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 2023  febbraio 25 Sabato calendario

Dopo Salgari, Milani

Gianni Rodari, uno che di storie e avventure se ne intendeva, diceva che dopo Salgari c’era Mino Milani. Entrambi autori straordinariamente prolifici, entrambi dotati di una fantasia senza confini.
E per capire quanto scrisse e quante storie (e personaggi) inventò quel gentile signore lombardo dalla mente sognatrice e dalle dita sempre a picchiare sulla macchina per scrivere – tic tic, tac tac tac, tac... – bisogna venire qui, nella sua Pavia, a cinque minuti a piedi dal suo appartamento, congelato a un anno dalla morte come in una splendida casa-museo, nel palazzo affacciato su San Pietro in Ciel d’oro: nel Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria da ieri fino al 24 aprile è aperta la mostra Mino Milani dall’archivio di famiglia, curata dalle nipoti Marcella e Maria Piera Milani, che in un percorso di oltre 300 pezzi tra fotografie, disegni, tavole originali di fumetti, libri in prima edizione, diari, lettere e oggetti vari – i soldatini napoleonici, i souvenir dei viaggi in giro per il mondo, la feluca goliardica dei tempi dell’Università... – prova a raccontare l’immaginifico mondo di carta e di eroi di chi ha cavalcato una vita penna in resta, dal Corriere dei Piccoli ai cicli di Tommy River e Martin Cooper, dalle imprese medievali di Efrem soldato di ventura fino alle collaborazioni con i più grandi disegnatori italiani dell’epoca: Pratt, Manara, Toppi, Micheluzzi...
Mino, Mino... ma quanto hai lavorato? E quanto hai vissuto! Ecco qui le vecchie foto di famiglia, i tuoi ex libris, gli album delle vacanze, le tue pagelle, decine e decine e decine dei tuoi libri (la bibliografia è lunga 180 titoli!) pubblicati da Mursia, Effigie, Einaudi, Camunia, Fabbri..., le foto del set Fantasma d’amore che nel 1981 Dino Risi trasse dal tuo romanzo, con Marcello Mastroianni e Romy Schneider (che belli che eravate! e c’è persino il disco, un LP, con le musiche di Riz Ortolani...). E ancora: il tesserino da giornalista, la tua enorme Triumph, con il nastro nero-rosso ancora buono, e ci sono i ritagli dei quotidiani, pagine di cronaca nera!, quella volta che ti partì un colpo dalla pistola, ferendoti in modo grave... E poi i classici che leggevi e rileggevi: Conrad, Jack London e Salgari naturalmente...
Ci sono i ritratti che ti hanno fatto i disegnatori con cui hai lavorato, uno più prezioso dell’altro, e ci sono i cimeli garibaldini e risorgimentali, che era l’epoca storica che amavi di più, e poi le mappe, le cartine geografiche, i biglietti di viaggio e le banconote dei cento Paesi visitati, dagli Stati Uniti, là nel selvaggio West, all’Asia misteriosa (quanti racconti ci hai ambientato?). E qui ci sono persino i rullini della macchina fotografica ancora da sviluppare... ma cos’altro c’è da scoprire?