Corriere della Sera, 25 febbraio 2023
La storia delle due ragazze morte a Corso Francia
Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli avevano promesso di tornare a casa a mezzanotte, il 22 dicembre del 2019. Sono state invece travolte, tornando a casa, a mezzanotte e venticinque minuti, mentre attraversavano la strada mano nella mano, dopo una serata in pizzeria con i compagni di classe. «Le abbiamo trovate con gli occhi sbarrati dal terrore», dice un soccorritore. A travolgerle è stato un suv guidato da Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo; il ragazzo aveva improvvidamente scelto di mettersi in strada dopo aver bevuto. L’8 luglio scorso Genovese ha concordato in appello una condanna definitiva a 5 anni e quattro mesi. È accusato di omicidio stradale plurimo ed è in attesa dell’udienza del tribunale di Sorveglianza per ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali.
La terribile notte di Corso Francia è stata a rievocata dal docu-film in due puntate Morte a Corso Francia: l’ultima notte di Gaia e Camilla, scritto da Daniele Autieri e Stefano Pistolini, con la Regia di Matteo Lena (Crime+Investigation, canale 119 di Sky). Con interviste esclusive ai genitori, agli ex fidanzati e ai compagni di classe di Gaia e Camilla e con immagini inedite, viene ripercorso un caso di cronaca sulla piaga degli incidenti stradali di notte, sulle scelte della giustizia italiana e anche sul comportamento dell’informazione nei giorni successivi: subito sembrava che la colpa fosse delle ragazze, distratte o addirittura intente a qualche gioco pericoloso.
Come altre vittime della strada, Gaia e Camilla hanno lasciato un vuoto che solo l’impegno di tutti può tentare di riempire. Ha scritto Luca Valdiserri: «L’omicidio stradale che ha ucciso Gaia e Camilla è nato da alta velocità, abuso di alcol, uso del cellulare al volante», per questo «il tema della sicurezza stradale e dell’educazione al rispetto della vita propria e altrui è sempre più pressante». Non dimentichiamolo.