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 2023  febbraio 20 Lunedì calendario

Stefano Bonaccini ha vinto in Lombardia ed è in vantaggio nel Lazio su Elly Schlein. Che invece è in testa a Milano. Domenica al voto nei gazebo


Roma Lo spoglio è andato avanti fino a tardi in Lombardia e nel Lazio, dove si votava una settimana dopo per evitare la sovrapposizione con le Regionali. E in entrambi i casi, tra gli iscritti che si sono recati nei circoli per le primarie del Pd in modo da scegliere i due finalisti tra i quattro candidati in corsa, Elly Schlein e Stefano Bonaccini sono sul filo di lana. La deputata è avanti a Milano città, il contrario nell’area metropolitana, come nella provincia di Roma. Bonaccini è avanti in Lombardia, 45% contro 38%, dove conquista 10 province su 12. In ogni caso si assottiglierebbe il vantaggio che il governatore aveva incassato nel resto d’Italia: 54,3% a 33,7%. Quei 21 punti potrebbero scendere a 17 o 18. Da qui si parte per il voto aperto anche ai non inscritti, domenica nei gazebo: poco più di 5 mila seggi, due mila in meno rispetto al 2019.
Stasera i due candidati si confronteranno su SkyTg24. Il format ha regole stringenti: un minuto a risposta, 4 repliche di 30 secondi, una domanda all’altro candidato. Bonaccini si aspetta una rivale aggressiva. Oggi a Milano, prima del confronto, proverà qualche botta e risposta con Marco Agnoletti, Giovanni Diamanti ed Elisabetta Graziani. Senza costruire troppo, convinto che la naturalezza paghi. Semmai con l’obiettivo di tenere a bada quello che lui stesso considera un limite: a volte si scalda troppo. Obiettivo forza tranquilla, come da slogan di Mitterand di tanti anni fa. Dallo staff di Schlein sono più abbottonati. Lei si preparerà con il suo portavoce, Flavio Alivernini, che la sta seguendo nelle tante piazze dove è stata in questi giorni. Convinta che proprio questi comizi siano l’esercizio migliore.
Missione impossibile per tutti, indovinare la domanda personale che potrebbe essere fatta stasera. Non c’è preparazione che tenga. Alle primarie del 2017, per dire, chiesero ai tre candidati che poster avevano in camera a 15 anni: Michele Emiliano disse Gigi Riva; Andrea Orlando Berlinguer e Allende; Matteo Renzi (che poi vinse) Baggio, i Duran Duran e Bob Kennedy.
Intanto anche i supporter d’eccezione si schierano. Gli ultimi due artisti a scendere in campo sono la cantante Paola Turci e lo scrittore Carlo Lucarelli. «Io ti sostengo perché ti conosco, ti stimo e ho fiducia in te. Sei giovane ma hai le spalle già forti per accollarti questo peso (morto). Il 26 febbraio Schlein deve diventare la nuova segretaria», scrive Turci sui social. «Conosco bene Stefano Bonaccini, lo conosco da cittadino di un’Emilia-Romagna che funziona, da intellettuale a cui ha mantenuto la promessa di triplicare i fondi per la cultura, da presidente di una fondazione che si occupa di vittime dei reati», sembra quasi ribattere Lucarelli.
Ma la sfida tra supporter «di grido» è aperta da settimane. C’è chi se l’è portata in casa, come Francesco Guccini: il cantautore è schierato con Bonaccini, sua moglie con Schlein. C’è chi, come Claudio Amendola, sostiene che per i dem «ci vorrebbe un Carletto Mazzone», anche se assicura che voterà Schlein «perché è di sinistra».
Le primarie hanno toccato anche il Festival di Sanremo, dove Levante ha espresso con un «Bella ciao» il suo sostegno per Schlein. Lo chef Massimo Bottura, invece, si è schierato con Bonaccini: «Un uomo di uno spessore straordinario»; e hanno fatto lo stesso il comico Paolo Cevoli e il campione di nuoto Gregorio Paltrinieri. Ma i volti tv sono divisi: Lino Guanciale, interprete in tv del commissario Ricciardi, si è speso in prima linea per Schlein, come portavoce del suo comitato in Abruzzo. Simona Ventura, invece, è con Bonaccini. «Non sabotatela», ha twittato infine Gabriele Muccino, sostenitore della deputata.