Estratto dell'articolo di Carlo Tecce per https://espresso.repubblica.it, 19 febbraio 2023
LA NOTTE IN CUI TUTTO È CAMBIATO – “L’ESPRESSO” RICOSTRUISCE MINUTO PER MINUTO COSA SUCCESSE, NEI PALAZZI DI ROMA, TRA IL 23 E IL 24 FEBBRAIO 2022, QUANDO PUTIN INVASE PER ARIA, TERRA E MARE L’UCRAINA – “ALLE 4.02 L’AMMIRAGLIO GIUSEPPE CAVO DRAGONE, CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, COMUNICA A GUERINI L’AVVIO DELLE OPERAZIONI” – “IL PRESIDENTE DRAGHI HA I SUOI CONTATTI CON GLI AMERICANI E NON HA DUBBI SU DOVE PORRE L’ITALIA APPENA LA RUSSIA FARÀ PARTIRE IL PRIMO COLPO. IL SUO PRINCIPALE TIMORE È..."
[…] La notte fra il 23 e il 24 febbraio 2022 accadde ciò che da settimane è descritto nei rapporti per i governi con esemplare pignoleria dai servizi segreti occidentali.
In Ucraina, fianco destro d’Europa, si proietta uno spettacolo cruento. La Russia di Vladimir Putin, che invade per aria, terra, mare, è scontata quanto feroce.
[…] Con particolari inediti e colloqui con le autorità istituzionali del tempo, l’Espresso ha ricostruito in versione italiana la notte fra il 23 e il 24 febbraio 2022 e il prologo che l’ha forgiata mesi prima.
ORE 3:39 A Washington hanno l’annuncio ufficiale in bozza. L’armata russa sta per lanciare un attacco su larga scala e sta per essere trasmesso il discorso registrato di Putin. Il senatore repubblicano Mark Rubio segnala il massiccio movimento di mezzi nel Donbass. Le strutture informatiche ucraine sono bersagliate. I ministri italiani vanno a dormire con il telefono acceso e la suoneria ben alzata.
ORE 4:02 L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa, comunica con un messaggio l’avvio delle operazioni al ministro Lorenzo Guerini. Ne seguono altri per illustrare l’offensiva russa sul versante orientale e soprattutto nei sobborghi di Kiev.
Le informazioni fra gli alleati provengono da americani e inglesi e sono condivise all’istante nel gruppo dei “cinque” per l’Ucraina che si è formato nel settembre 2021. In quel periodo di mendace tepore, tra estate e autunno, la Russia ha svolto una esercitazione militare congiunta con la Bielorussia che ha coinvolto 200.000 soldati.
Così gli americani e gli inglesi, che hanno incrementato le relazioni ucraine dopo l’annessione russa della Crimea (2014), creano il “Gruppo dei Cinque”, il quintetto, per muoversi compatti in qualsiasi scenario: la collaborazione viene allargata a tedeschi, francesi, italiani.
Se la storia in cammino, come la verità, non si può fermare, secondo le puntuali analisi angloamericane, presto Putin sarà costretto a innescare la guerra. Per ragioni interne. Per disfunzioni nel regime. Perché una volta allertate le furerie e accesi i motori, non resta che sparare. […]
Il presidente Mario Draghi ha i suoi contatti con gli americani e non esprime opinioni dissonanti. Non ha dubbi su dove porre l’Italia appena la Russia farà partire il primo colpo. L’energia è il suo principale timore. È un timore che attraversa anche gli apparati di intelligence.
In autunno differenziare i rifornimenti e rafforzare la presenza in Africa è già una ipotesi concreta. Il viaggio di Sergio Mattarella in Algeria (6-7 novembre 2021) è di grande conforto. Quando Draghi ordina alle aziende italiane di disertare la videoconferenza con Putin (26 gennaio 2022), è sicuro che il processo di avvicinamento alla guerra sia ormai irreversibile. […]
ORE 6:00 La Nato convoca subito gli ambasciatori a Bruxelles, l’Unione europea dà appuntamento in serata. Roma è rappresentata presso la Nato da Francesco Maria Talò, che poi sarà chiamato a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni come consigliere diplomatico. La Nato è ancora lo strumento di risposta degli occidentali per preservare o inoculare la democrazia.
