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 2023  febbraio 25 Sabato calendario

Un commissario per la siccità


ROMA
Dopo aver vissuto per mesi l’incubo del razionamento del gas a causa della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, adesso l’Italia teme di dover limitare il consumo dell’acqua. «Per tre milioni e mezzo di italiani l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata», è l’allarme lanciato dall’Anbi che il governo prende in seria considerazione. «Stiamo valutando la nomina di un commissario che abbia tutti i poteri sulla gestione dell’acqua: ne parleremo la settimana prossima in Consiglio dei ministri», annuncia il responsabile dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che aggiunge: «Serve un ragionamento per un intervento immediato, che significherà anche razionamenti sulla distribuzione della risorsa». Prima di prendere una decisione, comunque, il ministro spiega che ci sarà «un confronto con tutti i grandi consorzi che gestiscono le dighe e con i gestori del sistema idrico integrato nazionale, ma può darsi che su alcuni territori sia fondamentale arrivare a un razionamento».
L’acqua occorre per bere, lavarsi e irrigare, ma anche per produrre energia, tanto che in Italia un quinto dell’energia elettrica proviene dalle centrali idroelettriche, che potrebbero ridurre la produzione. «Certamente ci sono dei rischi perché se le dighe non sono in grado di far scendere l’acqua, la ruota non gira. Speriamo che la pioggia riesca a riempire le dighe nei prossimi due-tre mesi, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze», ammette Pichetto. Intanto, il tavolo interministeriale sull’acqua è convocato il primo marzo, mentre il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida parla di una cabina di regia che sarà presieduta dalla premier Giorgia Meloni «per attivare azioni di emergenza».
Ieri il ministro Pichetto era a Vercelli, terra di risaie, un altro prodotto che ha un disperato bisogno di acqua. Il deficit idrico che ha colpito il Paese potrebbe portare alla minor superficie coltivata a riso in Italia dal 2000, stima l’Ente nazionale risi. Tutto il Nord del Paese è in sofferenza: in Veneto sono a rischio sette miliardi di produzioni agricole. In Lombardia, nell’Oltrepò pavese, continua il calo della produzione di vini, dopo il taglio del 30-40% dello scorso anno. «Viti e impianti sono in affanno. Siamo a febbraio ma è come se fossimo nel pieno del mese di maggio: fossi e canali sono completamente asciutti», denuncia Massimo Barbieri, presidente di Cantine Torrevilla. Disagi anche nell’Italia centrale. Quanto alle riserve di acqua potabile «prepariamoci a un’altra estate critica», avverte l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, spiegando che al momento la proiezione più probabile per i mesi estivi indica «il passaggio della severità idrica da media ad alta». Per l’Autorità è necessario sensibilizzare «tutti gli utenti a un utilizzo più parsimonioso dell’acqua durante l’anno ed è indispensabile intervenire sulle reti idriche, perché perdite del 40% della risorsa non sono più tollerabili».
Con la mancanza di acqua si aggrava l’emergenza cinghiali. La siccità che mette a rischio semine e raccolti, asciuga laghi e torrenti, sta spingendo i branchi sempre più verso centri urbani e litorali in cerca di cibo e acqua. I bassi livelli dei fiumi, infatti, permettono agli animali di spostarsi con facilità. Un’invasione che ha provocato in un anno quasi un incidente stradale ogni due giorni, senza contare i danni alle coltivazioni.
Secondo la Coldiretti è in pericolo un terzo del Made in Italy a tavola che si produce nella food valley della Pianura Padana, dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. A rischio è la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi. Ettore Prandini, presidente dell’associazione degli agricoltori, chiede un piano invasi e di aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%. —