra vita qui, nella Repubblica islamica dell’Iran, renderemmo altrettanto felici i nostri lettori? Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran.
Alla partenza di questa straordinaria marcia per la pace, notturna e fortemente simbolica, arrivano ragazzi, anziani, suore, frati, sindaci con la fascia tricolore. (…) Vogliono che l’Italia e l’Europa abbandonino la pericolosa scorciatoia delle armi. [Mica la Russia: l’Italia]. Tante le bandiere arcobaleno, come quella lunga venti metri che segue la testa del corteo. E poi quelle delle Acli, dell’Anpi, di Emergency, e i gonfaloni degli enti locali. Luca Liverani, avvenire.it.
Certi tristi giorni, dietro la maschera delle buone intenzioni, s’intravedono le fosse comuni dell’Occidente e della libertà. Aldo Grasso, Corriere della Sera.
Un canale di rap caraibico in lingua francese inneggia a Vladimir Putin. Un ex poliziotto divenuto videogamer ha convertito il proprio spazio YouTube alla propaganda pro-Russia. Una miriade di piccoli profili con pochi follower pubblicano video realizzati con un unico scopo: distorcere la verità sulla guerra in Ucraina, per esempio mostrando filmati pesantemente manipolati in cui i cadaveri di Bucha, la città dove l’esercito russo ha compiuto una strage di massa di civili, danno evidenti segni di vita. La disinformazione sulla guerra in Ucraina passa anche da YouTube. Wired.
Evgenij Prigozhin, capo della Wagner ed ex titolare della società di catering che riforniva il Cremlino durante i ricevimenti ufficiali, ha trascorso gli ultimi dieci giorni attaccando il ministero della difesa, reo di far mancare le munizioni al suo gruppo mercenario. I media internazionali hanno dato ampio spazio alle sue lamentele. In Russia, niente. Neppure il lieto fine della storia, con Prigozhin che annuncia l’arrivo degli agognati rifornimenti, costretto a ringraziare obtorto collo il «nemico» Sergej Shoigu, ministro della difesa. Marco Imarisio, Corriere della Sera.
Pensa agli affari tuoi, Prigozhin. Torna a cucinare polpette e spaghetti. Evgenij Kuyvashev, governatore della regione di Sverdlovsk.
È veramente sfinente questo richiamo continuo e quotidiano al pericolo fascista. Un giorno per una frase di La Russa, un altro per la storia del liceo di Firenze. Da parte mia, l’unico pericolo fascista che vedo è la Russia di Putin. Giordano Bruno Guerri (Federico Novella, La Verità).
Per la prima volta nella storia del Pd il voto delle primarie rovescia quello degli iscritti. E già, detta così, la novità è clamorosa: il segretario, che ha preso la tessera per l’occasione, cosa che qualche lustro fa non fu consentita a Beppe Grillo, lo scelgono «i passanti», avrebbe detto Massimo D’Alema con baffuto sarcasmo. Appuntiamoci questo spunto di riflessione su cosa sia, oggi, un partito. Alessandro De Angelis, HuffPost.
Fanno festa per circa un milione di partecipanti [alle primarie]. Quasi 600mila meno del 2019. Titolo del Tempo.
Mai come stavolta a guardare la vittoria della Schlein con gli occhiali della politica si rischia di non capire nulla. Il segno del nostro tempo è la rivolta contro l’establishment, il sistema, e tutto quanto è percepito come «vecchio». Aldo Cazzullo, corriere.it.
Schlein vince con il 53% dei voti. Non proprio un trionfo. Dal web.
Abbiamo fatto la rivoluzione. Elly Schlein (titolo di Repubblica).
Resto a disposizione. Stefano Bonaccini, masticando amaro.
Schlein rappresenta la sinistra social (senza la «e» finale) di oggi, una sinistra minoritaria dei diritti di genere (…) e quanto di più lontano esista in natura dagli interessi dei lavoratori (i quali, infatti, votavano le destre di Meloni, Lega e Cinquestelle già prima di Schlein, figuriamoci d’ora in avanti). Christian Rocca, Linkiesta.
Penso che da domani nella politica italiana cambieranno molte cose. Si apre una stagione molto interessante per i riformisti. Maria Elena Boschi.
Le accuse di Panzeri. I deputati Pd eletti coi voti del Marocco. Titolo di Libero.
Gli elettori Pd hanno chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte 2 (…) con la vuota agenda Draghi. Giuseppe Conte, un tweet.
Una domenica che ricorderemo a lungo. Maurizio Molinari, Buongiorno: rep.
Nel Pd è entrata aria nuova. E adesso fondere utopia e pragmatismo. Achille Occhetto (titolo di Repubblica).
È un’altra rifondazione comunista. Titolo del Giornale.
Una vera rivoluzione copernicana. Enrico Mentana.
Il segretario della Cgil Maurizio Landini annuncia che, al congresso del sindacato di metà marzo, sarà lanciata la proposta della settimana lavorativa di quattro giorni. Linkiesta.
La vera libertà consiste nel poter dire anche sciocchezze. Roberto Gervaso.