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 2023  febbraio 25 Sabato calendario

La triste vicenda delle benedettine di Pienza


Una vicenda che ha dell’incredibile. Tredici monache benedettine del monastero Maria Tempio dello Spirito Santo a Pienza, in provincia di Siena, si sono ribellate con la loro badessa in testa, madre Diletta Forti, alla decisione del Dicastero vaticano per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica che ha deciso di rimuovere la badessa e di nominarne un’altra.
Tutto questo dopo una visita apostolica, disposta dalla Santa Sede e compiuta, come prassi, da una visitatrice e da un visitatore appositamente incaricati. Il solo fatto di avere notificato lo scorso 13 febbraio alla ormai ex badessa le decisioni vaticane ha scatenato una reazione senza precedenti contro tutto e tutti ed in particolare il Vaticano e il cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. Non solo. Le religiose si sono barricate dentro il monastero e hanno iniziato una campagna mediatica con comunicati stampa e post sui social ed anche con manifesti affissi sul cancello. Nei mesi scorsi lo stesso Lojudice aveva provato più volte a creare un clima di dialogo e di confronto con le consacrate.
Le religiose «e in particolare suor Diletta Forti – si legge nella nota a firma dell’avvocato Alessandro Pasquazi e pubblicata ieri sul sito della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza a nome anche della Federazione picena delle monache benedettine, che sono state chiamate dalla Santa Sede al governo del monastero – hanno posto in essere una serie di comportamenti totalmente disallineati con la loro scelta di vita, in aperta violazione con le norme regolatrici del Codice di Diritto Canonico e del loro Ordine cui, per loro libera scelta, hanno prestato sincera ed incondizionata obbedienza. Si sottolinea come invece gli atti e le esternazioni siano tutti a firma della sola già superiora e non anche delle altre monache».
Nella stessa nota diffusa ieri la Curia diocesana e la Federazione delle monache benedettine evidenziano come la questione dei rilievi all’ex badessa non riguardino la vendita delle marmellate o la gestione di profili social o di un Bed and breakfast (B& B) come è stato fatto trapelare sui media nei giorni scorsi». «Ma considerando il contenuto dei Decreti e delle conseguenti disposizioni, alcune comunitarie ed alcune personali, appare evidente come la questione sia ben più complessa e grave, rispetto quanto artatamente veicolato sui mezzi e canali di informazione, seppur egualmente censurabile”» Il fatto che più addolora la diocesi e il suo vescovo è che «sono state attuate azioni contra legem alimentando un indebito dibattito sui mezzi di informazione sulla base di contenuti totalmente inappropriati, censurabili e lesivi delle prerogative, diritti e reputazione della Santa Sede, della diocesi e della Federazione picena». Nel testo si dice che a suor Forti è stato revocato dalla Santa Sede il titolo di abbasessa e di rappresentante legale e viene diffidata dal proseguire a usarlo.
Sempre sul sito diocesano si sottolinea come «le monache siano state accolte anni fa mettendo a disposizione delle stesse un complesso immobiliare prestigioso e supportandole, logisticamente ed economicamente, in tutte le necessità, dalle più futili, alle più gravose. La diocesi, seppure rammaricata dalla mancanza di riconoscenza per quanto sempre fatto nei confronti del monastero, continuerà ad assicurare altrettanta collaborazione e sostegno con l’unico vincolo della totale ed incondizionata obbedienza alle decisioni della Santa Sede al di fuori della quale non v’è comunità e non v’è Chiesa».