Il Messaggero, 18 febbraio 2023
Lascia la guru di Youtube. Troppo stress
Preferiscono vivere. La carriera del manager che ha scalato la vetta del successo partendo dal nulla o del leader che si è trovato a guidare un Paese dopo avere iniziato a far politica ai tempi della scuola, può essere entusiasmante. Regala fiumi di adrenalina (oltre che di soldi, ma questa è un’altra storia), ma è il più classico dei patti con il diavolo, perché in cambio ti chiede tempo, rinunce, ti ruba anni che non tornano da trascorrere con un figlio piccolo, con la persona che ami o semplicemente per concederti un viaggio spensierato. E ti perseguita con lo stress. Ecco perché il fenomeno definito “great resignation”, le “grandi dimissioni”, non riguarda più solo le persone comuni che, dopo la pandemia, hanno deciso di lasciare il posto fisso per cambiare vita. No, sta coinvolgendo anche chi si trova in cima alla vetta. Il potere logora. L’ultimo caso è quello di Susan Wojcicki, 54 anni, da nove amministratore delegato di YouTube. Prima di passare a Google (di cui YouTube fa parte) aveva lavorato a Intel e Bain&Company. Ha spiegato: «Dopo quasi 25 anni qui, ho deciso di fare un passo indietro dal mio ruolo al vertice di YouTube e iniziare un nuovo capitolo incentrato su famiglia, salute e progetti personali che mi appassionano». Susan Wojcicki è una delle donne più stimate nella Silicon valley (normalmente molto al maschile). Una curiosità: quando il motore di ricerca Google divenne un’azienda, alla fine dello scorso millennio, affittò, per farne la sede, il suo garage ai due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, in California (1.700 dollari al mese). Ma ci sono altre due donne di fama mondiale che nelle ultime settimane hanno deciso di ritirarsi dalla vita pubblica per privilegiare quella privata. L’altro giorno ad annunciare questa scelta è stata la premier scozzese, leader della battaglia indipendentista, Nicola Sturgeon, 53 anni, in politica da quando ne aveva 16. Perché lascia? Ha raccontato parlando di sé in terza persona: «Nicola Sturgeon è stata un politico per tutta la vita. Ora voglio dedicare un po’ di tempo a Nicola Sturgeon l’essere umano. Vi sembra egoistico? Spero di no. La mia famiglia è la mia roccia». Poco prima, il 19 gennaio, c’era stata Jacinda Ardern, 42 anni, primo ministro in Nuova Zelanda per sei anni. Le dimissioni hanno preso tutti di sorpresa: «Sono umana. Noi diamo tutto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me quel momento è arrivato. Semplicemente non ho più le energie per altri quattro anni. Credo che guidare un Paese sia il lavoro più privilegiato che si possa avere, ma anche uno dei più impegnativi». Programmi per il futuro: trascorrere più tempo con la figlia Neve di 4 anni e sposarsi con il compagno Clarke Gayford.UOMINIMa si dimettono solo le donne? È una sconfitta per l’altra metà del cielo? No, nella lista di chi ha rinunciato alla carriera o ha preso una pausa ci sono anche gli uomini (soprattutto nei paesi anglosassoni e scandinavi). Esempio: il ministro della Difesa finlandese Antti Kaikkonen ha preso un congedo parentale per accudire il figlio di sei mesi («i bambini non restano piccoli per sempre»). Tra i colossi dell’economia poi è un percorso già visto, da Bill Gates (Microsoft) a Jeff Bezos (Amazon) ma in questo caso parliamo di persone arrivate talmente in alto che il ruolo non conta più. Ci sarebbe anche il cinese Jack Ma, cofondatore di Alibaba, che nel 2019 si è dimesso da presidente esecutivo, uscendo dalla scena pubblica. Ma nessuno sa se sia stata realmente una scelta di vita o un caldo consiglio del governo cinese, visto che Xi Jinping ha deciso di combattere l’onnipotenza dei colossi privati.