La Stampa, 19 febbraio 2023
Renato Zero: «Rosa Chemical è solo un mio sosia»
Sanremo? «Invitato, ma ho detto no». Rosa Chemical? «L’ennesimo mio sosia». Renato Zero è «ancora in campo» come dice nel testo del brano inedito che lancia il suo nuovo tour che porterà in giro per l’Italia, 23 concerti, 10 Palasport, forte dell’amore ricevuto dai suoi sorcini nelle 6 date con cui ha celebrato (con due anni di ritardo causa Covid) i suoi 70 anni e i 55 di carriera, un amore da centomila spettatori.
«Ancora in campo io – dice il testo di Zero a Zero – e me stesso in controcanto, a giocarci la partita fino a che avrò fiato, fino all’ultima nota a difendermi la vita». Zero riparte, ma guarda anche con disincanto al crepuscolo della sua vita: «Spesso si fanno bilanci – dice – e a volte la morte fallisce i suoi intenti perché la vita continua e tu vai avanti attraversando il tempo con le tue passioni e gli obiettivi da raggiungere. Sono convinto che a me, per esempio, la vita l’abbia spesso salvata il lavoro che faccio. Il camerino è la mia sacrestia; lì sto solo, davanti all’altro me e trovo il centro. Il palcoscenico è indispensabile certo, ma so che il lavoro mi ha dato modo di non frequentare lo psicanalista».
Giacca nera di Stella McCartney piena di cucisivi dei Beatles, «una dedica della figlia al padre Paul», Zero stasera sarà da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Ma l’ultima apparizione in tv è stata a Canale 5, a C’è posta per te: in concorrenza diretta con il Festival di Sanremo. La puntata era registrata, e Renato non è stato contentissimo della collocazione: «Da Maria De Filippi è stata una partecipazione amichevole, non impegnativa. Certo se mi avessero avvisato che mi avrebbero mandato in trincea il sabato di Sanremo forse avrei potuto fare una scelta. Con tutto il rispetto di Mediaset l’ho trovato un po’ fuori posto». Anche perché a Sanremo avrebbe potuto esserci lui: «È vero, Amadeus mi aveva chiamato, ma sono un pignolo e voglio sempre fare le cose come dico, con i miei tempi, con le mie scenografie, insomma, col disegno che ho in mente. Non era possibile arrivare con tutta l’artiglieria che metto in campo quando mi muovo e non sono andato in Riviera. Magari ci vado il prossimo anno». Questo per smentire chi maliziava sul fatto che a Zero non fosse andata giù la dichiarazione del direttore artistico che voleva superospiti italiani solo se con più di 70 anni. Una «quota argento» della quale Zero non avrebbe voluto far parte. «I miei 72 anni me li sento benissimo – commenta scherzoso – mi trucco ancora molto bene, trema un po’ la mano ma ce la faccio, ad altri invece trema qualcos’altro». A chi si riferisce? No comment. Ma il pensiero vola ancora a Sanremo. Impossibile non parlare di Rosa Chemical, che in Made in Italy sembra quasi citare, ben 45 anni dopo, Il triangolo: «Da due passiamo a tre più siamo e meglio è». «Vede – risponde Renato – frequentando assiduamente questi social scopro che ho un numero di sosia impressionante tanto che la popolazione italiana si riduce di fronte all’affollamento dei miei sosia; cominciano ad esser un bel gruppo di elettori potenziali. Penso che ci debba essere l’opportunità di uscire da certi stratagemmi artistici, sappiamo tutti che l’originale deve essere tenuto come una cosa a sé stante perché sennò il resto rischia di essere solo una copiatura. Se hai un buon team come lo avevamo ai nostri tempi io, Baglioni e tanti altri, ti dà dei consigli giusti così da farti trovare un’identità». Quindi Rosa Chemical bocciato? «Non credo sia colpa di Rosa Chemical il fatto che sia molto vicino a quello che facevo io ma, senza dubbio, di chi pensa che la musica sia solo immagine». La geometria non è un reato, e neppure la gioventù: «Assolvo il ragazzo e quelli come lui perché mi rendo conto che non riuscire a trovare un’identità è un bel problema».