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 2023  febbraio 17 Venerdì calendario

Periscopio

Il mio nome è Raquel Welch. Sono qui per gli effetti speciali. E ne ho giusto due. Raquel Welch, scomparsa il 15 febbraio 2023, comparendo come presentatrice del premio per i migliori effetti speciali alla cerimonia degli Oscar.
Quando Playboy nel 1998 ha nominato le cento star femminili più sexy del XX secolo, la signora Welch è arrivata terza, subito dopo Marilyn Monroe e Jayne Mansfield. Brigitte Bardot era quarta. Anita Gates, New York Times.
È stata gettata parecchia acqua sugli allarmi che riguardano la prossima grande offensiva russa. Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha detto alla Bbc che Mosca, in Ucraina, «ha già schierato il 97 per cento della sua armata» e che «non vediamo questa nuova mega concentrazione (di uomini e armi) capace di sfondare (le linee di difesa ucraine) in una grande offensiva. Vediamo invece uno sforzo per avanzare che comporta un costo enorme per l’esercito russo». Cecilia Sala, il Foglio.

Putin continuerà a raddoppiare gli sforzi per cercare di rovesciare la situazione, ma la realtà è che sta perdendo. Non soltanto l’invasione iniziale è fallita, ma è stato cacciato dai territori presi all’inizio. Le sue forze sono spese. Tenterà di mostrare al mondo di poter ancora prevalere, ma la spinta dell’inerzia ora è con Kiev, la Nato egli Usa. Il 2023 è l’anno critico, in cui Putin potrà essere sconfitto, o comunque costretto al tavolo del negoziato. Leon Panetta, ex direttore della Cia.
I primi sono stati deportati un anno fa, alla vigilia dell’invasione. Gli ultimi, il mese scorso. Età tra i quattro mesi e i diciassette anni. Sarebbero seimila, ma c’è chi dice che siano molti di più. Sono stati raccolti in quarantatré campi di custodia russi, dislocati in Crimea, attorno a Mosca, Kazan, Ekaterinburg, in Siberia, e hanno davanti due strade: vengono adottati da famiglie russe, o sono sottoposti a indottrinamento in nome di Putin. Massimo Basile, la Repubblica.

Anche se non hanno più gli effetti meccanici, immediati, che avevano un tempo sulle alleanze interne, gli equilibri internazionali continuano e continueranno a condizionare la vita dei Paesi, compreso il nostro. Verrebbe da dire: il nostro soprattutto. Guerra a parte, la tentazione di sfruttare le nostre divisioni per i loro scopi può venire a molti, ivi compresi turchi, iraniani e altri (non dice forse qualcosa al riguardo la vicenda del Qatar?). Angelo Panebianco, Corriere.
Meloni ha idee molto lontane dalle mie, e dovrà dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano, ma non è una fascista, è una persona capace. Stefano Bonaccini, La7.
Non sono d’accordo con Bonaccini. Elly Schlein (Corriere).
Giorgia Meloni è una che «segue le regole, è forte» e, tutto sommato, si è rivelata «meglio di quanto ci aspettassimo»: parola di Enrico Letta, che in un’intervista al New York Times ha tracciato un bilancio dei primi mesi di governo della maggioranza di centrodestra. tpi.it

Come si fa a dire che gli esponenti del governo sono capaci o che sono meglio di quanto ci aspettassimo? Andrea Orlando (Corriere).
Anziché fare un’analisi del perché in queste regionali il Pd ha perso qualche centinaio di migliaia di elettori per strada rispetto alle politiche (un conto sono le percentuali, un altro i voti in valore assoluto) i dem hanno trascorso la giornata di ieri a litigare su Giorgia Meloni. Maria Teresa Meli, Corriere.
Finita l’ammuina per le primarie, qualunque sia il suo segretario, Bonaccini o Schlein non cambia nulla, il Pd si alleerà con il Movimento 5stelle, che arriva all’appuntamento in una fase di decadenza. In Lazio è passato dal 22,1 delle regionali 2018 al 9,7 di lunedì; in Lombardia dal 17,3 al 3,9. Claudio Velardi (Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi).
Mi guardate con benevolenza e io lo so perché avete pagato il biglietto, perché volete vedere come sono ridotto. Beppe Grillo torna sulle scene.
Berlusconi assolto. Sotto il fango niente. Titolo del Giornale.
Criminali in festa: pagare per farla franca non è reato. Titolo del Fatto.
Ora i Pm alla sbarra. Titolo di Repubblica.
Indignarsi perché un potente viene assolto per aver fatto cose che, anche divise per un milione, porterebbero chiunque altro all’ergastolo, ormai è inutile. [«Ruby». L’ergastolo]. Marco Travaglio, il Fatto.
Il rapporto di Berlusconi con i suoi giudici è sempre stato tormentato. [C’è una sua] amena intervista allo Spectator e alla Voce di Rimini in cui afferma che per fare il lavoro dei magistrati «bisogna essere malati di mente; se fanno questo lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della specie umana». Giancarlo Caselli, il Fatto.
Berlusconi vestito da autista alla guida d’un pullman: «Ragazze, forza, a bordo! Che m’hanno ridato la patente. Maddox, il Foglio.
Di tutta la storia, quello rimasto col cerino in mano è lui: [Emilio Fede, novantunenne,] l’Emilione nazionale. 4 anni e 7 mesi per induzione della prostituzione. Più altre condanne varie, dalla bancarotta alla diffamazione aggravata: «Mi sono fatto 8 anni ai domiciliari senza essere colpevole di nulla». Paolo Colonnello, La Stampa.
Zio Paperone finisce censurato. L’accusa: è razzista. Titolo di Libero.
Cospito resta al 41bis. Titolo del Tempo.
Dal principio alla fine di Eros e Priapo, Gadda non fece che ripetere il nome di Mussolini. Nella sua enorme fantasia linguistica, gli attribuì infiniti nomi: il Sozzo nostro, il Somaro principe, il Primo Racimolatore e Fabulatore delle scemenze, il Giuda-Maramaldo, il Paflagone-smargiasso, il Priapo moscio, l’Appiccato Carogna, il Fava, il Predappio-Fava,il Gran Correggione del Nulla, il Priapo Tumefatto, il Culone in Cavallo, El Fava impestatissimo, il Batrace Stivaluto, il Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze, il Grinta. Pietro Citati.
I veri figli del proprio tempo sono quelli di puttana. Roberto Gervaso.