Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  febbraio 18 Sabato calendario

IL PIATTO PIANGE! – LA STRETTA SUL SUPERBONUS NON È UNA SCELTA POLITICA, MA PIUTTOSTO OBBLIGATA DALLE CASSE VUOTE DEL TESORO: LA DISPONIBILITÀ LIQUIDA DEL MEF È MENO DI 34 MILIARDI, MAI COSÌ BASSA NEGLI ULTIMI ANNI. IL MOTIVO? LE SCELTE DI POLITICA MONETARIA DELLA BCE: DOPO ANNI DI ACQUISTI ALLEGRI (730 MILIARDI DI BTP), LAGARDE HA CHIUSO IL RUBINETTO. E LA MELONI NON SI PUÒ PIÙ PERMETTERE IL COSTOSISSIMO SUSSIDIO DI CONTE… -



Il governo ha decretato la chiusura del mercato dei crediti fiscali. […] Comprensibile il disappunto delle associazioni di categoria. Molte operazioni programmate non verranno realizzate. Preliminari di compravendita che andranno in fumo perché il promissario acquirente riterrà forse meno doloroso perdere la caparra.

Il M5s è sul piede di guerra mentre il governo deve giustificare il perché di una scelta dolorosa. La misura ha infatti contribuito alla vigorosa crescita nel biennio 2021-2022. Ma perché Palazzo Chigi vi ha rinunciato? Masochismo? Sadismo? Volontà di mostrarsi ligi agli occhi dell’Ue? Per quanto funzionale ed efficace questa misura sia stata, una motivazione chiara c’è.  È un banale problema di cassa. Le rilevazioni di gennaio ci dicono che le disponibilità liquide del Tesoro non sono mai state così basse. Meno di 34 miliardi. […]

[…] Ma viene sempre da chiedersi perché le casse dello Stato sono vuote solo ora e non due anni fa. La risposta va cercata a Francoforte dove ha sede la Bce che dal 2015 ha intrapreso una mostruosa operazione di emissione di nuova base monetaria (il cosiddetto quantitative easing) finalizzata all’acquisto di titoli. Anche e soprattutto titoli di Stato.

Ulteriormente ingigantita dal programma pandemico straordinario di acquisto di titoli inaugurato nel marzo del 2020. Solo di titoli pubblici la Bce ha acquistato, al netto dei rimborsi, 4.400 miliardi. Un ben di Dio che per l’Italia ha significato oltre 730 miliardi di acquisti netti di Btp dal 2015 a oggi.

Ne hanno usufruito un po’ tutti i nostri esecutivi. Il governo Renzi si è visto inondare con oltre 200 miliardi di euro di liquidità che la Banca d’Italia (su istruzione della Bce allora guidata da Mario Draghi) ha utilizzato per acquistare i titoli di Stato. […]  Poi arriva la pandemia. E il governo Conte 2 beneficia di oltre 184 miliardi. Il governo Draghi gode di un trattamento quasi analogo.

 Oltre 183 miliardi di acquisiti di titoli del debito pubblico durante i suoi 20 mesi. Insomma, tutti i governi italiani hanno beneficiato del magico rinforzino della Bce Problemi di cassa? Manco a parlarne. Pardon, quasi tutti i governi. Non il governo Meloni che nei suoi primi cinque mesi non ha beneficiato di alcun supporto. Anzi ha dovuto di fatto restituire alla Bce poco più di 4 miliardi. Sono i titoli di Stato in portafoglio a Francoforte giunti nel frattempo a scadenza. Una fonte vicina al ministero dell’Economia rivela che è proprio un problema di cassa: questa misura non è oggi sostenibile. Lo era in passato con la Bce che stampava moneta. Non ora.