La stessa Nato che ad agosto era scappata da Kabul sotto l’assedio dei talebani dopo decenni di morti, soldi, errori. La stessa Nato che per il francese Macron era «morta». […]
ORE 7:00 Il generale Francesco Paolo Figliuolo, conclusa la campagna vaccinale da commissario, è passato al Comando operativo del vertice Interforze. All’alba ha già ricontrollato le procedure con i suoi e parlato col ministro Guerini. A Figliuolo spetta il compito di organizzare le spedizioni di materiale bellico in Ucraina per il tramite polacco.
L’indomani il Consiglio dei ministri (Cdm) comporrà la cornice legislativa per un Paese che ripudia la guerra. Quella costituzionale è garantita dal Quirinale. «L’equipaggiamento militare non letale di protezione» è pronto da settimane. Un vecchio accordo di cooperazione fra gli eserciti di Roma e di Kiev permette di sapere, e poi gli angloamericani lo sanno perfettamente, di cosa ha bisogno Kiev e cosa può offrire (non molto) nell’immediato Roma.
In una riunione europea presieduta dal commissario Josep Borrell, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, francesi, tedeschi, spagnoli e italiani - con i primi abbastanza indifferenti - scelgono di secretare gli elenchi di armi da inviare a Kiev: non per non dare indebiti vantaggi ai russi (sciocchezze, tutti sanno tutto), ma per non spaventare i propri concittadini […]. Quando il decreto interministeriale di Guerini viene firmato (2 marzo 2022), decolla il primo C-130 con le armi per Kiev.
ORE 8:00 L’ambasciatore russo Sergey Razov viene svegliato all’alba dalla Farnesina. Roma è la capitale occidentale più lesta a convocare i diplomatici di Mosca, lo fa il segretario generale Ettore Sequi su istruzioni del ministro Luigi Di Maio. La posizione italiana è inequivocabile: l’ambasciatore Sequi esprime a Razov «la ferma condanna per la gravissima, ingiustificata e non provocata aggressione all’Ucraina». Roma non ha crepe. Mosca lo apprende subito.
ORE 10:00 Draghi presiede il Comitato per la sicurezza della Repubblica, ci sono i cinque ministri che lo compongono, il sottosegretario Franco Gabrielli che ha la delega all’Intelligence, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni che è capo del Dipartimento di Coordinamento dei servizi segreti. Le questioni italiane sono due: il flusso di gas da Mosca e l’arrivo di decine di migliaia di profughi. […] La situazione è monitorata dall’intelligence, l’unica ossatura statale che ha diminuito e però non interrotto, non si interrompono mai, i contatti con i russi.
ORE 13:30 Draghi parla ai giornalisti nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi prima di partire per un Consiglio europeo straordinario e poi collegarsi con un G7 allargato al Segretario Generale della Nato. Il presidente fa un discorso appassionato sui valori della democrazia e ribadisce tre concetti: sostegno agli ucraini, coesione europea, strategia Nato. […] Draghi ha gestito la vicenda con il suo gabinetto e l’intelligence. Roma non può farfugliare, le sanzioni sono necessarie, ma possono spingere l’inflazione, i rincari dei prezzi, il disagio sociale. Il pericolo per l’Italia e per l’Europa in generale viene esposto agli interlocutori americani che hanno l’agio della distanza economica e geografica.
ORE 16:15 Al Quirinale si tiene il Consiglio Supremo di Difesa, leggermente in anticipo per non sovrapporsi all’imminente incontro Nato a distanza per i ministri della Difesa. È l’occasione per rimarcare la linea tracciata già dal presidente Draghi e offrire riparo istituzionale a ogni tipo di aiuto.
ORE 17:00 Allenati i muscoli col lavoro diplomatico e presto dimenticata la disfatta afghana, la parte militare Nato può eseguire il piano di reazione: protezione dei confini, forniture agli ucraini. Sembra una prova estemporanea di coraggio e di solidità, invece è la riproduzione in un giorno e in una notte di quanto studiato per mesi, anni. Che dura ancora oggi.