Corriere della Sera, 18 febbraio 2023
Al Superenalotto una probabilità di vittoria su 40 milioni
Sono 622.614.630 le combinazioni del Superenalotto (si ricavano da sei numeri casualmente estratti su 90). Giovedì hanno vinto in 90, per un totale di 371 milioni. Perché giocare in gruppo e non da soli?
«Così si giocano più numeri, aumenta la probabilità di vincita e si divide il costo di un sistema caro», dice Natalia Montinari, professoressa associata al dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna, che si occupa di economia comportamentale e di teoria dei giochi».
Al Superenalotto si può applicare la teoria dei giochi e dell’equilibrio di John Nash, Nobel per l’Economia nel 1994?
«Queste teorie riguardano i giochi interattivi, in cui una scelta dipende dalle mosse dagli avversari. Valgono per esempio con gli scacchi, non per le lotterie dove dominano le condizioni di incertezza e di rischio».
Tanti giocano i numeri ritardatari: è una scelta saggia?
«È chiamata fallacia dello scommettitore: si crede che eventi casuali in una direzione saranno seguiti da altri in senso opposto. Ma ogni estrazione è indipendente dalle altre».
Meglio vincere di meno ma con più probabilità o tentare il jackpot da soli?
«Dipende dal montepremi, ma è difficile distinguere tra 1 possibilità di vittoria su 40 milioni o di 1 su 400 milioni».
Molti si affidano a sistemi pre-compilati, altri scelgono i propri numeri. C’è una componente psicologica?
«In genere chi gioca i numeri personali si illude di poter controllare l’imponderabile. Chi acquista un sistema collettivo cede il controllo su queste dinamiche».
La strategia sicura per vincere rimane sempre quella di non giocare?
«Tutti i giochi in cui entra in campo la sorte sono perdenti».