La Stampa, 28 febbraio 2023
La donna giusta nel posto sbagliato
«Non ho paura. Il peggio che può succedere è che perda». «Ti sbagli: il peggio è che tu vinca». Quando Elly Schlein mi informò che stava pensando di candidarsi alla segreteria del Partito democratico le dissi questo e lo penso ancora. Passata l’abbuffata dei gazebo, le tocca il pesante compito di fare la segretaria di un partito i cui iscritti volevano Bonaccini e non lei, compresi i capigruppo di Camera, Senato e Parlamento europeo. Da oggi Elly Schlein dovrà gestire sia le resistenze di quelli che l’hanno osteggiata, sia le pretese di quelli che si stanno intestando la sua vittoria. Questi ultimi sono forse i peggiori. Chi nella vecchia guardia l’ha appoggiata non l’ha certo fatto perché affamato di cambiamento, ma perché si aspetta di controllarla affinché nulla cambi. Nessuno si stupirà quindi se il sostenitore di ieri diventerà domani il peggior avversario della donna che nessuno in fondo voleva. Il rischio è che le energie di Elly, che servono al Paese, siano risucchiate dal partito, un’idrovora che ha mangiato molti altri entusiasmi prima di questo. Lei crede di no, io temo di sì, ma siamo entrambe gramsciane e sappiamo che queste due cose non sono necessariamente in contrasto. Con l’ottimismo della volontà le faccio dunque le congratulazioni, con il pessimismo della ragione le faccio gli auguri. Ne avrà bisogno. (p.s. Qualcun? mi chiede se non sono contenta che finalmente il Pd abbia una donna alla segreteria. Non me ne è mai importato niente che avesse potere una donna a caso, mentre sono contenta che ci sia questa donna. Come donna di sinistra penso che Giorgia Meloni sia la donna sbagliata per noi nel partito giusto per lei, mentre Elly Schlein è la donna giusta per noi nel partito sbagliato per lei. Non si può avere tutto, prendiamo il buono.