il Fatto Quotidiano, 25 febbraio 2023
L’Inps spiegato da Tridico
Da presidente dell’Inps Pasquale Tridico consegna alle stampe non un libro di memorie o di politica economica, ma una sorta di manuale. Scritto con il giornalista del Corriere della Sera Enrico Marro, il libro esamina i grandi dossier sociali, mette in fila numeri, problemi, propone ricette e soluzioni, fa un bilancio di un’attività che, comunque la si pensi, avrà lasciato il segno nel welfare italiano.
Tridico rappresenta infatti la traduzione operativa e sociale delle idee che hanno contraddistinto il Movimento 5 Stelle, a partire dal Reddito di cittadinanza alla cui costruzione ha contribuito “tra il 2018 e i primi mesi del 2019, come consigliere economico del ministero del Lavoro”, Luigi Di Maio”. La misura viene rivendicata come una delle più importanti scelte di welfare in Italia anche se vengono avanzate proposte di modifica. Tridico si definisce un “figlio” dello stato sociale che ha concesso a lui, “nato in un piccolo paese in provincia di Cosenza da genitori che non sapevano né leggere né scrivere”, una effettiva opportunità di integrazione e di ascesa sociale.
Ma Tridico è anche il presidente Inps che si è trovato a gestire l’emergenza Covid con il più grande trasferimento sociale mai avvenuto, in tempi così brevi, nella storia italiana. Prova, tutto sommato, superata positivamente
Il libro offre infine molte idee propositive, sul salario minimo, la precarietà, il RdC, la “flessibilità pensionistica” per uscire gradualmente dal lavoro. Ed è attraversato da un’idea di fondo: per preservare un istituto che maneggia 386 miliardi di euro con 237 miliardi di contributi previdenziali, che tra assegni pensionistici, assistenza, maternità, RdC, copre praticamente tutti, occorre puntare sul lavoro, sulle retribuzioni, unico strumento per garantire entrate sufficienti e dare una prospettiva a quei giovani che invece dall’Inps vorrebbero fuggire.