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 2023  febbraio 19 Domenica calendario

La demenza «fronto-temporale» di Bruce Willis

Una foto sulla spiaggia, rilassato, con quel suo sorrisino scanzonato che per decenni aveva conquistato le platee. Ma questa volta è una specie di addio. La famiglia di Bruce Willis l’ha scelta per informare il mondo che le condizioni di salute del famoso attore sono peggiorate. Quella che era stata descritta appena undici mesi fa come «un’afasia, un’incapacità di esprimersi e capire il linguaggio parlato e scritto» è progredita a «demenza fronto-temporale». Bruce soffre cioè di una patologia degenerativa delle cellule nervose nei lobi frontali e temporali del cervello, per la quale la scienza al momento non può offrire terapie. È una malattia crudele, che ruba l’individuo di quel che lo rende una persona, distruggendone la personalità.
L’ANNUNCIO
A informare il pubblico sono state l’attuale moglie Emma, la ex Demi, e le quattro figlie, Scout, Tallulah, Mabel ed Evelyn. Nell’annuncio, pubblicato nel sito ufficiale del gruppo che combatte la malattia, le cinque donne hanno spiegato di voler «usare la sua visibilità per attirare l’attenzione sugli altri che soffrono della malattia». È un dramma amaro che Bruce Willis, che da giovane riuscì a curare la balbuzie con la recitazione, abbia dovuto quasi un anno fa lasciare la recitazione perché non riusciva più a parlare. È un dramma ancor maggiore che un uomo così noto per il suo carattere estroverso, la grande empatia e l’amore per la famiglia si ritrovi prigioniero di una malattia che lo priva di tutto ciò che ce lo ha fatto amare. La vicenda di Bruce e delle cinque donne che lo amano e lo proteggono ha colpito il Paese. La figlia del presidente Ronald Reagan ha visto in essa un’eco di quella che colpì il padre, che cinque anni dopo aver lasciato la Casa Bianca apparve in tv per informare di essere entrato nella fase discendente dell’Alzheimer: «Ora comincio il viaggio che mi condurrà al tramonto della mia vita» disse Reagan il 5 novembre del 1994. Al suo attivo Bruce Willis ha oltre 150 film, due album di musica rock e vari sceneggiati tv. Ed è stato proprio uno sceneggiato “Moonlighting”, una commedia gialla al fianco di Cybill Shepherd che lo aveva lanciato negli anni 80. Willis vi interpretava la parte di un investigatore scanzonato che molti hanno visto come il rodaggio per entrare poi nel personaggio di John McClain nella serie di Die Hard, che si è estesa fino al 2011 con 5 film. Con quel sorrisino accattivante, e la capacità di sciorinare battute mordenti nel pieno dell’azione fisica più estenuante, convinse i produttori a sceglierlo per il primo Die Hard, nel 1988, dopo che Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone avevano rifiutato il ruolo. Il suo ultimo film nelle sale è stato Paradise City, al fianco di John Travolta, 30 anni dopo che i due si erano trovati insieme in Pulp Fiction di Quentin Tarantino. In questo film, nel 2021, Bruce aveva avuto difficoltà abbastanza serie a recitare, tanto che il regista ha dovuto far ricorso alle volte a una controfigura mentre in altre situazioni è stato deciso di aiutarlo a ricordare le battute con l’ausilio di microscopici auricolari. È stato allora che le donne della sua famiglia sono intervenute, convincendolo a ritirarsi, per salvare la sua dignità. Oggi gli si sono strette intorno, e scrivono: «Bruce ha sempre trovato gioia nella vita e ha aiutato tutti quelli che conosce a fare lo stesso. Siamo commosse dall’amore che avete condiviso per il nostro caro marito, padre e amico in questo momento difficile. La vostra continua compassione, comprensione e rispetto ci consentiranno di aiutarlo a vivere una vita il più piena possibile».