il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2023
Biografia di Sandra Milo raccontata da lei stessa
Una regina.
Grazie.
Numero uno.
Davvero? Grazie moltissimo.
Approccio raro alla vita.
È così, trovo meraviglioso ogni momento.
La gioia.
Mi sveglio con il sorriso, poi mi guardo allo specchio e tutta contenta dico: ancora oggi ci sono.
Combatte il tempo.
Eh, però i segni non mancano. Ma sono qui.
Compie 90 anni, ma proprio non sembra.
Ha ragione, ma o sono fortunata o qualcuno lassù mi ama e protegge; (pausa) non lo so, però mi protegge bene, perché non ho neanche gli acciacchi; (sorride e ci ripensa) vabbè, qualche acciacco c’è, ma in maniera accettabile.
Armoniosa.
Non faccio più neanche le famose punturine sul viso, ho smesso durante il Covid perché i medici non mi ricevevano, allora ho perso l’abitudine e mi sono detta: ma in definitiva…
In definitiva?
Qualche ruga non mi sta male.
Antesignana delle punturine.
Ho iniziato a cinquant’anni, l’età nella quale ti accorgi di non essere più giovane e ti avvii verso la maturità.
Un trauma.
Enorme e non solo per le donne, per questo ho voluto ritrovare parte della giovinezza e sentirmi meglio.
La criticarono.
Non ero la sola, ma la sola ad ammetterlo.
Sincera.
Ho sempre cercato di risultare piacevole per gli altri: la considero una forma di educazione.
Di rispetto.
Esatto
(Sandra Milo, per il cinema Sandrocchia, 90 splendidi anni l’11 marzo, è una delle tre protagoniste del programma tv, in onda su Sky, “Quelle brave ragazze”. Un “road” insieme a Mara Maionchi e Marisa Laurito, un trio in cui allegria, ricordi, avventure, lezioni di vita, cibo, sincerità s’intrecciano tra di loro in un coro di piacere).
Indossa sempre i tacchi.
Quando è giusto, mi piace; (risata lunga) non indosso più quelli a spillo e un po’ mi dispiace.
Comunque, tacchi.
Sì, ma quelli a spillo esaltavano la femminilità e la sensualità.
Chi ha recentemente lavorato con lei a teatro conferma: non esce senza tacchi.
È una forma spirituale di energia, una forma fortissima, dominante.
Quali sono le priorità della sua vita?
Da sempre la famiglia, forse per un antico senso di responsabilità o la reale necessità di non perdermi; (cambia tono) sì, la famiglia mi ha mantenuto su certi binari.
Però è stata un po’ spericolata.
Ci pensavo giorni fa.
A cosa?
Che nella vita mi sono perennemente giudicata timida e invece ho scoperto e capito che in realtà sono una guerriera; comunque non sono spericolata, non amo il rischio inutile.
Nel programma racconta che prendeva una Ferrari e “correva” da Ascari.
È vero! (felice) Poi mi mettevo in strada, ai bordi, e aspettavo la Millemiglia. In realtà non si vedeva nulla, solo il rombo dei motori, ma era emozionante.
Ha conosciuto il mondo, vissuto il mondo.
Non conosco la paura.
Mai.
Se c’è un’esperienza da fare, io vado, a ogni costo.
Non ha avuto paura neanche quando Lucherini le ha incendiato la parrucca sul set di Vanina Vanini?
No, ho sentito solo molto caldo sulla testa.
Le cronache parlano di pericolo reale.
Uno dei tecnici si tolse il giubbotto e mi saltò addosso.
Ah, ecco.
Il problema è che al tempo le parrucche le fissavano con un numero incredibile di mollette e forcine, quindi era impossibile strapparla; (ci ripensa) mi è andata bene.
Rossellini presente.
Uomo geniale; (pausa) posso dire una cosa di lui? Era grasso e con la panza, ma che fascino, che viso, che stile. In grado di creare sempre qualcosa.
Insomma, genio.
È stato lui a inventare lo zoom e a realizzarlo con uno dei suoi macchinisti; ricordo ancora quando con la macchina da presa andava avanti e indietro per testarlo.
La magia del set.
(Cambia ancora tono) Mica sempre, il giorno dell’incendio della parrucca forse stavamo al 26esimo ciak, non ne potevamo più e infatti sul set non c’era quasi nessuno.
Secondo Christian De Sica, Rossellini non amava gli attori.
Be’, non è proprio così, forse aveva solo piena consapevolezza del proprio talento e intelligenza.
Quindi?
A volte si sentiva superiore agli attori.
Si è mai intimorita con i registi?
Davanti a Federico (Fellini, ndr): in 8 e 1/2 più che intimorita avevo paura, non riuscivo a parlare, a muovermi.
E lui?
Se ne approfittava e a volte mi trattava male. Io scoppiavo a piangere.
Con Dino Risi?
