ItaliaOggi, 24 febbraio 2023
In Venezuela l’inflazione è al 234%. E Maduro ha fissato il limite di spesa con carta di credito a 1,80 euro al mese. Sufficiente per un pezzo di pane
Un pezzo di plastica con una barra magnetica e una fila di numeri in rilievo. È il valore delle carte di credito in Venezuela: praticamente nullo. L’inflazione record (234%) e i salari ai minimi storici hanno reso i pagamenti digitali inutili. Anche perché il regime comunista di Nicolás Maduro ha fissato il limite di spesa a 1,80 euro al mese. Sufficiente per un pezzo di pane.
Il governo di Maduro ha imposto severi requisiti di prestito durante il collasso economico del Venezuela, consentendo alle banche di prestare un massimo del 27% del loro flusso di cassa e inviando imprenditori locali all’estero in cerca di prestiti. Nonostante nel 2019 l’esecutivo abbia allentato i controlli valutari e abbia consentito alle banche locali di aprire conti denominati in dollari, nel paese sudamericano restano rigide restrizioni sul credito.
«I miei genitori hanno acquistato elettrodomestici e computer con le loro carte di credito, ma questo, per i venezuelani, è un lontano ricordo», ha spiegato Lina Pereira, 36 anni, amministratrice di condomini nella città di Valencia. Poiché i redditi sono diminuiti e il costo della vita è aumentato le carte di credito sono diventate fondamentali per molte persone per fare acquisti quotidiani nei supermercati e nelle farmacie, anche se i limiti di credito ristagnano e alcune banche hanno eliminato del tutto le carte. «Il limite di spesa è così basso che le carte di credito non servono neppure per comprare cibo», ha sottolineato Lina Pereira.
Secondo la sovrintendenza bancaria del Venezuela, lo scorso dicembre le carte di credito rappresentavano solo il 2% (pari a 15 milioni di euro) del portafoglio crediti delle banche. Dieci anni prima, nel 2012, la percentuale era del 12%. «L’iperinflazione e le normative del governo hanno posto fine al credito al consumo», ha detto alla Reuters un dirigente bancario venezuelano che ha chiesto di rimanere anonimo per motivi di sicurezza. «Questo tipo di finanziamento ha smesso di essere un business per le banche. I bolívar che possono mettere a credito vanno ad altri settori, come le imprese».
A gennaio Maduro ha esortato le banche a concedere alle imprese prestiti indicizzati al tasso di cambio per «produrre beni e ricchezze», ma non ha menzionato altri prestiti o credito al consumo. «Il credito al consumo è quel che viene maggiormente penalizzato ed è ormai improbabile che venga concesso», ha affermato l’economista Luis Arturo Barcenas, che fa parte della società di analisi Ecoanalitica. «Spesso questi crediti non erano solo per l’acquisto di elettrodomestici, ma anche per le spese quotidiane».
Secondo l’Osservatorio finanziario venezuelano indipendente, il costo medio mensile per nutrire una famiglia, alla fine del 2022, era di circa 365 euro. Ma le retribuzioni sono ben inferiori. «Col limite sulle carte di credito non puoi nemmeno pagare il pranzo», ha osservato Gregorio Afonso, un professore universitario di 53 anni che ha due carte di credito locali e un reddito di 18 euro al mese. «Siamo in caduta libera dal 2013: senza credito, senza protezione sociale, costretti a fare più lavori per sopravvivere».