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 2023  febbraio 23 Giovedì calendario

Periscopio

Vladimir Putin pensava che ci saremmo arresi. Sbagliava. Kiev è forte, resiste, ed è libera. Joe Biden 1 (Varsavia).


L’Italia è con Kiev e non tentenneremo. Gli interessi ucraini coincidono con quelli dell’Europa. Giorgia Meloni (Kiev).


Gli autocrati capiscono soltanto una parola: no, no, no. Parlo al popolo della Russia. [...] La guerra è una tragedia. Ma è Vladimir Putin che ha scelto la guerra. La guerra continua ogni giorno per sua scelta. Potrebbe mettervi fine con una sola parola. Joe Biden 2 (Varsavia).


Trovo vergognose le dichiarazioni di Sergei Lavrov quando paragona i russi che intraprendono una sanguinosa guerra di aggressione in Ucraina con i milioni di ebrei uccisi dai nazisti durante l’Olocausto. Dmytro Kuleba, ministro degli esteri ucraino.




Abbiamo visto la brutalità dei mercenari russi. Hanno commesso crimini atroci, senza vergogna, hanno colpito i civili, hanno usato violenza con le donne e i bambini, cercando di minare il futuro dell’Ucraina, bombardando le scuole, gli orfanotrofi, gli ospedali. [...] Ma la brutalità non potrà mai prevalere. La gente libera si rifiuta di vivere nel mondo dell’oscurità. Joe Biden 3 (Varsavia).


Putin evoca l’Apocalisse: «Pronti a tutto per vincere». Titolo del Giornale.


[Putin:] «Occidente pedofilo, ci hai ingannati». Titolo della Verità.


Oggi sono del parere che nessun paese può ritenersi immune dal partorire simili mostri. Bisogna guardarsi dall’illusione del «qui non potrebbe mai accadere». Può accadere ovunque. Karl Jaspers, La battaglia contro il totalitarismo.




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È il momento di «suturare le ferite ucraine», hanno spiegato [...] finanche le solitamente caute pagine degli editoriali del New York Times. La svolta passa per i caccia F-16, per i droni Gray Eagle e per i missili a lunga gittata Atacms, fondamentali per liberare la Crimea dall’invasore russo. Prima si deciderà di liberare la Crimea, più vite ucraine si risparmieranno e prima finirà la guerra. La via più veloce per fermare la carneficina è la vittoria dell’Ucraina. [...] Il mondo libero fin qui ha generosamente aiutato l’Ucraina a resistere, ma ora dovrà aiutarla a cacciare i russi anche dai territori occupati nel 2014, anticipando le manovre militari del Cremlino per ricominciare da capo. Christian Rocca, Linkiesta.


«Solo un bugiardo patologico può dire che non è stata la Russia a iniziare la guerra». «Due, calcolando anche Putin». Ellekappa, Repubblica.




C’è un giovane che fugge in Russia e dice: «Non voglio andare a combattere contro i nostri amici dell’Ucraina». Lì c’è una suora: «Suora, dove mi posso nascondere? Mi stanno inseguendo». E la suora: «Sotto la gonna, presto». Silvio Berlusconi illustra la posizione di Forza Italia in tema di guerra e pace.


A Berlusconi non hanno mai bombardato casa con i missili come fanno i suoi fraterni amici russi con noi. Non sono mai arrivati con i carri armati nel suo giardino di casa. Nessuno ha mai ammazzato i suoi parenti. Volodymyr Zelensky (Kiev, 22 febbraio 2023).


Berlusconi sceglie il silenzio. Titolo del Giornale.


Quando ascolta le frasi di Volodymyr Zelensky Berlusconi s’infuria: «Basta con queste provocazioni». Francesco Olivo, La Stampa.


Detto oltretutto da chi, solo pochi giorni fa, ha dichiarato di giudicare «molto, molto negativamente il comportamento di questo signore». Dove con «questo signore» s’intende Zelensky, colpevole di non aver accettato di consegnare l’Ucraina alle «persone perbene» gradite a lui, Berlusconi, e al mammasantissina del Cremlino, padrino di tutte le Russie e del 6,1 per cento (secondo gli ultimi sondaggi) delle Italiette in via di sbaraccamento. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.


Volodymyr Zelensky commenta [con] ironia: «La questione di Berlusconi è molto sentita qui in Ucraina». Ilario Lombardo, La Stampa.


Un anno è ormai passato dall’inizio del conflitto, e ancora non se ne intravede la fine. Già si calcola però che per il Pil russo entro il 2026 ci sarà un buco da 190 miliardi di dollari. Praticamente l’equivalente dell’intero Pil di paesi tipo Ungheria o Kuwait. Una botta micidiale, se si pensa che Putin si era posto come obiettivo di portare l’economia russa tra le prime cinque del mondo. Maurizio Stefanini, Linkiesta.


Com’è immaginabile una normalizzazione quando hai forse più di 100mila morti tra i tuoi soldati? O quando hai Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner e grande amico di Putin, che dà del traditore al tuo ministro della difesa, accusandolo di non dare gli armamenti ai combattenti? E cos’avranno pensato i ricchi russi presenti quando si sono sentiti dire che devono «riportare tutto» a Mosca? Colpisce la distanza tra una realtà di violenza e questo sforzo enorme di dare un’immagine di leadership solida a un pubblico tutto ben vestito che poteva sembrare la Confindustria. È un cortocircuito che non riguarda «soltanto» la guerra, ma il racconto stesso del paese: come quando Putin ha avuto l’ardire di dire che in Russia regna lo stato di diritto. Andrea Graziosi, Storico (HuffPost).


Più a lungo dura la guerra, più la società russa si purifica dal veleno occidentale. In Russia, il liberalismo è morto per sempre, grazie al cielo. Konstantin Malofeev, «l’oligarca di Dio», tifoso di Marine LePen e di Matteo Salvini.


Che fine ha fatto Matteo Salvini (nomine Eni, Enel, Gse eccetera a parte)? Dal web.


E la riforma della giustizia del ministro Nordio? Dal web.


Una PM, Alessia Sinatra, ha subito [molestie sessuali] da parte dell’ex procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo. E cosa fa il CSM? Condanna a una pena ridicola Creazzo ma poi censura la PM per gli SMS in cui definisce «porco» Creazzo. Un pessimo segnale per tutte le donne vittime di molestie. Raffaella Paita, Terzo Polo.


Il giorno del giudizio chissà quanti morti si daranno malati. Roberto Gervaso.