Corriere della Sera, 15 febbraio 2023
La ferrovia segreta di Putin
La scena risale all’ultima volta in cui sembrava che una relazione «normale» con la Russia fosse davvero ad un passo. Stadio Luzhniki di Mosca. Quindici luglio del 2018. Manca un’ora alla finale dei Mondiali di calcio. Un Vladimir Putin dall’aria rilassata e contenta fa gli onori di casa nel salotto della tribuna d’onore. Gli si avvicina un suo fan, il campione di arti marziali miste Conor McGregor, uno degli sportivi più pagati e celebri del mondo. Il presidente, grande appassionato di queste discipline ed ex judoka di buon livello, lo accoglie con un sorriso. Il colloquio è cordiale. Al momento dei saluti, il lottatore chiede se può scattare una foto ricordo. Permesso accordato. McGregor commette l’errore di cingere con il suo braccio le spalle di Putin. Una delle cinque guardie del corpo presenti si fa avanti e con un gesto deciso, se non minaccioso, gli fa segno di levare subito la mano.
L’immagine di potenza dello Zar si fonda anche sul mito della sua intoccabilità. Su un sistema di sicurezza personale che coinvolge oltre cinquecento che si dedicano solo a lui, ed è fonte continua di leggende, come quella dei sosia pronti all’uso che verrebbero utilizzati in certe situazioni particolari. All’elenco bisogna aggiungere una nuova voce, questa volta almeno in parte vera. Putin utilizzerebbe una rete ferroviaria segreta nel Paese per raggiungere le sue principali residenze. La notizia è stata diffusa su Telegram dalla pubblicazione Proekt, giornale online fondato da ex redattori della televisione Rain, bollati come agenti stranieri ed emigrati all’estero. «Tutte le principali abitazioni del presidente sono state collegate da linee ferroviarie e nelle vicinanze sono state costruite stazioni private», rivela Proekt citando almeno tre località interessate.
Sul territorio del Parco nazionale di Valdai è stata individuata una stazione ferroviaria con un eliporto vicino al villaggio di Dolgiye Borody, circa 435 km a nord-est di Mosca, l’ultimo centro abitato prima di una tenuta di Putin. Tre residenti locali hanno riferito che la stazione e una linea ferroviaria speciale sono state costruite appositamente per lui. Secondo le immagini satellitari, nel 2015 è apparsa la stazione di Novo-Ogaryovo, che si trova a 400 metri dalla casa di Putin nella regione di Mosca, dove il presidente ritorna quasi ogni sera. Sarebbe nascosta dietro un’alta recinzione, sulla quale sono installate telecamere di sorveglianza ogni 10 metri. Nel 2017, una piattaforma e un nuovo ramo ferroviario sono apparsi per una fermata vicino alla magione estiva di Bocharov Ruchey, a Sochi, sul Mar Nero.
La definizione di «ferrovia segreta» appare esagerata. Così come la voce generata sui social dall’inchiesta di Proekt che Putin attraverserebbe l’intera Russia, per altro il Paese più grande del mondo, sopra questi binari dei quali sarebbe l’unico utente. La verità è che il tratto di ferrovia «ad personam» ammonta a poche decine di chilometri, e collega la stazioni o gli aeroporti delle città più vicine alle dimore presidenziali, o ai loro dintorni. È stato invece Dossier Center, progetto investigativo finanziato dall’ex oligarca e oppositore russo Mikhail Khodorkovsky, a far emergere come Putin «preferisca un treno personale corazzato agli aerei presidenziali», quando le distanze consentono di farvi ricorso. Abitudine che avrebbe preso piede dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Le misure di sicurezza che riguardano Putin sono da sempre rigidissime, e si sono ancora intensificate nel 2020 con l’arrivo della pandemia. Le persone che devono incontrare il presidente a distanza ravvicinata, secondo diversi media, devono passare quindici giorni di autoisolamento. Durante una recente visita a San Pietroburgo per una ricorrenza dell’assedio di Leningrado, e a Volgograd per la fine della battaglia di Stalingrado, Putin ha deposto un mazzo di fiori ai rispettivi monumenti in perfetta solitudine. Non una sola persona accanto. Corrono voci sul fatto che in queste occasioni, la figura del presidente sia sempre protetta da invisibili schermi di vetro antiproiettile posti dietro la sua schiena. E quando piove, nell’equipaggiamento del suo staff figurano anche ombrelli da difesa rinforzati in kevlar. Per tacere del resto. La notizia del treno blindato ha generato commenti caustici sugli account Telegram della propaganda ucraina, che ha paragonato Putin al leader nordcoreano Kim Jong-un, il quale come noto usa esclusivamente il treno. Purtroppo per Kiev, ci sono delle differenze. Non solo per quanto riguarda le modalità di trasporto.