Pure lui non adorava gli attori, ma bravo e affascinante, uno in grado di offrire il consiglio giusto.
Seduttore.
Il set de L’ombrellone era a Venezia: ogni sabato salutava la troupe, andava al Danieli con una delle attrici e ne usciva solo il lunedì.
Sul set nasce spesso l’amore.
Di Federico ero innamorata già prima del set, con lui ho vissuto quel colpo di fulmine che ti segna per la vita; (pausa) l’attore vuole essere rassicurato e a me piacciono gli uomini forti.
Fellini non sembrava un macho.
Era fortissimo. Dominava tutti e tutto con un grande senso di umanità; (pausa) era speciale in ogni senso.
Sempre in Quelle brave ragazze rivela: “Ho pensieri peccaminosi”.
Si è perso il senso del proibito, della trasgressione, eppure è un lato dell’esistenza. Però oggi preferisco dire: io sono l’amore.
Il nostro Pizzi racconta che lei ha sedotto molti.
(Sorride) Davvero?
Sostiene che ha fatto crollare pure il cerbero Sordi.
Di Alberto non me ne sono mai accorta e poi lui non è mai stato nemmeno il mio piccolo amore.
Tranchant.
(Molto fredda) Grandissimo attore, ma come uomo non mi interessava.
Mica come Mastroianni…
(S’illumina) Marcello era meraviglioso, un uomo semplice, colto, curioso, gentile. Era amatissimo, tutte pazze di lui, meno che io: ero fidanzata; (pausa) si lanciava.
In che senso?
Era capace di chiudere con il set, salire in auto, guidare per ore, andare da una donna, stare con lei, poi ripartire e tornare puntuale. Uno passionale.
Lo raccontano come pigro.
Macché, se ne valeva la pena lui agiva.
Sempre Pizzi narra che lei ha fatto diventare rosso Andreotti.
Eravamo al Premio Strega, gli diedi una rosa e lui avvampò. Era un timido.
Andreotti timido? Ne è sicura?
Si fidi, era uno timido e tenero. Recitava la parte dell’uomo forte.
Ama più il set o la vita?
La vita anche perché è una sola, non la ripeti come davanti alla macchina da presa.
Quando lo ha capito?
Subito e per questo mi sono sempre goduta ogni momento.
Da cosa è sfuggita?
Da niente, non serve. E se lo fai una volta poi diventa un’abitudine.
L’hanno sottovalutata?
Quasi sempre e tutto sommato mi piace.
Perché?
Così tengo celata una parte di me davanti a persone che non mi interessano.
E poi magari li stupisce in contropiede.
In effetti una costante della mia vita è che stupisco sempre.
Lei è notizia.
Perché non ho alcun pudore nel raccontarmi, mi piace parlare di me.
Senza pudore.
Non bisogna mai vergognarsi.
A 57 anni ha posato per Playmen.
Milioni guadagnati e passati all’Unicef per i bambini.
Per i bambini ha condotto per anni Piccoli Fans.
(Pausa) È stato uno dei periodi più belli della mia vita.
Arrivata in tv in quota Craxi, poi ha pagato questa vicinanza?
Gli sono sempre stata vicino, anche nei momenti peggiori: con Bettino eravamo solo io e Giuliano Ferrara. Noi contro tutti.
Ed è stata messa da parte?
È normale; non sa quanti amici beneficiati da Bettino, beneficiati in modo pazzesco, che si sono immediatamente scatenati contro di lui; (resta in silenzio) il suo difetto era la timidezza, il troppo pudore.
Nel periodo di Craxi si è mai sentita controllata dai servizi segreti?
Impossibile.
Non è così impossibile.
No, ‘impossibile’ nel senso che non me ne sarei accorta.
Come mai ha recitato quasi solo per registi uomini?
L’unica che mi voleva era la Wertmüller, ma nulla. E poi non mi ha più cercata nessuna.
Il motivo?
Non lo so, un tempo tra donne si entrava in competizione, con il tempo forse abbiamo scoperto quella solidarietà che è sempre stata una prerogativa maschile.
Polanski condannato, Allen accusato di molestie: vanno boicottati?
Assolutamente no.
E lei rispetto al #MeToo?
Gli uomini sono così, amano dimostrare il loro desiderio, il loro apprezzamento.
E lei?
A me è sempre piaciuto, poi se uno non mi interessava lo rifiutavo; non capisco perché ora le donne si offendano per tutto, credo che molte non siano sincere.
Brass ha mai provato a coinvolgerla in un suo film?
Lo conosco da quando era ragazzo e lavorava a Parigi. Era molto amico di Rossellini e della sua famiglia.
Quindi?
Mi voleva, però ho rinunciato: non mi ha mai troppo convinto la sua visione della sensualità. Ma resta un uomo fantastico.
Quanti anni si sente?
Boh, non ci ho mai pensato.
Chi è lei?
Io sono l’amore.