Corriere della Sera, 25 febbraio 2023
Ma perché Ottusangolo?«Bisognerebbe entrare nei paradossi di Marco Santin: aveva visto questo ragazzo che diceva una cosa con un suo senso, ma in modo talmente astratto da sembrare ottuso»
Ma perché Ottusangolo?
«Bisognerebbe entrare nei paradossi di Marco Santin: aveva visto questo ragazzo che diceva una cosa con un suo senso, ma in modo talmente astratto da sembrare ottuso».
Grazie alla Gialappa’s è esistito perfino l’«Angolo di seduzione dell’Ottusangolo».
«Ma avevo scritto un manuale di seduzione, prima di fare il Grande Fratello!».
E gliel’avevano pubblicato?
«No. Avevo letto a 16 anni Il desiderio femminile di Françoise Dolto. Però la cosa che più mi era servita per comprendere le donne era stata Cioè, le ultime due pagine delle lettere: studiandole e analizzandole, avevo scoperto cosa volevano le donne».
Sergio Volpini a suo modo è entrato nella storia della televisione. Era il 14 settembre 2000. Carlo Azeglio Ciampi viveva al Quirinale con la signora Franca, la Lazio si preparava al campionato con lo scudetto sulla maglia, Bill Clinton stava per passare il testimone a George W. Bush e a Cinecittà dieci sconosciuti si rinchiudevano nelle «segrete» del primo Grande Fratello italiano. A guardarli entrare furono in 5 milioni; share del 25%. All’ultima puntata, 99 giorni dopo, sedici milioni: share al 60%, miracolo che oggi riesce solo ad Amadeus.
Com’era dentro la Casa?
«Terribile».
Addirittura?
«Tutti sottovalutano che in giardino avevamo 10 galline».
Capirai.
«Erano nell’unico spazio a disposizione all’aperto, dov’era la piscina, dove stendevamo i panni, dove facevamo ginnastica... Io e Pietro (Taricone, ndr) eravamo i due sportivi del gruppo e avevamo bisogno di più proteine. Un giorno nel confessionale minacciai che se non ci davano le proteine avrei ucciso una gallina. Magicamente arrivarono due orate in più, che cucinammo di notte, mentre gli altri dormivano».
Lei andò al funerale di Taricone. Fu l’unico.
«Frequentavo la sua casa, avevo dormito lì tante volte. Conoscevo Kasia, la figlia...».
Dov’era quando ricevette la notizia dell’incidente?
«Stavo rientrando dalla Spagna. Mi chiamò una giornalista, ero sotto choc. Poi trovai decine di telefonate perse da Mediaset. Quel lutto ha cambiato l’atteggiamento di tutti noi ex concorrenti. Una mancanza così ti crea smarrimento: Pietro era il nostro alfiere, sembrava arrivato al grado di consapevolezza massima prima di tutti noi».
Mi faccia un esempio.
«A gennaio 2001, a trasmissione appena finita, il suo nome era già arrivato in America, il mio al massimo a Trieste. Ebbene, si intrufolò in camera mia come un ladro per affrontare il discorso di quanto il successo dipendesse da noi o dal sistema».
Rocco Casalino?
«Ha sempre avuto una capacità e una voglia di battersi in pubblico che io neanche se mi avessero dato diecimila euro. Lo incoraggiavo come un ring sul pugile, dai tempi di Buona Domenica».
Quando gli ha mandato l’ultimo messaggio?
«Cinque mesi fa. Ci limitiamo a semplici commenti sull’attualità. Se fa una cosa bella gli faccio i complimenti, come quando fece incontrare Conte con Severino».
Marina La Rosa?
«Lei la sento sempre, è una delle poche che conosce i miei peggiori segreti».
Una storia l’avete avuta?
«Manco una cosetta. Quando sei molto amico di qualcuno ci sono momenti in cui un pensierino lo fai: i nostri, però, non hanno mai coinciso».
Avete una chat di gruppo?
«Sì, IlGf1, ma la Beta ogni volta gli cambia nome. Oltre a noi, con Rocco che va e viene, ci sono persone che ruotavano intorno al programma».
C’è anche Daria Bignardi, che lo aveva condotto?
«Lei no. Però c’è Liorni, che faceva l’inviato. È nato tutto quando abbiamo fatto la prima vera reunion, nel 2019».
Ricorda qualche assurdità?
«A un sondaggio ero diventato il personaggio tv più popolare, dopo Canalis e Cortellesi. A Trastevere uscii a fumare su un balconcino e la gente si ammassò sotto. Mia madre smistava pacchi di lettere con pupazzetti, proposte di nozze, dichiarazioni d’amore».
Scrivevano anche uomini?
«C’erano gli sportivi, che mi vedevano come uno di loro. E poi i maschi complessi, timidi, solitari. Comunque quel tipo di popolarità è volgare, nessuno degli ex concorrenti vuole più averci a che fare».
Però è tornato nel 2020, al GF Vip, con altri tre ex.
«Stavo lavorando nel Bahrein, per una piattaforma di import export. Venivo da quattro anni intensi in Perù: da un lato la bellezza di togliersi la cravatta alle 16 e indossare la muta per fare windsurf sotto casa, dall’altro gli incontri con gli imprenditori che tenevano la pistola sul tavolo. Mi propongono il GF Vip di Signorini e rispondo di no. Insistono e ci vado».
Pentito?
«No. Temevo che potesse distruggere la mia immagine al lavoro. Ma mi sono accorto di quanto oggi tutto passi in fretta».
Ha il rimpianto di non aver spaccato nello spettacolo?
«No. Se dopo vent’anni ti ricordi ancora di me, qualcosina l’ho data. Di più non potevo. Il bello è essere riuscito a rientrare nella normalità».
Quando ha tirato il freno?
«Nel 2007, avevo un’agenzia di comunicazione e ho visto il giudizio degli altri su di me come artista. Non potevo continuare a fare ospitate».
Ha raccontato di aver sofferto di gelotofobia, la paura di essere derisi.
«Se 20 milioni di persone ti urlano che sei un imbecille, il dubbio ti viene».
È fidanzato?
«Sì, da sei anni con Giorgia. Vive in Veneto, ha dieci anni meno di me. Non sapeva nulla del mio passato».
Si è laureato da poco.
«In Filosofia, nel 2021. E sto prendendo la magistrale in Storia, ho appena dato Donne del cristianesimo: 30 e lode».
Ha una scuola di surf a Numana. Ci lavora d’estate.
«Con i miei ragazzi ci occupiamo anche di gestire una spiaggia attrezzata per persone con disabilità. D’inverno, invece, seguo il commerciale di diverse aziende».
Nel Piacentino aveva aperto «L’angolo dell’Ottusangolo».
«Lasciamo stare: una delle tante fregature prese».
La peggiore?
«Non voglio dare soddisfazione a chi me l’ha rifilata. Posso però raccontare di aver versato tante tasse per fatture mai pagate».