Corriere della Sera, 18 febbraio 2023
Il senatore democratico John Fetterman è depresso
Tre mesi fa John Fetterman, «gigante tatuato» con la testa rasata e il pizzetto, sconfiggeva il famoso dottor Oz della tv nelle elezioni di midterm per il Senato in Pennsylvania. Benché fosse ex sindaco e vicegovernatore, lo aveva aiutato l’aura da «uomo del popolo che non parla come i soliti politici democratici». Aveva garantito al partito una maggioranza di 51 seggi, facendo sognare alla sinistra di avere individuato una strada per riconquistare il voto degli elettori bianchi working class senza tradire il progressismo.
Fetterman si era assentato per due mesi da quella campagna elettorale dopo aver sofferto un ictus, ma nonostante le critiche per le difficoltà comunicative evidenti durante un dibattito televisivo con il rivale, gli elettori lo avevano premiato. Quando li incontrava, chiedeva se qualcuno avesse avuto esperienze simili in famiglia: molti alzavano la mano. L’ictus aveva evidenziato la sua umanità e reso più potente la promessa di aiutare chi cade a rialzarsi: «Combatterò per ogni piccola città che si è sentita lasciata indietro», promise nel suo discorso della vittoria.
Giovedì il senatore cinquantatreenne della Pennsylvania ha fatto sapere di essersi ricoverato in ospedale a Washington per depressione clinica, su consiglio del medico del Congresso: «John ha sofferto di depressione per tutta la vita, ma si è aggravata negli ultimi giorni», spiega il suo staff. Stava visibilmente male durante il discorso sullo Stato dell’Unione di Biden lo scorso 7 febbraio: aveva detto di sentirsi «stordito», si era recato in ospedale per sottoporsi a controlli, ma era stato escluso un secondo ictus.
E di nuovo la fragilità di quest’uomo nerboruto – la cui forza fisica è parte centrale della sua identità politica – torna ad essere oggetto di scontro in America. Mentre l’intero partito democratico aspetta il suo ritorno e lo elogia per il coraggio nel parlare di problemi mentali che i politici spesso nascondono, diversi commentatori di destra chiedono le dimissioni di Fetterman. Già durante le elezioni, Tucker Carlson su Fox News lo definì «cerebroleso» e i repubblicani lo accusarono di mentire sul suo reale stato di salute. Fetterman prometteva: «A gennaio starò molto meglio, mentre Oz sarà ancora un imbroglione».
Ma al Senato, dove ha abbandonato le felpe e i bermuda per giacca e cravatta, gli è stato difficile adattarsi a causa dei problemi di elaborazione celebrale dei suoni. Gli hanno messo in ufficio uno schermo con un programma che in tempo reale traduce in sottotitoli quanto viene detto, e ha sempre con sé un iPad che gli permette di interagire così anche con i singoli colleghi, ma nei corridoi non si ferma più a parlare con i giornalisti che un tempo lo chiamavano direttamente al cellulare e la sua pazienza, spiega un assistente, è stata messa alla prova dalle difficoltà quotidiane. La scorsa settimana ha fatto una domanda sul commercio e l’agricoltura biologica e, nonostante fosse un po’ incespicante, i suoi consiglieri hanno diffuso il video (l’elettorato bianco rurale è stato cruciale per la sua vittoria). La solitudine non aiuta: a Washington Fetterman abita da solo e torna nel weekend a Braddock in Pennsylvania (quattro ore d’auto), dalla moglie Gisele e i tre figli adolescenti.
Non è più il 1972, quando il senatore Thomas Eagleton, scelto da George McGovern come vice nella corsa per la presidenza, fu costretto a ritirarsi dopo la scoperta che era stato ricoverato dieci anni prima per depressione (ma anche allora al Senato fu rieletto). Molti veterani di guerra vivono con lo stress post-traumatico, e alcuni siedono al Congresso. Due deputati, Tina Smith del Minnesota e Richie Torres di New York, hanno rivelato ieri di essere stati ricoverati per depressione prima di essere eletti: «Milioni di americani tifano per lei, senatore». Ma il dibattito sui social e in tv è brutale. Anche Gisele Fetterman, già bersaglio della destra per essere giunta da bambina come immigrata irregolare dal Brasile, ne paga il prezzo: su Fox News la paragonano a Lady Macbeth: «Ha usato il marito malato come veicolo per raggiungere le sue ambizioni».