Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  febbraio 24 Venerdì calendario

Intrvista a La Rappresentante di Lista

La maratona musicale, dedicata alle vittime di mafia, alla quale voi, La Rappresentante di Lista, parteciperete insieme ad altri artisti a Selinunte…
Dario Mangiaracina: C’è da cambiare la percezione del nostro territorio, di cui intendiamo riappropriarci, simbolicamente, rivendicando un cambiamento di narrazione e prospettiva. Le chiese e le piazze sono vuote, i concerti possono farci diventare comunità. Per cementare un sentimento condiviso.
Veronica Lucchesi: Deve avviarsi definitivamente il motore delle energie positive di quest’isola, dove stiamo già assistendo a una rinascita artistica e sociale. Oggi possiamo scacciare a gran voce, unanimemente, l’ombra di un boss che gravava da troppo tempo, in modo persistente, sui destini di tutti, qui.
Matteo Messina Denaro è originario di Castelvetrano.
DM: Quando ero bambino e da Palermo venivo a Castelvetrano, appena si usciva dall’autostrada si sentiva nell’aria l’odore della nuvola acida della mafia che avvelenava ogni cosa.
VL: Io, toscana, sono stata accolta in Sicilia sin dagli esordi della mia carriera. Quei signori ci vorrebbero fuggitivi, a maggior ragione noi artisti combatteremo, con l’arma della bellezza.
Trent’anni per catturare il boss. Trent’anni da Falcone e Borsellino.
DM: Ne avevo sette in quel 1992 in cui furono uccisi i giudici e le loro scorte. Partecipai con mia madre ai girotondi attorno al Tribunale di Palermo. Il sacrificio di troppi, in questo lungo tempo, non è stato però vano. La città ha cambiato il suo volto. Ma i 90 chilometri che la separano da Castelvetrano ti spingevano verso un mondo a parte. Sentivi parlare chi viveva in questo piccolo centro dimenticato da Dio ma non dai mafiosi. Quelle frasi: “Eh, si vocifera che Messina Denaro potrebbe non essere lontanissimo”.
VL: Per questo, in nome delle nuove generazioni, va rovesciato il racconto della Sicilia, che non deve essere più quella della Piovra o dei romanzi su Cosa Nostra. Da oggi si lavora per creare un lessico emotivo a disposizione di tutti quelli che si sentono coinvolti nell’impegno antimafia. È la responsabilità, il ruolo di noi artisti.
In collegamento ci sarà Tina Montinaro, la vedova di uno degli agenti della scorta di Falcone. Fecero storia le sue parole ai funerali di Stato, il perdono agli assassini a patto che si pentissero e inginocchiassero.
DM: Una delle immagini più potenti delle cronache del nostro Paese. E quanto tristemente significativo il gesto del sacerdote, accanto a lei, che cercava di coprirle il microfono, come a non indurla a mettersi nei guai.
VL: Non so come la signora abbia metabolizzato la tragedia, in tutti questi anni. Avrei voglia di parlarle e capire. Resta la potenza evocativa di quel suo discorso, e in noi rimane la rabbia, come se quel giorno non fosse mai passato.
Nei tour, in certe zone, a volte si avvicinano personaggi disposti “a dare una mano per allestire lo spettacolo”.
VL: In tutta Italia abbiamo notato situazioni in cui ‘prendi questo al posto di quell’altro, fai lavorare lei’. Favoritismi, raccomandazioni. La banalità dei piccoli poteri locali, che non riguarda solo la Sicilia. Bisogna respingere certi meccanismi malsani, ovunque siano. Dobbiamo sentirci liberi, sia detto senza retorica.
DM: Ripartendo proprio da Selinunte, magari. Da questi templi meravigliosi che erano una cattedrale nel deserto, e da oggi il primo banco di prova per una mobilitazione democratica.