Corriere della Sera, 23 febbraio 2023
Polemica per la vita «da nababbi» dei Sunak
Londra Uno schiaffo alla miseria: anzi, un colpo di ciabatta in faccia. Mentre in Inghilterra la gente stringe la cinghia per il carovita e si allungano le file ai centri di distribuzione di cibo per i poveri, gli inquilini del numero 10 di Downing Street continuano a ostentare status symbol che denunciano un’esistenza fatta di agi e mollezze.
Stiamo parlando del primo ministro Rishi Sunak e di sua moglie: la signora si è infatti appena lasciata fotografare per strada con ai piedi pantofole da 570 sterline (circa 65o euro), di ritorno dalla scuola dove aveva accompagnato le due figlie. A completare le «modeste» calzature firmate JW Anderson c’erano anche un paio di leggings da 130 sterline (150 euro), di una marca, Alo Yoga, che si vanta di essere «approvata dalle celebrità».
Non è esattamente la mise che ci aspetterebbe da una coppia di potere che volesse mostrarsi vicina al popolo. Ma d’altra parte i Sunak sono dei nababbi, e pure recidivi: con la loro fortuna personale stimata in 730 milioni di sterline (830 milioni di euro) sono più ricchi pure di re Carlo, e lui è sicuramente il primo ministro britannico più danaroso della storia.
Non che in sé ci sia qualcosa di male: ma il problema è che la coppia mostra di essere del tutto scollegata dal mondo reale e dai suoi problemi. Aveva infatti suscitato ilarità l’apparizione di Sunak in un polveroso cantiere con indosso pregiati mocassini di Prada da 490 sterline (oltre 550 euro); e lui era stato preso in giro da una ex ministra conservatrice per essersi presentato con un vestito da 4 mila euro. Peggio era andata quando aveva voluto farsi fotografare indaffarato alla sua scrivania: non era sfuggito che di fronte a lui ci fosse una tazza da 200 euro, una diavoleria tecnologica che tiene il caffè a temperatura costante per tre ore. E restando in argomento, una volta la signora Sunak era uscita di casa per offrire tè e biscotti ai giornalisti accampati di fronte: solo che lo aveva fatto usando pregiate tazze da collezione.
Questi dettagli non sono frivolezze: sono un problema politico. Perché se Boris Johnson – pur uscito da Eton e Oxford – riusciva a farsi percepire come un buontempone alla mano, in grado di connettersi con gli strati profondi dell’opinione pubblica, Sunak appare come un tecnocrate sceso da un altro pianeta, uno che quando ha incontrato un senzatetto gli ha chiesto «sei nel business?».
Anche la rivista Tatler, quando ha dedicato un profilo di copertina pur simpatetico alla moglie, non ha potuto fare a meno di intitolarlo «la castellana di Downing Street»: d’altra parte, lei è la figlia di un miliardario indiano che, si è scoperto l’anno scorso con grande imbarazzo, non pagava neppure le tasse in Gran Bretagna (grazie a un sistema di esenzione legale, ma discutibile). E lo stesso Sunak, fino all’anno scorso, era detentore della green card americana, ossia il permesso di soggiorno permanente: il che vuol dire che, pur facendo il politico a Londra, teneva in realtà per sicurezza un piede dall’altra parte dell’Oceano.
Come recuperare oltre 20 punti di svantaggio sui laburisti con uno così, è un problema che i conservatori si stanno ponendo.