Estratto dell’articolo di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport, 22 febbraio 2023
"LA JUVE? SI E’ FATTA UN CLAMOROSO AUTOGOL" - “KALLE” RUMMENIGGE, EX DIRIGENTE BAYERN E MEMBRO ESECUTIVO UEFA: "IL CASO PLUSVALENZE DEL CLUB BIANCONERO MAI SENTITA UNA COSA SIMILE IN VITA MIA. IL CASO BARÇA? NON SONO STUPITO: IN SPAGNA AVVERTIVO STRANE SENSAZIONI - LA SUPERLEGA?L’IDEA È VENUTA A TRE CLUB CON ENORMI PROBLEMI DI LIQUIDITÀ - IL FAIR PLAY FINANZIARIO? DOVRÀ ESSERE PIÙ RIGIDO. IL CALCIO È L’UNICA INDUSTRIA CHE PRODUCE SOLO PERDITE…" - LA PRIMA LEZIONE DI ITALIANO SUI CALZINI… -
(…) «Oggi l’unico campionato vivo è la Premier, l’Inghilterra spende cifre astronomiche e in modo poco intelligente, irrazionale, gli altri Paesi vanno avanti tra sofferenze finanziarie e scandali, ma riescono ugualmente a portare a casa i trofei. Questo vuol dire che gli inglesi commettono errori pazzeschi, il loro è un mercato fuori controllo.
Il Chelsea a gennaio ha buttato centinaia di milioni per ritrovarsi al decimo posto e con quasi la metà dei punti di chi è in testa: è una cosa assurda. La globalizzazione del mercato ha creato degli scompensi penosi, un tempo esisteva il mercato nazionale, i soldi circolavano all’interno del sistema, le ricchezze venivano distribuite meglio».
Facendo parte dell’esecutivo Uefa, non puoi che dichiararti contrario alla Superlega. «Totalmente. Non a caso l’idea è venuta a tre club con enormi problemi di liquidità. Puntavano a ottenere ricavi importanti in tempi rapidi. Ora la proposta della Superlega è passata da 20 a 80 squadre, ma il calcio non reggerebbe uno stravolgimento così radicale. Quello che invece bisogna cambiare, e in fretta, è il Fair Play Finanziario, dovrà essere più rigido. I club sono costantemente sotto la pressione dei tifosi e dei media che impongono di spendere e spendere.
Ma il calcio è l’unica industria che produce solo perdite… (fa una pausa) Leggendo cosa aveva combinato la Juve non ci potevo credere, mai sentita una cosa simile in vita mia. La Juve è una società importantissima, di riferimento per il calcio italiano e europeo, si è fatta un clamoroso autogol, sono comunque sicuro che sarà in grado di ricostruirsi. Nei tempi giusti».
C’è chi ha fatto di peggio: il Barcellona ha versato milioni al vicepresidente degli arbitri. «Mi credi se ti dico che ho riso leggendo questa notizia. La cosa però non mi stupisce: ogni volta che giocavamo in Spagna avvertivo una strana sensazione».
(…) Uno da inseguire, ma non al gabinetto, è Gianni Infantino: adesso la Fifa si è inventata il Mondiale per club a 32 squadre. Tutti ripetono che si gioca troppo e lui… «Il format del Mondiale per club è superato, produce finali inutili, prive di senso. Un tempo si affrontavano un’europea e una sudamericana. Nel 2021 a Doha trovammo una messicano, quest’anno il Real ha battuto una araba. Le europee esprimono una superiorità che deprime lo spettacolo... Si gioca troppo, certo, perché sono aumentati notevolmente gli impegni delle nazionali. Noi giocavamo al massimo 8 partite l’anno con la Germania, oggi hanno qualificazioni europee e mondiali, Nations League e altri tornei sparsi. In questo caso sarebbe utile tornare al passato, razionalizzando il calendario».
Non pensi che ci vorranno molti anni per rivedere una serie A al top? La Germania ha difeso il patrimonio dei tifosi con stadi moderni e una cultura della fruizione sportiva capace di fidelizzare le famiglie. L’Italia invece ha investito solo nei cartellini dei giocatori, ignorando le infrastrutture. Quanto pesa questa scelta? «Fino a quando gli stadi saranno di proprietà dei comuni le cose non potranno cambiare. In Germania eravamo messi come voi, il Mondiale 2006 ci permise di superare questo ostacolo e abbiamo costruito impianti bellissimi per le famiglie. L’organizzazione degli Europei 2032 potrebbe servire all’Italia per seguire il nostro esempio, io spero che vi vengano assegnati».
Anche perché a noi devi i calzini in seta nera al ginocchio. «Li porto ancora. Merito del Barone Causio. Il giorno della presentazione all’Inter notò i miei bianchi e corti e mi obbligò a rivolgermi a un negoziante amico suo, di domenica. Franco viaggiava in Mercedes e vestiva elegante. Fu la prima lezione di italiano».