Il Messaggero, 23 febbraio 2023
Biografia di Palma Bucarelli
«Temo che la mia malattia sia un’impossibilità di vivere, qualche cosa di scompensato, di non integrato che c’è stato sempre, tra me e gli altri e il mondo». Così, in toni stranamente dubitativi, si esprime una donna celebre e celebrata non solo per la bellezza e il fascino, ma per la sicurezza in sé stessa, la capacità di guardare avanti e di agire nella direzione prefissata, senza farsi scoraggiare da critiche. E cioè Palma Bucarelli, il cui nome è indissolubilmente legato alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, di cui è stata per molti anni la soprintendente, la direttrice – prima donna a divenire direttrice di un museo pubblico italiano.LE QUALITÀEppure, colei che lo scultore Marino Mazzacurati soprannominava “Palma e sangue freddo”, è sempre stata conscia dei propri atouts. Nel suo diario, 1944, Cronaca di sei mesi, scrive: «Sono piena di innamorati. Soprattutto i miei occhi pare che facciano andare in visibilio e perdere la testa». E ancora: «Mi sento amata, desiderata, ammirata, invidiata».Amata, lo è senza dubbio, e al medesimo tempo detestata. Perché in lei c’è davvero “troppo”, per una sola persona. Di grande venustà – Ungaretti la definisce “bella come una gatta siamese” – enigmatica, ardita, visionaria, preparata, sportiva, amante della velocità e delle macchine, capace di lavoro accanito, distaccata, elegante, mondana e socialite, abile nel mettere in atto una sapiente “rappresentazione di sé”, algida, a volte persino dura, Palma ha attraversato la vita con la determinazione di un condottiero e la grazia distante di una gran dama o forse di una diva, abbinando il fascino femminile a una mente razionale, determinata, “maschile”.LA FAMIGLIANata a Roma il 16 marzo 1910, proviene da una famiglia della buona borghesia. Il padre, Giuseppe, è un funzionario dello Stato che diverrà viceprefetto di Roma; la madre, Ester, è una ex attrice, intelligente, affascinante, colta. Ed è capace di trasmettere alle figlie Palma e Anna l’amore per l’arte, la curiosità per il nuovo, il bisogno di una vita non convenzionale. Palma studia al liceo pubblico Visconti di Roma, poi si laurea in lettere alla Sapienza. Insieme a lei, frequenta l’università Giulio Carlo Argan – storico e critico d’arte, nonché futuro senatore comunista e sindaco di Roma – al quale sarà sempre legata, per un periodo successivo anche sentimentalmente.GLI ESORDINel 1933 i due passano il Concorso nazionale per “Ispettore alle Antichità e alle Belle arti”; dopodiché lei trascorre un periodo alla Galleria Borghese, viene quindi mandata a Napoli alla Soprintendenza. Conosce Paolo Monelli, giornalista – soprattutto del Corriere della Sera – scrittore, corrispondente, militare. È più grande di lei di vent’anni ed è sposato, ma fra loro scoppia il coup-de-foudre.Si sposeranno molti anni dopo, anche se rimarrà un amore anticonvenzionale, in case separate. Monelli non si limita a farle da “consigliere": poiché ha un buon rapporto con il ministro fascista Giuseppe Bottai, gli chiede di far tornare Palma a Roma. Alla fine del ’39, viene nominata ispettrice alla Galleria. Nel 1941 – dopo aver stravinto sul sovrintendente Roberto Papini, che la corteggia e al tempo stesso la ostacola – Palma, a trentun anni, prende il suo posto. Resterà sovrintendente della Galleria per quasi trentacinque anni. Siamo nel drammatico periodo della Seconda Guerra Mondiale e la giovane donna si ingegna per tutelare e salvare quante più opere d’arte possibile. Prima trova per esse un rifugio nel palazzo Farnese di Caprarola, poi addirittura a Castel sant’Angelo, quel Castel sant’Angelo nato come mausoleo dell’imperatore Adriano e poi divenuto fortezza dei papi.L’ATTIVISMOQuando la Galleria può riaprire, nel 1944, Palma si lancia in un attivismo fervoroso e lungimirante: undici sale sono dedicate alla pittura italiana più nuova e moderna, di lì a poco la Bucarelli si orienta verso la pittura astratta, con una serie di mostre. Non trascura la didattica e non manca mai di ampliare la collezione acquistando opere internazionali, che a volte suscitano scalpore e persino interrogazioni parlamentari. È un’abile talent scout, sa “fiutare” tendenze e mode, ha un respiro internazionale. Vuole che il museo sia “un luogo vivo”, vitale, aggregativo, tanto che nel ’52 si trasferisce in un appartamento al suo interno, dove abita con gli amati cani, fra cui un bassotto.I FIGURATIVICome viene raccontato nella biografia Regina di cuori, c’è chi la detesta. De Chirico, con cui non c’è feeling e che lei non espone, lo chiama “il museo degli orrori di Valle Giulia”. Palma non si cura delle critiche – a cui comunque risponde con i fatti – e ribadisce che solo lei può decidere “chi” esporre (non ama i “figurativi”, che furoreggiano nell’allora Partito comunista). Ha una propensione per Burri, che le costa roventi accuse in Parlamento. Riceve la Légion d’Honneur, è Grand’Ufficiale della Repubblica. Nel 1975, infine, lascia l’incarico e la “sua” Galleria. Va a vivere in una casa ai Parioli, con la collezione d’arte che ha messo insieme e di cui farà dono al museo. Scompare, infine, nel luglio 98 per un tumore.