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 2023  febbraio 19 Domenica calendario

Storia delle monete

Per decidere quale immagine stampare sui sette tagli dell’Euro è stato necessario trovare un accordo su un tema comune come la moneta unica, superando le storiche rivalità tra le nazioni. E validare la scelta con un sondaggio d’opinione per arrivare all’immagine vincente e cioè quella dei ponti, degli archi, dei particolari di costruzione nei degli stili architettonici che costellano la millenaria storia del continente europeo.
I PERSONAGGI
Banditi dunque personaggi illustri, condottieri, artisti, inventori, troppo caratterizzanti le identità delle nazioni, i banchieri centrali hanno scelto l’astrazione di un simbolo per rappresentare l’apertura, il passaggio, la transizione al futuro. Risultato tanto rilevante quanto banale, visto che ormai sulle centinaia di milioni di utilizzatori nessuno sembra più fare tanto caso all’iconografia della moneta unica. A ricordarci l’epocale importanza di quella decisione di più di vent’anni fa è questo saggio prezioso come la storia della moneta che ricostruisce dai tempi dell’antica Grecia ai giorni nostri, una storia misteriosa scandita in tanti capitoli chiave come la dracma, il tetradramma ateniese, detta "civetta" dal volatile inciso sul rovescio, mentre sul dritto c’era il profilo della dea di Atena, e poi il sesterzio romano, il fiorino dei Medici, lo zecchino veneziano, persino le pistole di d’Artagnan e dei tre Moschettieri, il tallero di Maria Teresa d’Austria, il franco germinale di Napoleone Bonaparte, e cioè le più famose monete che accompagnarono le varie epoche della storia d’Europa, dai tempi della lega delle poleis greche all’impero di Augusto, dalla caduta di Bisanzio al Siglo de Oro, dall’impero napoleonico alla Grande Guerra.
I DETTAGLI
Con dovizia di dettagli e passione numismatica, Sergio Valzania, storico eclettico, specialista dei giochi, esperto di battaglie militari, biografo di grandi condottieri, e già direttore di Radio2 e Radio3, traccia un itinerario avvincente intrecciando la politica all’economia, la strategia militare alla scienza delle finanze, le guerre di conquista all’inflazione, le grandi scoperte alla svalutazione e al tracollo degli imperi, mentre l’innovazione sembra sempre lambire la guerra civile. Nel tracciare questo itinerario complesso e complicato, Valzania non fa sconti, giostrandosi con acribia tra conio e valore, discettando sui vari metalli preziosi. Parte da un’idea ultramoderna e funzionale, vedendo nella moneta non un mero strumento di scambio, indispensabile ai traffici e ai commerci, bensì un dispositivo cruciale per far circolare notizie, informazioni, progetti, scelte politiche e religiose, con una velocità e una forza di penetrazione pari a quella che dopo la moneta avrebbe avuto solo l’invenzione di Gutenberg, e cioè la stampa tipografica. Forte di quest’idea, Valzania apre la sua via delle monete con una prima tappa nell’Atene del V secolo avanti Cristo. Entrando nella casa dello scopritore di Troia Heinrich Schliemann, vero museo numismatico dall’antichità ai giorni nostri, Valzania ci riporta all’epoca della guerra contro Serse, ai tempi della battaglie di Maratone e Salamina, quando l’ateniese Temistocle spiegò ai suoi concittadini il senso del vaticinio dell’Apollo di Delfi, che affidava la salvezza di Atene al muro di legno, e li convinse ad allestire una potente flotta di navi triremi, rinunciando ai proventi dell’estrazione di argento dalle miniere di Luarion, e utilizzando quel materiale per coniare un gran numero di monete.
L’ORIGINE
Fu allora l’origine di quel peculiare strumento di civiltà che ancora oggi abbiamo tra le mani, anche se in venticinque secoli enormi furono i cambiamenti, a cominciare da quello più vistoso, e cioè il monopolio nel battere moneta, introdotto solo in epoca moderna. Sull’antica prassi di battere moneta, in molti e in modo concorrenziale, utilizzarono i metalli conferiti dai privati, i quali in cambio del conio versavano una percentuale concordata della materia prima. Così finì per prevalere la ragione di Stato, con l’esclusiva territoriale per proteggere e limitare la circolazione del metallo coniato.