la Repubblica, 25 febbraio 2023
Metti 9 booktoker e Alberto Angela in un museo
Ci sono solo due momenti, durante il lungo pomeriggio, in cui i cellulari dei nove booktoker sono tutti giù. Il primo è quando lui jeans, golfino girocollo e giacca entra al Mann, il museo nazionale archeologico di Napoli, attraversando i giardini. Alberto Angela, paleontologo, naturalista, divulgatore scientifico e scrittore, sorride e si presenta a ciascuno di loro. Che lo attendono come si attende una rockstar, elegantissimi ed emozionati.Si può raccontare la storia di un imperatore romano come fosse quella di un protagonista de Il Trono di Spade ? È quello che Angela farà, in uno specialissimo tour dedicato a nove influencer dei libri tra più seguiti in rete, rappresentanti di quella Gen Z che smentisce il luogo comune sui giovani che non leggono.E in fondo è questo il senso della visita guidata: avvicinare due mondi solo apparentemente distanti. «Io per i social non ho tempo – dirà poi Angela, seguito in tv da milioni di spettatori – ma quello che fanno questi ragazzi è meraviglioso. Hanno idee ed è bellissimo vedere che in Rete c’è questo dinamismo e questo entusiasmo». Quando si presenta, mentre loro lo guardano incantati, rompe subito le barriere. «Io e voi, in fondo, facciamo la stessa cosa: cerchiamo di divulgare, di portare avanti la conoscenza: siamo un squadra».Emanuele Bosso, Megi Bulla, Giulia Buzzoni, Camilla Franzoni, Valentina Ghetti, Martina Levato, Magdalena Rosa, Giuliana Ricciardi e Carmelo Romano, con una mano stringono l’ultimo libro della trilogia che Angela ha dedicato a Nerone, pubblicato da Harper-Collins e con l’altra gli smartphone. Lo seguono affascinati per lestraordinarie sale del Mann, «il più bel museo di archeologia del mondo» dice Angela. Che stanza dopo stanza, opera dopo opera, spiega ai ragazzi e alle ragazze tutta la modernità di Nerone, «un giovane che amava la musica, l’arte, che è salito al potere a 16 anni». E che è stato vittima di fake news: «Lo dipingono come il più cattivo, ma in realtà non lo era certo più degli altri».Valentina Ghetti, @valentina. ghetti, insegnante della Val Camonica, elegantissima nel suo tailleur menta, ha gli occhi lucidi: «Ancora non ci credo di essere qui con lui», dice davanti alle statue che raffigurano la famiglia diNerone e dalle quali Angela comincia il suo racconto. Per Magdalena Rosa, @magsbook è «un sogno che si avvera».Nella passeggiata tra le meraviglie, Nerone diventa Damiano dei Måneskin, «solo che lui cantava per un giorno intero». La sua storia – la madre ambiziosa, l’assassinio della moglie, l’incendio che cambierà per sempre il corso degli eventi – lo storytelling di una saga degna di una serie tv: «Solo che questa è una storia tutta vera». E poi il grande amore con Poppea, «un legame vero, romantico, passionale». Davanti alla lucerna d’oro da poco esposta dal Mann, Angela si emoziona: «Pensate chequesta con ogni probabilità l’ha tenuta in mano proprio Nerone». E sembra di vederlo l’imperatore; sembra di vederli i gladiatori che si sfidano mentre davanti agli elmi. Angela racconta che uno lo ha indossato, una volta: «E pesa tantissimo, dai 4 agli 8 chili: pensate cosa doveva essere portarlo sotto il sole».Quando si dovrà salire al primo piano, le scene saranno da ridere. In ascensore non c’è posto per tutti. «Chi va con Alberto?». E alla fine, democraticamente, i booktoker salgono a piedi. Fermandosi sulle ampie scalinate, Carmelo, Valentina, Martina e Megi, cominciano a girare i primi video che poimonteranno per pubblicarli sui loro profili TikTok. La visita continua: Angela mostra i selfie ante litteram – piccoli dipinti di volti – e racconta la cucina in epoca romana. «Apicio con le sue ricette oggi sarebbe aMasterchef». Tante risate quando racconta che Nerone, invece dell’acqua calda, ha scoperto quella fredda: «Beveva acqua fatta gelare nella neve». Angela racconta i suoi viaggi, invita tutti a scoprire la bellezza che «si basa su proporzioni riconoscibili da tutti, in ogni parte del mondo». Unisce.Camilla Franzoni, di Brescia, sui social @archeomilla, è in visibilio: «Faccio l’archeologa – racconta – il modo in cui Angela riesce a raccontare la storia mi lascia senza fiato». Tutti, quando possono, cercano il loro momento con lui. Gli si avvicinano, timidi, gli fanno domande. Giuliana Ricciardi, @thebookaholic_, casertana, dice che ha scoperto «un’altra Campania: non guarderò più i luoghi in cui sono nata allo stesso modo». Angela si concede a tutti: fa battute, si diverte. Megi Bulla, @labibliotecadidaphne, rimane rapita dal suo muoversi rapido da un’opera all’altra, cambiando la scaletta, fermandosi davanti a ogni pezzo che gli fa venire in mente una storia: «Questo è il suo mondo e conoscerlo così è impagabile». Lo pensa anche Martina Levato, @levv97, che aveva già visto il museo anche se adesso le sembra di scoprirlo «per la prima volta».Quando il piccolo corteo raggiunge il gabinetto segreto, tra i ragazzi e le ragazze c’è un po’ di divertito imbarazzo: sono le stanze che custodiscono le opere legate all’eros. «Vi diranno che i romani sono depravati, ma in realtà non è cosi: sono raffinati, hanno il culto della bellezza. Le donne si presentavano all’amato con i capelli in su, profumate. Si truccavano: vermiglio sulle labbra, come eye liner usavano formiche abbrustolite». Carmelo Romano, @timidalibreriadelriccio, 26 anni, siciliano, ha studiato beni culturali: «È così che voglio essere, come lui». «Quello che ci sta insegnando è che è la curiosità che muove il mondo: saperne sempre un po’ di più», fa eco Emanuele Bosso, trentenne napoletano che cura una casa editrice e pubblicizza la lettura come @bosso_emanuele.Quando la visita finisce e i booktoker seguono Angela per un momento caffè, Giulia Buzzoni, @alaughingwillow, si entusiasma: «È proprio un mito». Angela è contento e si vede. «Siamo tutti ragazzi, noi ragazzi con un po’ più di esperienza legata agli anni, ma è come un’onda che passa – dice Quando incontri giovani come loro ritrovi te stesso». Il segreto che Alberto Angela vuole rivelare ai suoi nuovi amici, alla fine di una giornata particolare, è solo uno: «Gioite della vita. I romani vivevano la metà di noi e sembrano dirci “salite su tutti i treni”. L’arte è come una lucciola: imprigiona la felicità e quando vedi un’opera quella luce si illumina di nuovo dentro di te».Gli schermi degli smartphone si spengono di nuovo. È il momento dei saluti. Guardandosi negli occhi. «Questa giornata non ce la dimentichiamo più».