Corriere della Sera, 27 febbraio 2023
I numeri sugli sbarchi dei migranti nel 2023
Dal primo gennaio al 24 febbraio scorsi sono già oltre 8.700 i migranti in più sbarcati in Italia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ovvero 14.104 contro 5.345 (+163%). Sono peraltro, secondo i dati del Viminale, oltre 9 mila in più rispetto al gennaio-febbraio 2021 (4.304, +227%) e addirittura 11.500 sul primo bimestre 2020 (2.553, +452%), ma in questo caso la pandemia potrebbe aver contribuito a limitare le partenze.
Un trend in continua crescita, anticipato dai 105.129 profughi approdati sulle coste italiane in tutto il 2022, rispetto ai 67.477 del 2021 (+55,8%) e ai 34.154 del 2020 (+207,8%). Ecco perché il 2023 preoccupa molto, e non solo per gli arrivi via mare, che sono già quasi il triplo di dodici mesi fa. La strage davanti alla costa crotonese della «carretta» carica di migranti bengalesi, afghani e pachistani conferma l’importanza ormai da due anni della rotta alternativa a quella nordafricana più utilizzata dagli scafisti: Libano, Cipro e, soprattutto, Turchia. Viene utilizzata per raggiungere il mar Ionio e quindi la Calabria e la Sicilia orientale. Una parte dei profughi si ferma in Grecia, la maggior parte arriva da noi.
Un tratto di Mediterraneo tuttavia molto più insidioso rispetto a quello fra Libia e Sicilia, che costringe i migranti a traversate di 13-15 ore, che a ognuno di loro può costare fra mille e 10 mila euro. Secondo Frontex, nel 2022 l’incremento di traffico sulla rotta turca è stato addirittura del 118%. Non solo di natanti a motore, come quello che si è disintegrato a Crotone, ma anche a vela, spesso con skipper ucraini e russi (nel novembre scorso ad Augusta, in Sicilia, sono stati fermati proprio tre scafisti russi su un’unità con bandiera ucraina, la Blue Diamond, e 99 passeggeri). Uno dei porti di riferimento dei trafficanti di esseri umani sarebbe vicino a Bodrum, località turistica turca davanti alle isole greche.
Ma è uno scenario in continua evoluzione, che a questo punto può soltanto peggiorare, visto che nei prossimi mesi le condizioni meteomarine saranno migliori rispetto a oggi, favorendo nuovi sbarchi. Per questo, sottolinea il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ieri in Calabria, «è assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive. Bisogna fermare le partenze e non devono essere incoraggiate in alcun modo le traversate».
Dati alla mano, risulta che nel 2022 oltre 33 mila migranti – ovvero circa un terzo del totale arrivato in Italia – erano bengalesi, siriani, afghani e pachistani. L’anno precedente poco più di 12 mila, e nel 2020 appena 7.500. Evidente quindi che la rotta turca assuma maggiore importanza, in un quadro nel quale comunque la maggioranza dei profughi – oltre 49mila – parte da Egitto (20.542) e Tunisia (18.148), Costa d’Avorio (5.973) e Guinea (4.473). In aumento anche il numero dei minorenni non accompagnati sbarcati sulle nostre coste negli ultimi cinque anni: nel 2022 sono stati 14.044 a fronte dei 10.053 del 2021 e dei 4.687 dell’anno precedente (nel 2019 erano stati 1.680 e nel 2018 3.536). Nel 2023, al 20 febbraio scorso, sono già 861 sebbene il dato non sia consolidato e manchino i dati sugli arrivi di minori dell’ultima settimana.
Come quello ufficiale sulle vittime: 26 mila dal 2013, 225 nei primi due mesi del 2023. dopo le 2.406 del 2022 (circa 1.700 sulla rotta turca), secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Anche se i dispersi potrebbero essere molti di più.